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Rifondazione: "Il Pd ha sbagliato ad astenersi sull'ordine del giorno sullo sciopero"

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
Federazione di Piacenza

COMUNICATO STAMPA SUL NON VOTO DEL PD IN CONSIGLIO COMUNALE A FAVORE DELLO SCIOPERO GENERALE DEL 12 DICEMBRE.

Piacenza, 10 dicembre 2008

CI SPIEGA IL CAPOGRUPPO PD AL COMUNE DI PIACENZA COME FA A FARE L’OPPOSIZIONE A BERLUSCONI CON SILENZIO ED INVISIBILITA’?

L’astensione da parte del PD sull’ordine del giorno presentato da Rifondazione Comunista in consiglio comunale in appoggio allo sciopero generale del 12 dicembre rappresenta un errore politico ed un’occasione persa.
L’errore consiste nel non voler condividere una piattaforma seria di fuoriuscita da una crisi alla quale il governo risponde con le solite ricette di tagli ai servizi pubblici, agli enti locali ed il sostegno ai poteri forti mentre l’occasione persa è costituita dalla rinuncia alla lotta come strumento di democrazia per contrastare efficacemente scelte sbagliate.
Risultano deboli le contestazioni formali basate sulla “conformità” regolamentare dell’ordine del giorno avanzate dai capogruppo democratico e della civica per Reggi a fronte della sostanza politica di uno scontro profondo nel paese che vede impegnati l’esecutivo di centrodestra, con banchieri e Confindustria da un lato, movimenti dei lavoratori, studenteschi e sindacato dall’altro.
Il PD sceglie di non scegliere e rispetto la mobilitazione della piazza adotta la stessa linea praticata nelle aule istituzionali: un impacciato ed inconcludente silenzio.
Non esistono equilibrismi e terze vie per contrastare una situazione nella quale aumenta in modo preoccupante il ricorso alla cassaintegrazione, in cui interi comparti economici sono flagellati dai licenziamenti, dove circa un quarto dell’intera popolazione è da collocarsi alla soglia della povertà, i lavoratori precari sono ancor più precari, si punta a chiudere scuole ed ospedali e a distruggere il contratto nazionale di lavoro.
L’unica risposta possibile è che hanno ragione la C.G.I.L. ed i sindacati di base che giustamente ed in autonomia praticano la lotta come strumento di difesa dalla crisi e dal rischio della rassegnazione.
Chiamarsi fuori non ottiene che il risultato di rafforzare il governo e il non essere solidali con la C.G.I.L. oggi cristallizza la rottura dell’unità sindacale.
Rifondazione Comunista non gode delle disgrazie altrui, soprattutto quando sono in gioco le condizioni di vita di milioni di lavoratrici e lavoratori con le loro famiglie, ed auspica un ripensamento da parte del PD e delle sigle sindacali oggi assenti dal conflitto.
Saranno la piazza ed il movimento dal basso - ancora una volta - a produrre uno spostamento in avanti ed il P.R.C. non ha tentennamenti: in quella piazza ci sarà.

Roberto Montanari
Segretario prov.le P.R.C.

 
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