LEGGI IL DISCORSO INTEGRALE DI OBAMA - CHICAGO, 5 NOVEMBRE - Ecco di seguito il testo integrale del discorso della vittoria elettorale, pronunciato questa notte da Barack Obama al Grant Park di Chicago, di fronte al oltre centomila persone.
"Ciao, Chicago.
Se c'è qualcuno lì fuori che ancora dubita che l'America sia un posto dove tutto è possibile; che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori è vivo ai nostri tempi; che ancora mette il dubbio il potere della nostra democrazia: questa notte è la vostra risposta.
E' la risposta delle code che si allungavano intorno alle scuole e alle chiese in numeri che questa nazione non aveva mai visto, della gente che ha aspettato tre e quattro ore, molti per la prima volta nella vita, perché credevano che questa volta dovesse essere diverso, che le loro voci potessero fare la differenza.
E' la risposta che viene dai giovani e dai vecchi, dai ricchi e dai poveri, democratici e repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, indigeni americani, gay, eterosessuali, disabili e no.
Non siamo solo una lista di individui, saremo sempre gli Stati Uniti d'America
Gli americani hanno mandato un messaggio al mondo: non siamo mai stati solo una lista di individui o una lista di Stati rossi e Stati blu. Siamo, e sempre saremo, gli Stati Uniti d'America.
E' la risposta che ha guidato quelli che si sono sentiti dire per tanto tempo di essere cinici e spaventati e dubbiosi su quello che possiamo ottenere, mettendo le loro mani sull'arco della storia e piegandolo una volta di più alla speranza di un giorno migliore.
C'è voluto molto a venire, ma stanotte, per quello che abbiamo fatto in questo giorno in questa elezione in questo momento cruciale, il cambiamento è arrivato in America.
Una bellissima telefonata da McCain
Poco fa stasera ha ricevuto una bellissima telefonata dal senatore McCain. Il senatore McCain ha combattuto lungamente e duramente in questa campagna e ha combattuto anche più lungamente e duramente per il paese che ama. Ha sopportato sacrifici per l'America che la maggioranza di noi neanche possono immaginare.
Siamo tutti migliori per i servigi resi da questo coraggioso, altruista leader. Mi congratulo con lui e mi congratulo col governatore Palin per quello che sono riusciti a fare. E aspetto con ansia di lavorare con loro per rinnovare la promessa della nazione nei mesi a venire.
Grazie al mio compagno di viaggio e all'amore della mia vita. Shasa e Malia, vi siete guadagnate il cucciolo
Voglio ringraziare il mio compagno in questo viaggio, un uomo che ha fatto campagna dal cuore e ha parlato per gli uomini e le donne con cui è cresciuto nelle strade di Scranton ...
E con cui è andato in treno verso casa nel Delaware, il vicepresidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden. E non sarei qui stasera senza il sostegno incrollabile della mia migliore amica degli ultimi 16 anni, la roccia della nostra famiglia, l'amore della mia vita, la prossima first lady del paese... Michelle Obama.
Sasha e Malia... Vi amo più di quanto potete immaginare. E vi siete guadagnate il nuovo cucciolo che verrà con noi alla Casa Bianca.
Mia nonna e la famiglia mi mancano, stanotte
E anche se non è più con noi, so che mia nonna sta guardando, insieme alla famiglia che mi ha fatto quello che sono. Mi mancano stanotte. So che il mio debito verso di loro è incommensurabile.
A mia sorella Maya, a mia sorella Alma, a tutti gli altri fratelli e sorelle grazie per tutto il sostegno che mi avete dato, vi sono grato.
E al manager della mia campagna, David Plouffe... L'eroe silenzioso di questa campagna, che ha costruito la migliore campagna politica, credo, della storia degli Stati Uniti d'America. E al mio principale stratega David Axelrod, che mi ha accompagnato in ogni passo della via.
Alla migliore squadra di campagna mai messa insieme nella storia della politica: è merito vostro e vi sono grato per sempre per i sacrifici che avete fatto perché accadesse.
Ma questa vittoria appartiene a voi
Ma soprattutto, non dimenticherò mai a chi appartiene davvero questa vittoria. Appartiene a voi. Appartiene a voi. Non sono mai stato il candidato più probabile per questo incarico. Non abbiamo cominciato con molti soldi o molti sostegni. La nostra campagna non è nata nei corridoi di Washington.
E' iniziata nei cortili di Des Moines e nei salotti di Concord e sui portici di Charleston.
E' stata costruita da uomini e donne che lavorano che che hanno tirato fuori i pochi risparmi che avevano per donare 5, 10, 50 dollari alla causa.
