Già non c’era limite alla fantasia ed alla sfacciataggine dei falsificatori di prodotti agro-alimentari italiani: ci voleva ora questo ulteriore attacco ad uno dei prodotti tipici del nostro paese, le arance, con una “mannaia” che arriva, dalla Ue la quale, con un progetto di legge comunitaria, taglia l’obbligo del contenuto minimo del 12 per cento di succo di agrumi previsto fino ad ora, per questo tipo di bevande. Il testo prevede infatti l’abrogazione dell’articolo 1° della legge n°286 del 1961 secondo il quale le bevande analcoliche vendute con denominazioni di fantasia, il cui gusto ed aroma fondamentale deriva dal loro contenuto di essenze di agrumi, o di paste aromatizzanti di agrumi, non possono essere colorate se non contengono anche succo di agrumi in misura non inferiore al 12 per cento. Invece adesso sul mercato sarà possibile trovare le bibite all’arancia senza arancia.
“Il via libera alle bevande "al sapore" di arancia senza arance è un evidente inganno, puntualizza il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi, nei confronti dei consumatori, e calpesta il sacrosanto diritto a un'informazione corretta e trasparente sugli alimenti acquistati spingendo verso un'ulteriore preoccupante riduzione del consumo nazionale di frutta. In più, ribadisce Bisi, la sostituzione del succo con aromi e coloranti non è solo un inganno per i cittadini, ma pone seri dubbi sugli effetti per la salute. L’arrivo di queste bibite è la pericolosa conseguenza, continua Bisi, di una deriva che ha già portato al via libera comunitario del vino “senza uva” realizzato dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes oltre che del formaggio prodotto a partire da caseina e caseinati. Anche in quest’ultimo caso è indispensabile estendere a tutti i prodotti lattiero caseari l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del latte utilizzato per impedire di spacciare come Made in Italy prodotti importati, o di impiegare cagliate provenienti dall’estero per produrre i nostri formaggi dop.
Proprio per questi motivi, l’intensificazione dell’attività di controllo che ha portato a numerosi sequestri va accompagnata da misure strutturali e Coldiretti, continua Bisi, proseguirà nella sua battaglia per ottenere l'etichettatura obbligatoria anche su tutti i prodotti lattiero caseari a partire dal latte a lunga conservazione UHT, come previsto dai disegni di legge del parlamento e del governo, consapevoli che salveremo le stalle solo se avremo un’etichetta chiara e trasparente.
Questo si rende ancora più necessario se si pensa che il “Sarvecchio Parmesan” prodotto in Wisconsin è stato premiato come miglior formaggio negli Stati Uniti. Con questa “clonazione” dell’originale Parmigiano Reggiano Made in Italy è destinata ad arricchirsi la lista dei prodotti alimentari italiani taroccati provenienti da tutto il mondo che la Coldiretti sta raccogliendo in un “museo”.
Coldiretti anche a Piacenza, conclude Bisi, riaffermerà la legittimità del proprio impegno per far uscire dall’anonimato la spesa alimentare dei cittadini e valorizzare le produzioni; non una misura di protezionismo ma di trasparenza, la stessa che usiamo quando sui mercati contadini e negli agriturismi, i produttori “ci mettono la faccia” a garanzia della qualità dei loro prodotti, iniziative che dovrebbero sollevare il plauso e non le critiche di chi ancora non ha capito che senza l’agricoltura non può esistere il territorio e che non si può parlare di alimentazione senza parlare di agricoltura”.