Il sindaco Roberto Reggi ha chiesto scusa al consiglio comunale e alla città durante la sua audizione a Palazzo Mercanti sulla vicenda di Palazzo Uffici e del concorso annullato per la non conformità del commissario esterno Aldo Cibic. "Abbiamo commesso un errore - ha spiegato - e fatto fare una brutta figura alla città, per questo vi chiedo scusa. Il sindaco ha informato che il Comune ha incaricato un docente di fama di diritto pubblico, Vincenzo Cerulli Irelli, per un parere sulla vicenda e per capire come proseguire sulla strada del concorso. Attacchi da tutta la minoranza che ha reclamato chiarezza, ma poi presenta tre ordini del giorno distinti (uno della Lega Nord, uno di Pollastri del Pdl e uno di D'Amo, Mazza e Levoni) tutti bocciati. L'unico approvato è della maggioranza: chiede di punire le responsabilità tecniche per il flop del concorso e al conempo di perseverare nel progetto di Palazzo uffici.
Ecco l'intervento del sindaco Reggi a Palazzo Mercanti:
“Sono spiaciuto non essere stato presente nel momento critico della vicenda, di non aver potuto difendere la mia giunta. Lo faccio adesso e spero che il dibattito sia ricco e tale da poter trarre delle conclusioni. La scelta del concorso di progettazione su Palazzo Uffici è stata voluta per perseguire una soluzione progettuale di qualità. Oggi la situazione degli edifici comunali non è sostenibile: le sedi attuali hanno troppi problemi. Per la composizione della commissione sono state effettuate ricerche diversificate e il nome di Cibic era stato inserito all'interno di una rosa formata sulla base della notorietà e dell'esperienza. Alla fine sono state tre le figure di professionisti individuate, tra l'unico disponibile alla fine è stato Cibic. La presenza di due componenti interni nella commissione era funzionale all'ottenimento di una risposta progettuale corrispondente al fabbisogno della struttura comunale. La figura del direttore generale e del dirigente dei lavori pubblici nella commissione avevano pertanto un significato importante. Dopo il ricorso è emerso che il prof. Cibic – solo allora, non ho infatti ricevuto alcuna telefonata da presidenti di ordini di architetti, e non sono stato informato da nessuno sulla non conformità di Cibic – non avesse i requisiti per far parte della commissione. Il ricorso aveva una forte valenza politica, tanto che il raggruppamento di architetti si è dissociato dal professionista (l'ingegner Milani ndr) ricorrente. - (Inciso di Reggi ndr) In questa città l'importante è non fare le cose. Oggi è arrivato pure il ricorso contro l'hospice (verrà portato all'interno dell'associazione). Il requisito mancante di Cibic è quello di non essere professore universitario di ruolo, lo è solo a contratto presso l'Università di Venezia. E' stata quindi avviata la procedura di autotutela prevista dalla legge, della quale sono stati informati i concorrenti e lo stesso Cibic. Allo stato attuale il Comune ha sostenuto solo le spese di pubblicazione del bando. Quanto accaduto è un incidente di percorso molto significativo, ma questo non è il progetto simbolo dell'amministrazione come è stato sostenuto. L'incidente è stato tanto più spiacevole perchè in 7 anni di governo della città non era mai accaduto un fatto simile. La mancata verifica è stata frutto di un errore, forse favorito della chiara fama dell'architetto in questione. Mi sento la responsabilità politica addosso, quella di sollecitare i dirigenti a operare per il meglio in una situazione di risorse sempre minori, dove l'errore diventa più probabile. Chiedo scusa a voi e alla città, abbiamo fatto una brutta figura. Non sono riuscito a vigilare a sufficienza perchè questo fatto non si verificasse. Ma questo vizio di forma non fa venire meno le ragioni del palazzo degli uffici: quattro giunte diverse sono state coinvolte da Vaciago in poi, con l'obiettivo di razionalizzare la logistica e l'uso delle risorse umane necessarie. Con una nuova struttura sono stimati 600mila euro l'anno di risparmi di gestione. Al professor Vincenzo Cerulli Irelli, docente ordinario di diritto amministrativo della Sapienza, abbiamo dato incarico per un parere sulla vicenda, a garanzia di terzietà per la difesa dell'ente. Per il contenzioso in essere che si scaricherebbe sul dirigente responsabile del procedimento e per proseguire con la procedura corretta sulla strada del concorso".