Ha tratto forza dai giovani che hanno rifiutato il mito dell'apatia della loro generazione; che hanno lasciato le case e le famiglie per lavori che davano loro pochi soldi e ancor meno sonno.
Ha tratto forza dai non più giovani che hanno affrontato il freddo intenso e il caldo afoso per bussare alle porte di assoluti sconosciuti, e dai milioni di americani che si sono offerti volontari e hanno organizzato e dimostrato che oltre due secoli dopo, un governo della gente, dalla gente e per la gente non è scomparso dalla Terra.
Questa è la vostra vittoria. E so che non l'avete fatto solo per vincere le elezioni. E so che non l'avete fatto per me. L'avete fatto perchè capite l'enormità del compito di fronte a noi: mentre celebriamo stanotte, sappiamo che le sfide che ci porterà domani sono le più grandi della nostra epoca: due guerre, un pianeta a rischio, la peggior crisi finanziaria da un secolo.
Quelli che combattono, quelli che non dormono perchè devono pagare il mutuo o le parcelle del medico
Anche mentre siamo qui stasera sappiamo che ci sono coraggiosi americani che si svegliano nei deserti dell'Iraq e fra le montagne dell'Afghanistan per rischiare le loro vite per noi. Ci sono madri e padri che restano svegli quando i bambini dormono e si chiedono come pagheranno il mutuo o le parcelle del medico o come risparmieranno abbastanza per mandarli all'università.
C'è una nuova energia da sfruttare, nuovi lavori da creare, nuove scuole da costruire, minacce da affrontare, alleanze da riparare.
Sì, possiamo
La strada davanti a noi sarà lunga. La salita sarà ripida. Forse non ci arriveremo in un anno o nemmeno in un mandato. Ma, America, non ho mai nutrito tanta speranza come stanotte che ci arriveremo. Ve lo prometto, noi come popolo ci arriveremo".
PUBBLICO: 'Sì possiamo. Sì possiamo'
OBAMA RIPRENDE: "Ci saranno ricadute e false partenze. Ci sono molti che non saranno d'accordo con tutte le decisioni e le politiche che seguirò da presidente. E sappiamo che il governo non può risolvere ogni problema. Ma sarò sempre onesto con voi sulle sfide che affrontiamo.
Vi ascolterò, soprattutto quando non saremo d'accordo. E soprattutto vi chiederò di partecipare nell'opera di rifare questo paese, nell'unico modo in cui l'abbiamo fatto in America per 221 anni, pezzo a pezzo, mattone dopo mattone, mano callosa su mano callosa.
Quel che è cominciato 21 mesi fa nel profondo dell'inverno non può finire in questa notte d'autunno. Da sola questa vittoria non è il cambiamento che vogliamo. E non potrà succedere se torniamo alle cose com'erano. Non può succedere senza di voi, senza un nuovo spirito di servizio, un nuovo spirito di sacrificio.
Un nuovo spirito di patriottismo, di responsabilità
Quindi richiamiamo un nuovo spirito di patriottismo, di responsabilità, in cui ognuno di noi si decide a partecipare e lavorare più duro e a badare non solo a noi stessi ma agli altri.
Ricordiamoci che se questa crisi finanziaria ci ha insegnato qualcosa, è che non è possibile che Wall Street prosperi mentre Main Street (la gente comune, ndr.) soffre. In questo paese, cresciamo o affondiamo come una nazione sola e un popolo solo. Resistiamo alla tentazione di ricadere nelle stesse divisioni e nelle stesse meschinità e immaturità che hanno avvelenato così a lungo la nostra politica.
Ricordiamoci che ci fu un uomo di questo Stato che per primo portò la bandiera del partito repubblicano alla Casa Bianca, un partito fondato sui valori della fiducia in se stessi e delle libertà individuali e dell'unità nazionale. Sono valori che tutti condividiamo.
E se il partito democratico stanotte ha ottenuto una grande vittoria, lo facciamo con umiltà e determinazione per sanare le spaccature che hanno frenato il nostro progresso.
Non siamo nemici, ma amici
Come Lincoln disse a una nazione ben più spaccata della nostra, non siamo nemici ma amici. Le emozioni possono forzare ma non devono spezzare i legami dell'affetto. E a quegli americani di cui devo ancora conquistare l'appoggio: non avrò ottenuto il vostro voto stasera ma sento le vostre voci. Mi serve il vostro aiuto. E sarò anche il vostro presidente.
E a tutti coloro che guardano stasera al di là delle nostre spiagge, dai parlamenti e dai palazzi, a quelli che si raccolgono intorno alle radio negli angoli dimenticati del mondo; le nostre storie sono diverse ma condividiamo lo stesso destino; una nuova alba della leadership americana è a portata di mano.
A quelli...
