Ieri sono iniziati a Roma i lavori del congresso fondativo del Popolo della Libertà, a cui partecipano una trentina di delegati piacentini. Fra questi vi sono Tommaso Foti (An) e Massimo Trespidi (Forza Italia), che hanno diffuso il seguente intervento.
In nome del popolo della libertà di Tommaso Foti e Massimo Trespidi
Pare di rivederle, oggi mentre ripercorriamo la stessa strada da Piacenza a Roma, quelle bandiere di Alleanza Nazionale e di Forza Italia che sventolavano impetuose il 2 dicembre 2006 , spinte da una vera e propria bora d’orgoglio, nella – un tempo "rossa" - Piazza San Giovanni.
Quel giorno il popolo del centrodestra, non solo quello validissimo e meritorio costituito dai nostri militanti e dai nostri iscritti, invadeva le strade della Capitale per chiedere di essere libero: libero da Prodi e dai comunisti, libero nella propria nazione.
Quel popolo chiedeva unità e coltivava un grande sogno… Oggi, qui, a Roma, rafforzati dalle vittoriose, stravittoriose, elezioni politiche del 2008 sotto il simbolo del PDL e dalla positiva ed efficace azione del Governo di centrodestra, realizziamo quel sogno. Il sogno degli italiani liberi. Prima ancora che quello di Berlusconi e di Fini, il PDL realizza il sogno di quegli italiani: il Popolo della Libertà nasce, dunque, oggi, in primo luogo nel nome di quel popolo del 2 dicembre 2006.
Ma se quella è stata la data che ha mosso la formazione del partito unico del centrodestra, il percorso ha radici che affondano molto più in là nel tempo. Da quel 1994, quando Berlusconi decise di fondare Forza Italia e Fini portò il Movimento Sociale a fondersi in Alleanza Nazionale.
Da allora – e sono quindici anni, che in politica sono poco più che un’eternità - Forza Italia e Alleanza Nazionale hanno viaggiato paralleli, uniti, alleati. Tra alti e bassi, tra qualche lite e molti idilli, complementari e fedeli. Oggi quella complementarietà diventa congruenza. Visione del mondo e spirito del tempo si confondono: non per formare un pensiero unico, ma perché legati da valori comuni.
Restare divisi nei partiti precedenti voleva dire perpetuare un'iniziativa superata dagli eventi e quindi, anacronistica.
Alleanza Nazionale e Forza Italia non si fondono perché lo suggeriscono contingenze particolari, necessità elettorali, desiderio di copiare altre esperienze europee di tipo bipartitico; lo fanno, invece, perché spinte, fortissimamente, dalla passione e dall’anima della propria gente, dai loro ideali che si permeano e si fondono, oggi più che mai.
Il Popolo della Libertà non è né il prolungamento di Forza Italia, né quello di Alleanza Nazionale, ma la maturazione di un processo che è avvenuto nella società italiana, nel popolo dei moderati italiani.
Non siamo tutti uguali nella società, non la pensiamo tutti allo stesso modo, non la penseremo sempre allo stesso modo ne Il Popolo della Libertà, ma siamo convinti che sapremo interpretare come partito lo spirito del tempo che respira la stragrande maggioranza degli italiani, la voglia di libertà, di unità, di collaborazione, di crescere e sognare insieme.
Il PDL nasce quindi non come conclusione di un progetto di due grandi partiti, o di alcune forze politiche minori di esperienza cattolica e laica che vi hanno aderito, o di qualche leader, ma come inizio di un grande percorso rivolto al futuro; nasce in nome e per conto del popolo della libertà.