Non ama che si parli di lui in chiave individuale, perchè "il lavoro fatto in Abruzzo è il lavoro dei vigili del fuoco, in quelle condizioni si opera a stretto contatto e sempre in squadra". E' Maurizio Suzzani, caposquadra della sezione operativa appena rientrata da L'Aquila, che racconta quello che ha visto in questa settimana vissuta in mezzo alla distruzione lasciata dal sisma. Suzzani può definirsi un "veterano" dei terremoti, visto che ha operato come volontario in Friuli nel '76 e in Irpina nell'80, e poi ancora in quello del Natale scorso che interessò l'Emilia e sfiorò anche Piacenza. "Se dobbiamo fare una comparazione - afferma Suzzani - il sisma dell'Abruzzo è stato assai meno distruttivo di altri, basti pensare che in Friuli morirono 2500 persone. Gli edifici realmente collassati a L'Aquila sono pochi, il vero dramma è che molti altri, pur essendo restati in piedi andranno demoliti perchè inagibili". Rispetto alla polemica di questi giorni sulla scarsa qualità dei materiali usati per edificare le case, Suzzani precisa di non essere un tecnico e tuttavia fa notare come "i pilastri di cemento armato si sbriciolavano sotto i colpi delle nostre mazze. Vuol dire che qualcosa non andava". Suzzani, insieme ai suoi colleghi, è stato protagonista del salvataggio di una ragazza 23 enne, Valeria, poi ripreso da "Repubblica". "Ho rivisto quella ragazza proprio ieri - afferma - intervistata in televisione su Canale 5, sta bene. E' stata fortunata due volte: nel non morire sotto il palazzo crollato, e nel farsi sentire prima che una pala meccanica di un escavatore la travolgesse. Quella notte abbiamo sentito la sua flebile voce e poi visto spuntare le dita della mano e i suoi capelli dalle macerie. Ha trascorso 13 ore sepolta viva, spero per lei che possa superare il trauma che ha vissuto".
Suzzani ha fatto rientro a Piacenza ieri all'alba insieme ai 15 colleghi partiti dalla caserma di viale Dante all'indomani del sisma.
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