A quelli che vorrebbero distruggere il mondo: vi sconfiggeremo.
A quelli che cercano pace e sicurezza: vi sosteniamo.
E a tutti coloro che si sono chiesti se il faro dell'America brilla ancora: stanotte abbiamo dimostrato una volta di più che la vera forza del nostro paese non viene della potenza delle nostre armi o dalle dimensioni della nostra ricchezza ma dal potere perpetuo dei nostri ideali: democrazia, libertà, possibilità, speranza incrollabile.
La vera forza dell'America è saper cambiare
E' questa la vera forza dell'America: che l'America sa cambiare.
La nostra unione può essere migliorata. Quel che abbiamo già ottenuto ci dà speranza per quel che possiamo e dobbiamo ottenere domani.
Questa elezione ha visto molte prime, molte storie che saranno raccontate per generazioni. Ma una che ho in mente stasera riguarda una donna che ha votato a Atlanta.
Somiglia molto ai milioni di altri che si sono messi in fila per far sentire la loro voce in questa elezione, a parte una cosa: Ann Nixon Cooper ha 106 anni. E' nata appena una generazione dopo la schiavitù, quando non c'erano automobili in strada né aerei in cielo; quando una come lei non poteva votare per due ragioni: perché era una donna e per il colore della sua pelle.
E stasera penso a tutto quello che ha visto nel suo secolo in America: i dolori e la speranza, la lotta e il progresso, le volte che ci hanno detto che non potevamo, e la gente che è andata avanti col credo americano: Sì che possiamo.
In un momento in cui le voci delle donne venivano fatte tacere e le loro speranze distrutte, lei è vissuta fino a vederle alzarsi in piedi e prendere la scheda. Sì possiamo. Quando c'era solo disperazione nella polvere e la depressione in tutto il paese, ha visto una nazione che sconfiggeva la paura stessa con un New Deal, nuovi lavori, un nuovo senso di scopo comune. Sì, possiamo.
PUBBLICO: Sì possiamo.
OBAMA: Quando le bombe sono cadute sul nostro porto e la tirannia minacciava il mondo, lei era lì a testimoniare una generazione che si elevava all'eroismo e una democrazia che veniva salvata: sì possiamo.
PUBBLICO: Sì, possiamo.
OBAMA: Lei c'era per gli autobus a Montgomery, gli idranti a Birmingham, un ponte a Selma, e un predicatore di Atlanta che disse a un popolo che 'We Shall Overcome', 'noi ce la faremo'.
Sì, possiamo.
PUBBLICO: Sì, possiamo.
OBAMA: Un uomo ha camminato sulla luna, un muro è caduto a Berlino, un mondo è stato messo in rete dalla nostra scienza e dalla nostra fantasia.
E quest'anno in questa elezione, lei ha messo il dito su uno schermo e ha votato, perché dopo 106 anni in America, traverso i tempi migliori e le ore più buie, lei sa come l'America può cambiare. Sì, possiamo.
PUBBLICO: Sì possiamo.
OBAMA: America, abbiamo fatto tanta strada. Abbiamo visto tanto.
Ma c'è ancora tanto da fare. Stasera chiediamoci: se i nostri figli dovessero vivere fino a vedere il prossimo secolo, se le mie figlie fossero così fortunate da vivere tanto quanto Ann Nixon Cooper, che cambiamenti vedranno? Che progressi avremo fatto? Questa è la nostra opportunità di rispondere.
Questo è il nostro momento per ridare alla nostra gente il lavoro e aprire porte dell'opportunità ai nostri bambini, per ridare la prosperità e promuovere la causa della pace; per reclamare il sogno americano e riaffermare quella volontà fondamentale, che di tanti, siamo uno; che finché abbiamo respiro, abbiamo speranza.
E se troviamo davanti a noi il cinismo e i dubbi e chi ci dice che non possiamo, risponderemo con quel credo senza tempo che riassume l'intero spirito di un popolo: sì, possiamo. Grazie. Dio vi benedica. E Dio benedica gli Stati Uniti d'America."
