Intervento dell'onorevole Paola De Micheli (Pd):
"Dati e stime sulla ricostruzione post terremoto si susseguono. Quotidiani, televisioni e agenzie di stampa snocciolano le cifre più improbabili, ma quali sono quelle vere? E soprattutto, in concreto, con che criteri verranno reperite e assegnate le risorse necessarie per la copertura dei costi di ricostruzione?
Forse una breve analisi dei provvedimenti economici di questo governo nel suo primo anno di attività può aiutarci anche a rispondere a questa domanda. Domanda che, del resto, si fa sempre più insistente, nell’opinione pubblica e sui media nazionali.
Per rispondere partiamo dalle spese correnti del governo centrale. Come per le contromisure alla crisi, la ricostruzione può essere un’occasione importante e forse irripetibile per cambiare. In questo caso l’opportunità è quella di procedere a una radicale operazione di “spending review”, per risistemare la spesa pubblica e incrementarne così l’efficienza e l’efficacia. Dobbiamo concentrarci sull’allocazione delle risorse messe a disposizione dallo Stato e scommettere, una volta per tutte, sulla qualità della spesa.
Molti governi europei in passato, forti di amplissime maggioranze parlamentari, si sono cimentati in questa sfida. È un passaggio difficile ma necessario. E non a caso ci ha provato anche il governo Prodi, nonostante i suoi numeri.
Ad oggi, invece, Berlusconi non ha affrontato il tema. È vero, deve gestire l’emergenza. Ma proprio il clima di collaborazione istituzionale, unitamente alla più ampia maggioranza parlamentare della storia repubblicana di cui gode, fa sì che ci siano le condizioni per dare finalmente avvio a questo circolo virtuoso.
Il punto è che azioni di questo tipo creano problemi di consenso e non fanno gioco elettorale. Per questo, il governo ha scelto forme di tagli che bloccano la spesa delle amministrazioni, senza distinguere tra le realtà virtuose e quelle negligenti, ma che non hanno ricadute negative sui sondaggi. Quindi lascia inalterato il gioco dei trasferimenti discrezionali agli enti amici. Vedi Catania. Ma non riconosce il merito di quelli che hanno dimostrato di saper amministrare.
Questo meccanismo inverte la rotta di risanamento dei bilancio intrapresa dal governo Prodi e fa crescere la spesa a dispetto della crisi senza che le poche risorse stanziate riescano ad incidere realmente sui problemi. Così esperienze di amministrazioni locali che hanno realizzato straordinarie forme di economia per rispettare i parametri imposti dal Patto di Stabilità interno vengono non solo vanificate, ma mortificate e disincentivate.
Ora, l’opportunità che possiamo cogliere è proprio questa: mettere in campo azioni virtuose e faticose, magari agganciando questo percorso all'accelerazione del percorso federalista. Insomma, una riforma della spesa che, in questo momento, avrebbe una doppia ragion d’essere: la ricostruzione in Abruzzo e il reperimento di risorse per affrontare la crisi. Non nuove tasse, ma più qualità nella spesa. Una formula che Tremonti e Berlusconi dovrebbero far propria. Se solo ne avessero il coraggio in un momento nel quale tutti gli indicatori, compresi quelli del consenso, potrebbero giocare a loro vantaggio".
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