Cresce la raccolta differenziata in Emilia-Romagna che nel 2008 ha toccato quota 45%, centrando appieno l’obiettivo fissato dalla legislazione nazionale e mettendo a segno un +5% rispetto all’anno precedente. Ma cresce anche – se pure in misura più contenuta - la produzione di rifiuti urbani che dal 2007 al 2008 è aumentata del 2,4%.
I dati sono stati illustrati a Bologna nel corso del convegno “Rifiuti l’innovazione necessaria” in cui la Regione ha presentato il proprio Piano di azione ambientale 2008-2010 che destina alla gestione dei rifiuti quasi un terzo delle proprie risorse: circa 50 milioni di euro su un totale di 150.
Cosa prevede il Piano di Azione Ambientale: 15,5 milioni di euro per finanziare progetti degli Enti locali.
Ammontano a 15,5 milioni di euro le prime risorse in arrivo, di questi un milione e 511 euro saranno stanziati per Piacenza, destinate a finanziare progetti degli enti locali per ottimizzare la gestione dei rifiuti urbani. La gran parte dei progetti presentati, la cui valutazione si concluderà a breve, sono volti a migliorare le performances di raccolta differenziata attraverso, in particolare, il potenziamento e la diffusione delle stazioni ecologiche attrezzate (attualmente circa 355 in Emilia-Romagna). Un’altra parte significativa dei progetti locali si pone invece l’obiettivo della riutilizzazione dei materiali, con centri di recupero innovativi e il coinvolgimento di gruppi sociali e, ancora, mette in campo azioni volte a prevenire la produzione di rifiuti, dalla diffusione dei distributori di prodotti “alla spina” nei punti vendita a diverse forme di riduzione dell’acqua in bottiglia, compresa l’installazione di erogatori d’acqua depurata nei centri urbani.
Altri 4,5 milioni sono invece destinati a problemi specifici locali relativi soprattutto al recupero di rifiuti abbandonati e alla bonifica di discariche vecchie di oltre un quarto di secolo.
In tutti e due i casi, sono stati candidati al finanziamento progetti presentati dalle Province, che hanno a loro volta raccolto le proposte di Comuni, Unioni, Comunità Montane, aziende titolari della gestione dei rifiuti urbani.
Gli altri settori di intervento
Entro il 2010, la Regione attiverà le procedure di spesa in diversi altri settori: dalla “tracciabilità” alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica (il gas principale colpevole dell'effetto serra); da progetti volti a diminuire la produzione di rifiuti a quelli per lo smaltimento dei fanghi di depurazione.
Alla “tracciabilità” (o “etichettatura”) sono destinati 2 milioni. L’obiettivo è mettere a punto un sistema in grado di seguire il percorso dei rifiuti speciali a partire dal momento in cui sono prodotti e fino allo smaltimento. Si sta studiando in particolare la fattibilità di questi sistemi applicati alla filiera delle ceramiche e al comparto agroalimentare, e per realizzarli si procederà con appositi bandi.
Altri 2 milioni sono destinati a ridurre le emissioni di anidride carbonica legati al ciclo e al trattamento dei rifiuti. La più classica delle soluzioni può essere quella del Ccs (Carbon capture and storage): “catturare” l'anidride carbonica che esce dagli impianti di smaltimento, comprimerla e trasportarla in siti di stoccaggio permanente e sicuro.
Ammontano a 3 milioni gli stanziamenti del Piano per diminuire la produzione di rifiuti. Potrà essere ulteriormente incentivata l’azione nel settore della distribuzione e della produzione, per la diffusione di detersivi e generi alimentari alla spina. Un altro esempio di azioni concrete che potranno trovare finanziamento riguarda le mense scolastiche ed aziendali, con l’intento di sostituire ai piatti, bicchieri e posate usa e getta, stoviglie che possono essere riusate per moltissimo tempo.
I rifiuti delle imprese
Sul versante del Piano che più da vicino tocca le imprese, i primi ad essere spesi – già entro la primavera 2009 – saranno i 4,1 milioni per rimuovere manufatti in amianto in matrice cementizia o resinosa, e poi per ridurre la produzione di rifiuti e l'uso di acqua negli stabilimenti. In arrivo anche i 12 milioni destinati a compiere un altro passo in avanti verso la bonifica di aree inquinate nel territorio fidentino (in particolare i siti di Carbochimica - ex Cip e San Nicomede) da riutilizzare per fini produttivi. Previsti anche impianti per il recupero dei fanghi di depurazione di acque reflue agroindustriali e urbane per un investimento pari a 5 milioni di euro.
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