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Piano casa, la Regione: "Rispetteremo il territorio"

Interventi per migliorare il recupero del patrimonio edilizio residenziale dei privati nell’ambito di una più complessiva riqualificazione dei quartieri. Semplificazione e revisione delle norme urbanistiche ed edilizie. Un nuovo programma per aumentare il patrimonio di edilizia residenziale sociale. Sono queste le linee principali di intervento che la Regione Emilia Romagna metterà in campo nelle prossime settimane dopo la firma dell’accordo tra le Regioni e il Governo.

L’accordo tra Regioni e Governo (che ripristina un percorso serio e rispettoso delle prerogative istituzionali) fissa i punti di riferimento per l’azione regionale e concorda un’azione comune di Stato, Regioni ed Enti locali per una reale semplificazione delle procedure amministrative che consenta ai cittadini e alle imprese di attivare gli interventi edilizi con tempi rapidi e certi, garantendo livelli alti della gestione del territorio e dell’edilizia di qualità.
Sono esclusi dai provvedimenti i centri storici e le aree pregiate.
Nella nostra regione vogliamo agire con la serietà e rigidità necessaria per garantire il rispetto del territorio, dei beni culturali e dell’ambiente, in sintesi della nostra storia.
Si prevedono interventi straordinari di qualificazione e recupero funzionale dei tessuti urbani di non elevata qualità edilizia, individuate dai Comuni secondo le indicazioni generali della Regione. Si dovranno realizzare edifici di elevata qualità architettonica che utilizzino fonti di energia rinnovabili, nonché materiali e impianti rispondenti a criteri di sostenibilità ambientale.
Gli interventi potranno essere inseriti in progetti di riqualificazione dei quartieri per trasformarli in luoghi più vivibili, che offrano ai cittadini servizi e infrastrutture adeguate e ambienti di vita più sani e sicuri. In particolare saranno regolamentati interventi di ampliamento – anche attraverso piani/programmi definiti tra Regioni e Comuni – per migliorare la qualità architettonica e/o energetica degli edifici entro il limite del 20% della volumetria esistente di edifici residenziali mono e bifamiliari o comunque palazzi di volumetria non superiore ai 1000 metri cubi, con un limite massimo dell’incremento volumetrico complessivo pari a 200 metri cubi. Inoltre, saranno anche disciplinati interventi straordinari di demolizione e ricostruzione con ampliamento di edifici residenziali entro il limite del 35% della volumetria esistente, anche in questo caso con l’utilizzo delle migliori tecnologie per avere qualità architettonica ed ecologica degli interventi. Gli ampliamenti potranno riguardare solo edifici a destinazione residenziale e edifici non abusivi.

La Regione, con l’apertura di un ampio confronto con l’assemblea legislativa, le amministrazioni locali e con le forze economico sociali regionali tradurrà l’accordo nel modo migliore per rispondere agli interessi collettivi della società regionale.
Da tempo ha in corso da tempo in Commissione proposte per il miglioramento  delle  proprie norme urbanistiche ed edilizie per ottenere una maggiore semplificazione del rilascio dei permessi di costruzione e di approvazione dei piani urbanistici ( Psc, Poc e Rue).
Si tratta proprio di una revisione della legislazione regionale vigente (lr 20/2000 e 31/2001), anche alla luce dell’esperienza applicativa fin qui condotta, e diretti a ridurre i tempi di elaborazione dei piani, la semplificazione dei contenuti degli elaborati tecnici, una migliore definizione del ruolo dei diversi livelli istituzionali (Regione, Province e Comuni) per evitare duplicazioni e sovrapposizioni ma anche per avere tempi più celeri per l’avvio dei lavori.
La Regione ha chiesto al Governo di realizzare un vero Piano casa per rispondere alle esigenze dei cittadini che non hanno una, casa predisponendo programmi di incremento dell’edilizia residenziale sociale. Obiettivo fondamentale della Regione, al fine di assicurare la coesione sociale, rimane quello di aprire un immediato confronto con gli enti locali ed il Governo, per individuare le modalità più celeri ed efficaci per rispondere alle esigenze abitative di chi la casa non la possiede e non riesce a rivolgersi al mercato dell’affitto.
Infatti in Emilia Romagna sono circa 30 mila le famiglie che sono lista d’attesa per ricevere un alloggio pubblico mentre nel 2008 sono state ammesse a ricevere un contribuito a sostegno dell’affitto oltre 52 mila famiglie.

