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La crisi a Piacenza: 1500 hanno perso il lavoro
  

Dall'inizio del 2009 a Piacenza e provincia hanno perso il lavoro almeno 1500 persone: sono quelle che non hanno alcuna rete di protezione né possono disporre di ammortizzatori sociali, i lavoratori a tempo determinato a cui non è stato rinnovato il contratto e gli interinali che non hanno più trovato alcun impiego temporaneo. I dati sono forniti dal neosegretario provinciale della Cisl, Gianni Salerno, intervistato da PiacenzaSera.it per tastare il polso all'economia locale investita dalla crisi. “Negli ultimi due mesi – spiega Salerno – sono circa 500-600 i contratti a tempo determinato che non sono stati rinnovati nelle aziende pubbliche e private del piacentino, inoltre secondo una nostra indagine presso le agenzie interinali, il reclutamento di questo tipo di lavoratori è calato del 25-30 %, che tradotto in termini assoluti significa la perdita di 800-1000 posti di lavoro. Resta fuori da questa stima la piccolissima impresa, che sfugge per sua natura alle rilevazioni. Sono dati certamente preoccupanti che vanno affiancati all'incremento della cassa integrazione ordinaria e straordinaria, cresciuta di 300-400 unità tra febbraio e marzo”. Un quadro poco confortante anche se a Piacenza la crisi ha prodotto effetti meno dirompenti di altrove. “La nostra economia – spiega Salerno – non è stata così drammaticamente colpita come alcuni territori limitrofi. La natura spiccatamente di nicchia di alcuni dei nostri settori produttivi li rende meno esposti alla tormenta”. Come affrontare la situazione? “Nessuno può pensare – sottolinea – che possano bastare provvedimenti di natura soltanto locale, noi dobbiamo salvaguardare il nostro sistema produttivo e in particolare il suo capitale umano e sociale e mettere in campo misure concrete di sostegno per i redditi più bassi, e per quelle persone che repentinamente si troveranno nella sfera della povertà. E' positiva in questo senso l'iniziativa del Comune di Piacenza di istituire un fondo, credo che anche altri comuni dovrebbero seguirne l'esempio”.

 

 

 
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