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Migliavacca: "Basta con un partito che parla solo di regole e di nomi"

Un dibattito ricco di interventi e articolato e la voglia di ripartire dalla validità del progetto del Pd. L'assemblea del Partito Democratico, in un auditorium di S.Ilario stracolmo, ha visto la partecipazione del parlamentare Maurizio Migliavacca, in procinto di assumere la regia nazionale dell'organizzazione. Dopo le dimissioni di Veltroni, fiducia a Franceschini da parte del segretario provinciale Paolo Botti: "Abbiamo evitato la balcanizzazione del partito". 

Ecco una sintesi dell'intervento del segretario provinciale Paolo Botti. "C'è stato certamente uno scatto nel partito con l'assemblea di sabato scorso, il neo segretario Franceschini è stato incisivo e ha offerto importani segnali di discontinuità. Abbiamo evitato la balcanizzazione del partito e le ragioni della nascita del Pd sono ancora intatte. Dopo le dimissioni di Veltroni, c'è bisogno di una guida sicura e di una nuova compattezza, abbandonando il nuovismo a tutti i costi, che non ci ha dato poi quei grandi risultati. Il valore delle primarie non è in discussione ma non vanno inflazionate e ridotte a un mero esercizio plebiscitario. Su questo terreno Berlusconi ci batte. Le primarie vanno agganciate a una precisa piattaforma politica. Adesso c'è bisogno di tutti adesso per affrontare la campagna di tesseramento per strutturare il partito. Non indeboliamo il progetto e lanciamo messaggi chari, ad esempio sulle ronde dobbiamo dire con nettezza che siamo contrari".

Il parlamentare Maurizio Migliavacca non ha nascosto limiti e problemi della gestione sin qui portata avanti. Ecco quanto ha espresso: "Sabato scroso all'assemblea di Roma, avevano un po' di ragione sia coloro che chiedevano le primarie, sia coloro che le respingevano. Nell'assemblea ha prevalso la linea della responsabilità, quella giusta. Con le primarie avremmo messo uno "tsunami" nella campagna elettorale del Pd, si sarebbe verificata una sorta di competizione ingovernabile che si sarebbe sovrapposta alle campagne elettorali sui territori. E poi ci siamo stufati di un partito che discute solo di nomi e di regole: non appassiona l'Italia e i suoi cittadini un partito così. Avremmo impresso una curvatura populistica e mediatica alla ripartenza del Pd.  Se abbiamo avuto un limite nel 14 ottobre, è che abbiamo pensato a dar vita una maggioranza costituente ampia, ma realtà quel processo conteneva elementi di eterogeneità che si sono evidenziati e hanno pesato sul cammino successivo del Pd. Ora la sfida principale sono le elezioni, per questo ci serve un segretario pieno. Con Dario Franceschini è stata fatta la scelta giusta e lui lo ha dimostrato con il suo discorso. Sciogliendo alcuni nodi, come quello sulla laicità. Nei prossimi mesi con il congresso andranno affrontate questioni più di fondo. La prima: di fronte alla grande prima crisi della globalizzazione si ripropone un tema cruciale, la ricostruzione di un compromesso tra capitalismo e democrazia. La seconda: con la rivoluzione scientifico tecnologca che va a toccare i temi della vita e della morte, dobbiamo dotarci di un pensiero autonomo che faccia leva sul tema della libertà. E infine il tema-partito: serve un equilibrio tra partecipazione e struttura.

 
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    Commenti:


    vi ricordate i vecchi rimpasti?
    siamo ritrornati ai vecchi rimpasti.Sarebbe questo il nuovo che avanza? A me sembra il vecchio gioco delle poltrone dalla quali nessuno vuole schiodarsi. La loro paura è tornare a lavorare.
    giovanni
    24/02/2009  14.22

    ...abbasso il nuovismo...
    [...]abbandonando il nuovismo a tutti i costi, che non ci ha dato poi quei grandi risultati.[...] Nuovismo a tutti i costi ? Ma se sono rimaste le persone di sempre, al posto di sempre ! Non hanno fatto altro che tutelarsi il posto di lavoro :(
    Il Nito
    24/02/2009  09.19


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