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Ultimo aggiornamento:   12/10/2015  l  15.31  
                               
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"Riporta a casa la vita": la campagna Anpas per la sicurezza al volante

Un grande progetto di informazione e di sensibilizzazione alla guida sicura, lontano dall'alcol, dalle droghe e dalle imprudenze che possono rivelarsi fatali. Una "manona" alzata e lo slogan "riporta a casa la vita". Si chiama "Esserci quando serve - collabora con noi per salvarti la vita" la campagna che l'Anpas (l'associazione delle pubbliche assistenze) di Piacenza ha ideato e nei prossimi mesi diffonderà su tutto il territorio. Con il patrocinio della Prefettura, della Provincia di Piacenza e della Polizia di Stato. Alla conferenza di presentazione, nella sede della Croce Bianca sono intervenuti la presidente Anpas Anna Groppi, il prefetto Luigi Viana, il presidente della Provincia Gianluigi Boiardi, il comandante provinciale della Polstrada Agostino Agostini, il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Giacomo Marazzi (che ha finanziato il progetto) e vicepresidente Anpas Paolo Rebecchi che illustrato la campagna. Il sindaco Roberto Reggi a portato il suo saluto. Hanno collaborato alla realizzazione del progetto anche il 118, i vigili del fuoco, la Croce Rossa, la Misericordia, la Polizia Provinciale, le Polizie Municipali e l'Aci di Piacenza.
 

“ESSERCI QUANDO SERVE - COLLABORA CON NOI PER SALVARTI LA VITA”
Descrizione del progetto e suoi collegamenti con il territorio
Abbiamo constatato che in strada troppe volte “si muore per caso”. Si muore perché sono troppi quelli che si lasciano ammaliare dalla velocità,troppi sono quelli che muoiono o provocano altre morti dopo aver bevuto, o assunto droghe, perché guidano pensando di essere lucidi ma non lo sono. Troppi sono quelli che muoiono o riportano gravi lesioni perché non usano il casco o non usano le cinture di sicurezza. Lo vediamo quotidianamente nella nostra attività!

Le indagini svolte, le statistiche ci insegnano che serve più prevenzione, più cultura anche più repressione ma soprattutto più responsabilità verso noi stessi e gli altri.
Dobbiamo tutti imparare ad avere comportamenti alla guida più tranquilli, meno aggressivi, più sicuri e questo trasmetterlo anche agli altri. Spesso si pensa che questi messaggi debbano arrivare solo ai giovani, ma anche i meno giovani causano gravi incidenti guidando in condizioni fisiche alterate o a grande velocità e nel mancato rispetto delle più
semplici regole di guida.
Sicuramente i nemici numero uno della sicurezza stradale sono le droghe e l’alcool. E’ scientificamente provato che chi guida sotto l’influenza di queste sostanze ha un elevata probabilità di causare un incidente grave, poiché la loro interazione contrasta e indebolisce l’attività del nostro cervello e delle nostre reazioni.

Spesso c’è chi ritiene che una “ bevuta occasionale” , non sistematica non è sicuramente rischiosa.
SBAGLIATO! Anche le bevute occasionali sono e possono essere causa di gravi incidenti.
Nella nostra attività quotidiana ci troviamo molte volte a soccorrere persone vittime di incidenti.
Anche l’incidente piccolo, banale , nella maggioranza dei casi è causato da disattenzione, dall’uso di un
telefonino o dalla velocità sbagliata, fuori limite.
Citiamo ad esempio uno scontro banale alla velocità di 50 Km/h; questo corrisponde a una caduta dal terzo
piano di un palazzo ; a 80 Km /h l’impatto corrisponde a una sesto piano.
La Commissione Europea indica nella velocità eccessiva la responsabilità di un terzo degli incidenti mortali
o di lesioni gravi.
Un pedone investito a 30 KM/h ha una probabilità di morte del 15% ; questa sale al 60% se l’impatto è a 50
Km/h.
L’idea del progetto nasce dalla preoccupazione naturale che emerge guardando gli ultimi dati statistici.
L’Istituto Superiore di Sanità indica come stima di massima, che ogni anno gli incidenti Stradali determinano
circa 6000 morti e 15000 invalidi gravi e 120.000 pazienti ricoverati.
Sempre secondo l’Istituto Superiore di Sanità, si arriva a un costo annuo di 35 miliardi di euro.
Quindi gli incidenti stradali rappresentano un gravissimo danno per la nostra società prioritariamente in
termini umani, poi sanitari e a seguire anche economici.
Si ritiene quindi che l’azione di intervenire sull’ uomo, sui mezzi e sull’ambiente sia l’azione più efficace
per il futuro.
Tutti dobbiamo scendere in campo per la PREVENZIONE !
Dobbiamo impegnarci a far capire cosa si intende per “guida sicura”. Questa implica il concorso di molte
variabili e il rispetto delle norme del codice della strada: l’uso delle cinture di sicurezza e del casco, il
controllo periodico e puntuale del proprio mezzo, il rispetto dei limiti di velocità e delle distanze di
sicurezza, ma soprattutto la piena efficienza delle condizioni psicofisiche.

Dobbiamo trasmettere il messaggio che andare per strada non è un videogioco, dove se si sbaglia si può ricominciare o si hanno più vite per continuare a giocare; per la strada non è ammesso sbagliare perché ci giochiamo la vita, la nostra o quella di un’altra persona che potrebbe morire per colpa nostra. Spesse volte il fascino della trasgressione è un aspetto che entra in gioco nei comportamenti di guida, il fascino di “ correre il rischio”è visto come una sfida. Dobbiamo trasmettere invece che stili di vita e di guida devono essere responsabili, tenendo conto di importanti valori generali. E’ utile ricordare un detto: “ ogni volta che ci mettiamo alla guida ricordiamoci che, oltre ad essere conducenti, potremmo essere vittime o carnefici”.
 

 
Voci correlate:
  • Anpas
  • Polizia
  • Prefettura
  • Provincia
  • Commenti:


    Riporta a casa la vita
    La fibbia non agevolmente raggiungibile da fuori veicolo rende la cintura difettosa e ostacola i soccorsi. I primi ad accorrere non hanno forbici. Chi paga i danni causati dalla cintura regolarmente agganciata, ma difficilmente sganciabile?
    scalia giuseppe
    17/05/2009  18.12

    Porta a casa la vita
    La cintura non porta a casa la vita perché la FIBBIA non è agevolmente raggiungibile (2.4.2.2. Direttiva 77/541/CEE) e dopo incidente rende pericolosa la cintuta, causa di gravi danni. Auspicabile la " cintura di sicurezza salvava".
    scalia giuseppe
    17/05/2009  12.48


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