Si apre il dibattito in aula. Paparo chiede: "Chi ha scelto Cibic?"
Il primo a intervenire per l'opposizione è stato Andrea Paparo (Pdl) con un intervento pacato, ma fermo. Ha chiesto "un'indagine interna seria e approfondita", respingendo l'accusa di strumentalizzazioni politiche. Paparo ha sollevato dubbi di legittimità sulla presenza del direttore generale del Comune all'interno della commissione giudicatrice: "Il Tar di Catanzaro di fronte a un caso simile ha esaminato un problema di compatibilità del direttore generale con la presidenza della commissione giudicatrice". Paparo poi ha ribadito l'interrogativo più volte sollevato dalla minoranza: "Dove scaturisce il nome di Cibic? Visto l'esito dei concorsi realizzati fino ad ora, viene da pensare che non ci siano le capacità per metterli in piedi".
Ecco alcuni degli interrogativi posti da Paparo. “L’Ente pubblico deve utilizzare personale interno e solo in mancanza di personale con le adeguate competenze deve ricorrere ad esterni. C’erano o non c’erano le competenze all’interno dell’Ente? Le sedute della commissione sono state sette da mille euro l’una. E’ doveroso conoscere l’iter reale dell’assunzione di Cibic, da dove è saltato fuori il nome di Cibic? Il codice degli appalti indica di reperire eventuali componenti esterni all’interno di elenco dell’ordine professionale d’appartenenza.
Paparo ha tenuto distinta la questione del concorso dall’opportunità o meno di realizzare il palazzo degli uffici. “Non abbiamo fatto noi dell’opposizione questo concorso. Ora vogliamo che venga aperta indagine interna seria, non abbiamo alcuna intenzione di strumentalizzare. Chiediamo di avere il diritto di fare l’interesse della città, non abbiamo apprezzato i toni nel tentativo di dipingerci come strumentalizzatori. Tutti dobbiamo essere d’accordo che queste cose debbano essere fatte bene. Ho annunciato che avrei trasmesso le mie osservazioni all’autorità di vigilanza, vorrei capire se la Procura della Repubblica è interessata per omissioni di controlli o altro e capire le motivazioni. La partita non può finire qui, attendiamo risposte. La verità è sempre rivoluzionaria, vorremmo rivoluzionare il modo di amministrare”.
Marco Tassi (Pdl) ha contestato l'opportunità di costruire il palazzo degli uffici: "Questa storia sarà la vostra caporetto". Al suo intervento critico si sono aggiunti quelli di Sandro Ballerini, Andrea Pollastri, Filiberto Putzu (Pdl). Carlo Mazza (gruppo misto) ha sottolineato la dimensione politica della vicenda: "Le responsabilità giuridiche di questa vicenda non ci distolgano dalla sfera tutta politica della questione: il direttore generale del Comune è stato voluto da questo sindaco". Nel suo intervento Gianni D'Amo (Piacenza comune)
ha contestato la definizione del bando, in una versione originaria "la commissione era composta da due esterni e da un interno al Comune, assetto poi modificato da una determina dirigenziale successiva. Non sono stati consultati gli ordini professionali come richiesto dalle norme. Mi pare che i tanti errori commessi siano da attribuire alla fretta di fare, caratteristica che ho sempre criticato nell'operato del sindaco Reggi: il come non è meno importante del cosa, per me questo è un punto fondamentale, anche in prospettiva dei prossimi tre anni di mandato. Non sarà facile uscirne da questa vicenda, ma vorrei che questa amministrazione ne uscisse".
Giacomo Vaciago (gruppo misto), fin dall'inizio molto critico sul concorso ha ripreso il concetto che questa “vicenda è il simbolo della decadenza del paese”. “Tutti parlano e nessuno documenta ciò che si dice. In realtàn Cibic non ha comprovata esperienza: nei concorsi pubblici questo aspetto è importante. Non hanno avuto risposta le domande che ho posto il 4 maggio. Servono gli atti, aspetto di vedere chi erano gli altri due tecnici in lizza per diventare commissari. Abbiamo fatto una figuraccia in tutta Italia: ho ricevuto contestazioni su questo concorso.
