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Negozi chiusi il 25 aprile. Meazza (Unione commercianti): "Non condividiamo"

All'intervento dell'assessore Sabrina Freda sull'apertura dei negozi per il 25 aprile risponde Francesco Meazza, presidente dell'Unione commercianti.

“Osservo e prendo atto – afferma il presidente Meazza – che per conoscere le decisioni dell’Amministrazione Comunale di Piacenza, è necessario navigare in INTERNET oppure leggere i quotidiani locali, perché non è più in uso la prassi di informare debitamente ed in anticipo rispetto ai media, le Associazioni di categoria “.

“ Mi preme altresì sottolineare in premessa – continua il Presidente dei commercianti – che la nostra richiesta di poter lavorare e, ribadisco poter lavorare in un momento estremamente critico dell’economia anche di Piacenza, non voleva essere in nessun caso una mancanza di rispetto nei confronti del Comitato provinciale ANPI, né tanto meno del valore storico – morale della Liberazione. Infatti, per ricordare questa importante data, lo si può fare in modo più sentito prestando il proprio lavoro o svolgendo la propria attività, quando l’economia langue e non si possono perdere occasioni”.

“Inoltre – prosegue Meazza – anche per la cerimonia del 25 aprile avere la città con le attività commerciali in moto, avrebbe comportato una maggiore partecipazione di pubblico, magari di passaggio ed incuriosito dal corteo, dal comizio commemorativo, ecc. e poteva verificarsi anche un coinvolgimento diverso dei giovani, molti dei quali ignari del valore di una tale ricorrenza”.

“Tornando alla decisione del Comune di Piacenza – prosegue il presidente Meazza – non possiamo condividerla e da quel poco che ci è parso di capire non la condividono neppure molti cittadini, che avrebbero gradito al fianco del tradizionale mercato del sabato i negozi aperti”.

“Per quanto riguarda poi- continua Meazza – le motivazioni addotte dall’Assessore al Commercio, ci preme evidenziare come sia vero che la Regione Emilia Romagna ha individuato le festività nel quale è stabilita la chiusura, ma ci sono anche possibilità di deroghe e, precisamente <alle giornate ed alle zone comunali effettivamente coinvolte, durante quelle particolari ricorrenze, da un rilevante flusso turistico…> e alle zone dichiarate <centri commerciali naturali> così come è stata fatta richiesta dall’Assessore Freda per il centro storico di Piacenza ed altri assi commerciali”.

“Inoltre – prosegue il Presidente Meazza - nell’incontro del 9 aprile u.s. le posizioni contrastanti erano rappresentante dai sindacati dei lavoratori e, di questi quello maggiormente contrario era la CGIL, un po’ più possibilisti gli altri. Da registrare invece la piena sintonia sia dei piccoli negozi di vicinato che della distribuzione organizzata che chiedevano la possibilità di lavorare”.

“Per quanto concerne poi – afferma Meazza – la necessità dichiarata dell’Assessore Freda di un incontro tra le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria per aprire un tavolo di confronto atto a stabilire proposte condivise, l’Assessore si può tranquillizzare perché sono in atto incontri per il rinnovo del contratto integrativo provinciale dove ci auguriamo vengano disciplinate una volta per tutte anche questioni riguardanti le aperture festive”.

“Ci scusiamo – conclude Meazza – con i piacentini che volevano vedere i negozi aperti, ma non è nostra la responsabilità di quanto è stato deciso. Prendiamo atto della decisione che non condividiamo e, siamo preoccupati dalla reazione che i commercianti potranno avere in futuro, quando l’Amministrazione chiederà loro di aprire la domenica, dopo che gli è stata negata la possibilità di lavorare in un momento delicato. Questo crea un problema di relazioni che la decisione dell’assessore Freda ha facilitato.


In seguito alle numerose richieste da parte di esercizi commerciali della piccola e grande distribuzione, relative alla possibilità di tenere i negozi aperti nella giornata di sabato 25 aprile – in deroga alla normativa regionale vigente, che dispone l’obbligo di chiusura in occasione della Festa della Liberazione – l’assessore al Commercio Sabrina Freda conferma che il Comune di Piacenza non può autorizzare l’apertura, ritenendo nel contempo necessario un chiarimento, in merito ai regolamenti e alle normative attualmente in vigore.
L’assessore fa riferimento innnzitutto al decreto legislativo 114/98, che, oltre a stabilire la chiusura domenicale e festiva degli esercizi comerciali, prevede anche che l’Amministrazione comunale, previo un confronto con le organizzazioni locali dei consumatori, delle imprese del commercio e dei lavoratori dipendenti, individui i giorni e le zone del territorio nei quali gli esercenti possono derogare all’obbligo di chiusura domenicale e festiva. Le date contemplate comprendono il mese di dicembre e ulteriori otto domeniche o festività nel corso degli altri mesi dell’anno. Il Comune di Piacenza ha individuato, con delibera di indirizzo del Consiglio comunale e ordinanza sindacale n° 20 del 28/04/1999, le seguenti otto festività in cui gli esercizi di vendita al dettaglio possono effettuare l’apertura: il 6 gennaio, la domenica precedente la Pasqua, la seconda domenica di maggio, la terza domenica di settembre, la prima e la seconda domenica di ottobre, le ultime due domeniche di novembre.
La Regione Emilia Romagna, nel dicembre 2007, ha fissato alcune festività in cui gli esercizi commerciali – inclusi quelli situati in Comuni riconosciuti come città d’arte e quelli operanti nei centri storici (cui peraltro è concessa, a differenza dei negozi localizzati in altre zone, l’apertura domenicale) – devono in ogni caso osservare l’obbligo di chiusura: 1°gennaio, Pasqua, Lunedì di Pasqua, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1° novembre (Ognissanti), 25 e 26 dicembre. Con lo stesso atto, la Regione ha previsto che le eventuali deroghe alla chiusura in tali giornate possano essere concesse dall’Amministrazione Comunale esclusivamente previa concertazione con le organizzazioni del Commercio, del Turismo e dei Servizi, con le organizzazioni sindacali e dei consumatori,  disponendo comunque la chiusura compensativa in altra festività, in modo da non superare il numero massimo di 8 festività stabilito del decreto legislativo 114/98.
“Nel caso specifico – spiega l’assessore – non sarebbe stato possibile derogare all’obbligo di chiusura sancito dalla Regione, in quanto dall’incontro svoltosi il 9 aprile scorso, con tutti i soggetti interessati, sono emerse posizioni contrastanti che non consentono, al sindaco e all’Amministrazione comunale, l’adozione di atti univoci. Inoltre, la solennità della ricorrenza della Liberazione richiede il giusto rispetto per chi ha sacrificato la propria vita per la libertà”. “E’ necessario – conclude l’assessore Freda – che le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e le rappresentanze dei consumatori si attivino di comune accordo per aprire un tavolo di confronto che consenta di pervenire alla formulazione unanime di proposte condivise, attuabili sotto il profilo normativo, da sottoporre all’esame dell’Amministrazione comunale”. 

 
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