Le case in Emilia Romagna

 

Provincia

TOTALE

PIACENZA

142.328

PARMA

202.674

REGGIO EMILIA

204.118

MODENA

302.808

BOLOGNA

455.699

FERRARA

184.106

RAVENNA

181.270

FORLI'-CESENA

165.158

RIMINI

132.816

TOTALE

1.970.977

Dati Istat
 

Muzzarelli: "Rispettermo il territorio"

"In Emilia Romagna rispetteremo il territorio, i beni storico-culturali e l’ambiente. Centrale negli interventi edilizi l’elevata qualità architettonica, l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili nonché materiali e impianti rispondenti a criteri di sostenibilità ambientale". Lo ha sottolineato l’assessore regionale alla programmazione e sviluppo territoriale della Gian Carlo Muzzarelli presentando le linee generali di intervento che la Regione Emilia-Romagna metterà in campo nelle prossime settimane dopo la firma dell’accordo tra le Regioni e il Governo.
L’accordo tra Regioni e Governo fissa i punti di riferimento per l’azione regionale e concorda un’azione comune di Stato, Regioni ed Enti locali per una reale semplificazione delle procedure amministrative che consenta ai cittadini e alle imprese di attivare gli interventi edilizi con tempi rapidi e certi, garantendo livelli alti della gestione del territorio e dell’edilizia di qualità. Sono esclusi dai provvedimenti i centri storici e le aree pregiate.
Si prevedono interventi straordinari di qualificazione e recupero funzionale dei tessuti urbani di non elevata qualità edilizia, individuate dai Comuni secondo le indicazioni generali della Regione: quindi elevata qualità architettonica che utilizzi fonti di energia rinnovabili, nonché materiali e impianti rispondenti a criteri di sostenibilità ambientale. Gli interventi potranno essere inseriti in progetti di riqualificazione dei quartieri per trasformarli in luoghi più vivibili, che offrano ai cittadini servizi e infrastrutture adeguate e ambienti di vita più sani e sicuri.
In particolare saranno regolamentati interventi di ampliamento – anche attraverso piani/programmi definiti tra Regioni e Comuni – per migliorare la qualità architettonica e/o energetica degli edifici entro il limite del 20% della volumetria esistente di edifici residenziali mono e bifamiliari o comunque palazzi di volumetria non superiore ai 1000 metri cubi, con un limite massimo dell’incremento volumetrico complessivo pari a 200 metri cubi. Inoltre, saranno anche disciplinati interventi straordinari di demolizione e ricostruzione con ampliamento di edifici residenziali entro il limite del 35% della volumetria esistente, anche in questo caso con l’utilizzo delle migliori tecnologie per avere qualità architettonica ed ecologica degli interventi. Gli ampliamenti potranno riguardare solo edifici a destinazione residenziale e edifici non abusivi.
In Emilia Romagna è stimato che gli edifici residenziali mono e bifamiliari superino il mezzo milione (su un totale di quasi 900 mila immobili), mentre complessivamente gli appartamenti sono oltre 2 milioni. Di questi appartamenti uno su quattro ha una superficie tra 80 e 100 metri quadrati ( il 21% è tra i 60 e 80 mq e 16 per cento tra 100 e 120 mq) e oltre 625 appartamenti hanno quattro stanze.
"Per quanto riguarda modalità e tempi di questi interventi – ha aggiunto Muzzarelli - la Regione, con l’apertura di un ampio confronto con l’Assemblea legislativa, le amministrazioni locali e con le forze economico sociali regionali, tradurrà l’accordo nel modo migliore per rispondere agli interessi collettivi della società regionale". Sono già al vaglio della apposita Commissione assembleare, proposte per il miglioramento delle proprie norme urbanistiche ed edilizie per ottenere una maggiore semplificazione del rilascio dei permessi di costruzione e di approvazione dei piani urbanistici ( Psc, Poc e Rue).
Si tratta proprio di una revisione della legislazione regionale vigente (leggi 20/2000 e 31/2001), anche alla luce dell’esperienza applicativa fin qui condotta, e diretta a ridurre i tempi di elaborazione dei piani, a semplificare i contenuti degli elaborati tecnici, a definire il ruolo dei diversi livelli istituzionali (Regione, Province e Comuni) per evitare duplicazioni e sovrapposizioni ma anche per avere tempi più celeri per l’avvio dei lavori.
La Regione, inoltre, ha chiesto al Governo di realizzare un vero proprio Piano casa per rispondere alle esigenze di chi una casa non ha, predisponendo programmi di incremento dell’edilizia residenziale sociale. In Emilia Romagna, infatti, sono circa 30 mila le famiglie che sono lista d’attesa per ricevere un alloggio pubblico mentre nel 2008 sono state ammesse a ricevere un contribuito a sostegno dell’affitto oltre 52 mila famiglie. "Obiettivo prioritario della Regione, al fine di assicurare la coesione sociale, rimane - ha concluso Muzzarelli - quello di aprire un immediato confronto con gli enti locali ed il Governo, per individuare le modalità più celeri ed efficaci per rispondere alle esigenze abitative di chi la casa non la possiede e non riesce a rivolgersi al mercato dell’affitto".
 

 
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