Pierangelo Romersi (Pd): "Il punto vero della questione è se voi opposizione ritenete che l'errore sia stato commesso in buona fede. L'errore è stato grave, ha comportato un danno, ma senza malafede. Pensiamo che si debba andare avanti con convinzione sulla strada del palazzo unico".
La replica di Roberto Reggi è giunta poco prima delle 21 con alcune risposte alle questioni sollevate: "E' stata molto forte la stigmatizzazione fatta dell'accaduto. Le competenze interne al Comune per la progettazione c'erano ma impegnate in altri progetti. La presenza di un soggetto con esperienza internazionale avrebbe dato maggiore valore al concorso: per questo è stato designato Cibic". Replicando a Paparo, Reggi ha puntualizzato che il direttore generale poteva essere membro della commissione, il Tar di Catanzaro si riferiva ad un caso in cui il direttore era anche segretario generale. "Si è passati da una rosa di tre componenti esterni a uno (Cibic): qui sta la mia responsabilità politica, io ho deciso di accettare l'unica disponibilità arrivata, usando una norma che potevamo usare, invece di proseguire nella ricerca di altri nomi. Non ci siamo rivolti agli ordini professionali, perchè non è vincolante, questi tendono a indicare professionisti del territorio, e noi cercavamo professionisti da fuori. Non dimentichiamo che il bando è valido e nessuno l'ha impungnato: abbiamo chiesto una consulenza ad alto livello per recuperare il percorso della gara. Quanto all'azione legale contro Cibic, la stiamo valutando, senza dimenticare che noi siamo corresponsabili della mancata verifica. Alla fine sarà complicato uscirne: non so se ci sia la disponibilità a credere nella buona fede. Il mio più grande rammarico è che se - come sembra oggi - molti dei consiglieri sapevano che Cibic non era architetto, perchè non me lo avete detto? Nessuno è venuto ad avvisarmi. Questa operazione danneggia soprattutto chi vuole il palazzo uffici, credo che riusciremo a recuperare, anche i progetti presentati".
Alla fine della seduta la votazione degli ordini del giorno.
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AGGIORNAMENTO - ore 17 e 30 - Il sindaco Roberto Reggi prende la parola e anticipa la presentazione di un secondo ricorso, contro l'assegnazione dell'appalto dell'hospice, da parte della cordata esclusa.La gara aveva visto vincitrice la cordataguidata da Proges, con Inacqua, Coop Valdarda e Orto Botanico, mentre era stata "sconfitta" la coop Aurora (insieme a Unicoop Cooperativa Socialea r.l., Copra Ristorazione e Servizi s.r.l., Edilstrade Building s.p.a. e MDE Costruzioni e Impianti s.r.l.).
Al via i lavori a Palazzo Mercanti ore 16,10, Carini bacchetta Polledri in "verde" - Iniziati i lavori del consiglio comunale con le comunicazioni iniziali. Il presidente del'assemblea Ernesto Carini ha tributato i complimenti a Massimo Trespidi (ancora assente) e a Lodovico Albasi, rispettivamente eletti presidente della Provincia e sindaco di Travo. Carini ha poi richiamato al rispetto del regolamento, a proposito dell'abbigliamento sfoggiato dal consigliere del Carroccio Massimo Polledri, reduce dal convegno di Pontida in completo interamente verde con fazzolettone al collo e casco. Carini non ha fatto riferimento diretto a Polledri, ma ha citato l'articolo 60 del regolamento che prescrive ai consiglieri un abbigliamento privo di simboli partitici.
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Sarà un consiglio comunale al calor bianco quello di lunedì 15 giugno. L'unico punto all'ordine del giorno è l'audizione del sindaco Roberto Reggi su palazzo Uffici. La richiesta di dedicare una seduta a questa spinosa vicenda era arrivata da entrambi gli schieramenti che siedono a palazzo Mercanti. A scatenare la bufera politica, nelle scorse settimane, la denuncia di Giacomo Vaciago (Gruppo Misto). Il "professore" aveva infatti portato all'attenzione del consiglio la mancanza, da parte del presidente della commissione preposta all'esame dei progetti arrivati per la realizzazione del nuovo palazzo Uffici, dei requisiti necessari per l'incarico. Aldo Cibic, infatti, non è laureato in architettura.