Dopo la classica Sylphide,  accolta con grande successo, la stagione di danza 2008-2009  realizzata dalla Fondazione Toscanini al Teatro Municipale prevede per stasera alle ore 20.30, la presenza di Aterballetto che come è noto è la principale compagnia di produzione e distribuzione di spettacoli di danza in Italia e la prima realtà stabile di balletto al di fuori degli enti lirici. In programma l’ultimo spettacolo dal titolo Orizzonte Terra, composto da due momenti coreografici: Terra di Mauro Bigonzetti musiche di Bruno Moretti e Minus 7 del coreografo israeliano Ohad Naharin. In entrambe sarà impegnata tutta la compagnia compresa quindi la piacentina Stefania Figliossi.

Senza raccontare le origini, i secoli della diaspora, in Terra creata da Bigonzetti coreografo principale della Compagnia, che è diretta da Cristina Bozzolini, non si vuole approfondire quell’idea che si è formata nelle  coscienze collettive, lasciata dalla storia di un popolo, quello ebraico, che da sempre si è intrecciata con altre storie ed altre culture, in un inarrestabile processo di osmosi che, però, non ha intaccato le caratteristiche fondanti di quella cultura; tutto questo porta il segno del continuo vagare, della ricerca incessante, l’idea della meta della vita. La composizione musicale di Bruno Moretti (originariamente commissionata dal New York City Ballet), si sviluppa in quattro movimenti ed anch’essa segue l’ispirazione di un attraversamento di mondi culturali; partendo da un ambiente latino attraversa un territorio balcanico e mitteleuropeo sino alla terra delle origini, per concludersi in un mondo “genericamente occidentalizzato”. Suona invece come la summa di un pensiero artistico Minus 7, che il coreografo Ohad Naharin direttore artistico della Batsheva Dance Company, ha concesso alla compagnia italiana: non un lavoro nuovo, ma piuttosto una ricostruzione, che lo stesso coreografo spiega così: "mi piace prendere pezzi e sezioni di lavori esistenti e rilavorarli, riorganizzarli e creare la possibilità di guardarli da un’altra angolazione. Questo mi insegna sempre qualcosa di nuovo sul mio lavoro e sulla composizione. In questo pezzo ho preso sezioni da lavori differenti. Era come se stessi raccontando o solo l’inizio, o la parte centrale o la fine di tante storie, ma quando l’ho organizzato il risultato è diventato coerente tanto quanto l’originale, se non di più”.