Due appuntamenti di aggiornamento, rivolti a medici e infermieri, per fare il punto sulla patologia vascolare cerebrale ischemica d’urgenza. Giovedì 2 e martedì 7 aprile in sala Colonne (nucleo antico dell’ospedale di Piacenza) l’unità operativa di Neurologia promuove due pomeriggi di studio dedicati rispettivamente a Trombolisi e Tia (attacco ischemico transitorio) e stenosi carotidee.
Gli eventi sono curati dall’unità operativa Qualità e formazione dell’Ausl di Piacenza.
L’ictus cerebrale – sottolinea la dottoressa Donata Guidetti, primario di Neurologia – è la patologia neurologica oggi più frequente e può essere considerata una delle principali sfide cui la medicina contemporanea è chiamata a far fronte”.
Nella provincia di Piacenza, nel 2008, si sono contati 782 ricoveri per ictus (di cui 461 nel reparto di Neurologia), in linea con una tendenza nazionale di 960mila cittadini che hanno avuto un ictus. Di questi, 384mila sono rimasti disabili. L'ictus cerebrale ischemico ha infatti una mortalità del 20 per cento entro il primo mese e del 30 per cento a un anno. Per l'ictus emorragico la mortalità è del 50 per cento. Dati che pongono questa patologia al terzo posto come causa di morte nei paesi occidentali. Inoltre, l'ictus è la prima causa di disabilità nell'adulto e la seconda causa di demenza, dopo la malattia di Alzheimer.
Di fronte a questo preoccupante panorama, va segnalato che da qualche anno si sono aperte notevoli possibilità terapeutiche, sia nella fase iperacuta dell'ictus cerebrale, cioè al momento di un immediato ricovero, sia nel ridurre in seguito le complicanze e la mortalità.
Il primo pomeriggio di aggiornamento (giovedì 2 aprile, dalle ore 14 alle 18) è dedicato alla Trombolisi, ovvero alla possibile riduzione del trombo che ha provocato l’ischemia con una terapia farmacologica.
Andrea Mascolo (Neurologia) riferirà di come recenti studi internazionali abbiano dimostrato l’efficacia della terapia salva-vita fino a 4 ore e mezza dai primi sintomi dell’attacco ischemico. A uno di questi studi (apparso sul New England Journal of Medicine) ha partecipato anche il reparto piacentino, con 11 pazienti.
“Finora – sottolinea il primario – si trattavano solo pazienti che riuscivano ad arrivare in ospedale, per fare una Tac, entro tre ore dall’esordio dell’attacco”.
Il collega Nicola Morelli esaminerà invece l’applicazione della Trombolisi negli ultra ottantenni. Significativa poi l’esperienza portata da Giovanni De Berti (Reggio Emilia) su “Il mix-match perfusionale mediante Tac cerebrale”. “Tale procedura – spiega la Guidetti – potrebbe essere introdotta anche a Piacenza, in collaborazione con i radiologi. Essa consente infatti di vedere se il vaso chiuso irrora un tessuto ancora vitale o meno e poter in caso di riapertura salvare parte del tessuto stesso, senza provocare emorragie”.
Più avanzata l’esperienza del Niguarda di Milano, portata a Piacenza da Alfonso Ciccone: “Si tratta di una Trombolisi in due tempi: se il vaso è chiuso, si effettua un trattamento intrarterioso, salendo dall’inguine fino al vaso cerebrale”.
Nel pomeriggio sarà anche presentata l’esperienza maturata dal Dipartimento di emergenza urgenza nella gestione dell’ictus ischemico nel triennio 2006/ 2008. Infine, prima della tavola rotonda di conclusione, Paolo Immovilli (sempre della Neurologia piacentina) presenta i dati di esito e le complicanze dei trattati.
Il secondo pomeriggio (martedì 7 aprile, sempre dalle ore 14 alle 18) è invece dedicato agli episodi ischemici transitori, i cosiddetti Tia, e alle stenosi carotidee.
“Se affrontati ai primi sintomi – sottolinea la dottoressa Guidetti - possono evitare l'insorgenza di una ischemia cerebrale”.
“Stiamo cercando di creare un pool di medici che possa effettuare doppler in urgenza trattando i Tia nelle prime 24 ore in day hospital. Questo consente di non arrivare in seguito a ictus ischemici. Sappiamo infatti che l’8 per cento dei Tia porta, nei 7 giorni successivi, a un ictus disabilitante”.
Per questo è determinante anche la collaborazione dei neurologi con i medici di famiglia, come testimonia la partecipazione al pomeriggio di studio di Marianna Avitabile.
Al convegno partecipano anche i chirurghi Patrizio Capelli e Maurizio Zaghis (Chirurgia generale, vascolare e senologica) e i radiologi Emanuele Michieletti e Beatrice Rossi.
A Fabiola Magnifico, per concludere, è affidata una relazione su una patologia rara: la dissecazione dei TSA (tronchi sovraortici).
Alla tavola rotonda finale partecipa Stefano Mistura, direttore sanitario dell’Ausl di Piacenza.