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"Cibic non e' architetto, non poteva firmare i verbali". La posizione dell'Ordine

Arriva la presa di posizione ufficiale dell'Ordine degli Architetti di Piacenza (riportata dal sito dell'Ordine www.pc.archiworld.it)  sulla tormentata vicenda di Palazzo Uffici. Con un comunicato, il Consiglio riunitosi giovedì scorso, riferisce delle verifiche condotte sugli atti visionati della gara e afferma che Aldo Cibic (uno dei membri della commissione giudicatrice) non poteva accettare l'incarico di commissario, nè tantomeno firmare i verbali con la qualifica di "arch. Cibic". Perchè? Semplice, perchè non è architetto, non possiede i requisiti di legge, e l'Ordine ha il dovere di tutelare l'utilizzo del titolo.  

Ecco il testo integrale firmato dal Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Piacenza sulla vicenda del concorso di Palazzo Uffici

Le recenti vicende apprese dalla stampa locale riguardanti il concorso di progettazione del nuovo Palazzo degli Uffici, indetto dall’amministrazione comunale di Piacenza, sono state oggetto di analisi da parte del Consiglio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Piacenza.

La questione riguarda in modo specifico l’attività e i compiti del Consiglio, che da sempre auspica e promuove la “qualità architettonica”, anche in particolare, attraverso l’utilizzo del concorso di progettazione, e deve aver cura del corretto esercizio della professione da parte dei propri iscritti. Pur non essendo stato l’Ordine direttamente coinvolto dall’ente promotore del bando di concorso, né per la stesura del bando, né per una sua approvazione – peraltro non dovuta – si è ritenuto di dover verificare eventuali dirette implicazioni personali di carattere deontologico.

Da una verifica effettuata sugli atti pubblici a nostra disposizione, pur non ritenendola esaustiva, si evince una sostanziale coerenza del bando rispetto al dettato di legge. Del resto, se non fosse stato così, il Consiglio dell’Ordine avrebbe emesso una nota di diffida alla partecipazione degli iscritti al concorso. In particolare, per quanto concerne la composizione della commissione, non sono sollevabili particolari obiezioni, trattandosi, anche in questo caso, di norme di legge, seppur non condivise da questo Ordine. Il quale auspicherebbe che tutti i bandi pubblici di progettazione, ancorché senza partecipazione palese, contenessero già alla loro pubblicazione la composizione nominale della commissione. Il bando “completo” garantirebbe tutti i concorrenti sull’eventualità di vedersi esclusi dal concorso per “incompatibilità” con parenti commissari.

Da tale verifica, si evince che Aldo Cibic non sia in possesso dei requisiti di legge per accettare l’incarico di commissario, né per firmare i verbali di gara  con il titolo di “arch.”. Nella determina dirigenziale di costituzione della commissione sono infatti riportati puntualmente i requisiti personali richiesti per i membri esterni all’amministrazione. Oggetto della discussione non è, pertanto, la capacità operativa di Aldo Cibic, quanto la verifica della “tutela del titolo” e dell’esercizio professionale degli ingegneri e degli architetti, in conformità alla Legge 24 del giugno 1923 n°1395, agli articoli 1 e 12. In particolare l’articolo 12 così recita: “Agli iscritti nell’albo a norma degli articoli 8, 9 e 10 spetta rispettivamente il titolo di architetto o di abilitato all’esercizio della professione di ingegnere”.

Alla luce di quanto riportato sopra, Aldo Cibic non può fregiarsi del titolo di architetto.

IL CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DI PIACENZA
 

 
Voci correlate:
  • architetti
  • Palazzo Uffici
  • Commenti:


    Cibic
    Quali sono le conseguenze penali per chi svolge abusivamente una professione ?
    Pier
    01/06/2009  17.16

    Finalmente
    Finalmente l'Ordine degli Architetti ha preso una posizione. Era ora
    Andrea G.
    01/06/2009  13.43

    ...da rimaner basiti...
    ...ingenuità o altro? Mah, certo è che ci lascia basiti questo signore che, senza esserlo, si firma architetto, non sul suo bigliettino da visita, ma su un atto pubblico, su un concorso pubblico!!!! Assurdo! E il Comune che glielo lascia fare...
    lilliput
    01/06/2009  12.15


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