AGGIORNAMENTO - IL COMMENTO DEL SINDACO ROBERTO REGGI "Mi auguro che la vittoria di Obama abbia una ricaduta positiva anche da noi in Europa e in Italia, soprattutto sotto il profilo dei valori e della cultura". Roberto Reggi è decisamente soddisfatto della vittoria del candidato democratico alla corsa per la Casa Bianca. "Gli Stati Uniti - afferma - in questi anni hanno visto messo pesantemente in discussione il loro ruolo storico di guida democratica per tutto l'occidente. Con la presidenza Bush, con il suo unilateralismo e l'uso indiscriminato della forza, non sono più riusciti a trainare le altre nazioni dietro a valori forti e condivisi. Mi auguro che con Obama tornino qugli ideali che hanno dato all'America il prestigio nel passato: i valori della democrazia diffusi nel mondo, innanzitutto, attraverso mezzi pacifici". "Quello che è davvero importante - prosegue Reggi - è che Obama nella sua campagna elettorale è stato capace di farsi interprete di una cultura nuova, di uno sforzo teso a superare l'individualismo esasperato. Ha lanciato un messaggio di speranza e di unità, oltre le differenze. Una nuova idea di bene comune che non prescinde dall'attenzione verso il prossimo, il vicino, lo straniero. Credo che tutti i progressisti, se sapranno assorbire questa ventata di novità, beneficeranno degli effetti dell'elezione di Obama".
Valanga Obama!
Dopo una notte molto più corta di quanto ci si potesse aspettare, Obama è il nuovo presidente degli Stati Uniti. E lo è con un risultato strepitoso, con una mappa elettorale che premia gli sforzi del candidato democratico e castiga pesantemente McCain e il suo partito. La mappa elettorale statunitense è un’enorme chiazza blu, con vittorie in stati impensabili fino a poco tempo fa.
Ma la serata non era certo incominciata così. A parte il Nord Est, roccaforte democratica, e il New Hampshire (che ha maggiori tendenze repubblicane) gli stati chiave sembravano andare a McCain. In particolar modo la Virginia e l’Indiana sembravano andare al candidato Repubblicano. Obama era invece in vantaggio in Florida. La Pennsylvania, vero fulcro della campagna elettorale di McCain, era ancora “too close to call”.
Alle 20.45 (2.45 italiane) il primo colpo. Le proiezioni assegnano la Pennsylvania ad Obama ed il candidato democratico ha recuperato in Virginia. McCain però ha recuperato in Florida.
Alle 21.45 il punto di svolta. La Pennsylvania è definitivamente assegnata ad Obama (“Pennsylvania calls for Obama”) e soprattutto le prime proiezioni assegnano l’Ohio ai Democrats. Da qui in avanti è tutta in discesa. Trapelano le prime indiscrezione dallo staff di McCain che non vedono più vie per una vittoria.
Alle 22.30 arriva anche la Virginia. È praticamente fatta, nessuno chiama ancora la vittoria ma ormai i numeri ci sono. Obama ha 220 electoral votes, necessari per la vittoria sono 270. Tenendo conto che si sta ancora votando nella costa Ovest dove la California, 55 electoral votes, è roccaforte democratica, Obama supererà facilmente i 270.
Alle 23.10 la CNN annuncia che Obama è il nuovo presidente degli Stati Uniti. Gli exit polls della costa Ovest (in cui si sono chiuse le urne da 10 minuti) non lasciano spazio a dubbi: California, Washington e Oregon sono con Obama. È matematica.
Alle 23.30 McCain esce sul palco di Phoenix dove tutto era pronto per un’eventuale vittoria (in cui pochi credevano). Ci sono lui, sua moglie Cindy, Sarah Palin e suo marito. McCain ammette la sconfitta, dice che ha telefonato ad Obama e che ormai i risultati sono chiari. Fa un discorso molto pacato e molto onesto in cui riconosce il merito dell’avversario e le sue qualità e con il quale offre la sua disponibilità a lavorare con lui per costruire un paese migliore. Riconosce quanto la vittoria di Obama sia la maggiore dimostrazione che in America tutto è possibile e che ognuno può costruire il suo pezzo di storia. Parole che non piacciono al suo pubblico che lo fischia più volte, ogni volta che nomina Obama, e che fa invece un’ovazione quando viene nominata Sarah Palin.
Da lì in poi tutti aspettano il discorso di Obama dal palco di Chicago.
È mezzanotte, l’inizio del nuovo giorno, quando Obama sale sul palco. Con un discorso che probabilmente entrerà nella storia. Dopo un ringraziamento a McCain per la telefonata e per l’onestà del confronto, ha ricordato uno ad uno tutte le persone che gli sono state vicine, non ultima la nonna, scomparsa Domenica, che non potrà vederlo entrare alla Casa Bianca. Ha richiamato poi l’unità del popolo americano e l’unità di intenti che questo deve avere. Non più un miscuglio di individualità, bianchi, neri, latino-americani, repubblicani, democratici, gay ed eterosessuali, disabili e abili ma un grande paese e una grande forza di democrazia, di libertà e di pari opportunità. Ha ricordato infine che la vittoria di oggi non basta per cambiare, la vittoria di oggi da all’America la possibilità di cambiare. Il cambiamento andrà costruito tutti insieme.
L’aria che si respira al college è sicuramente una delle cose più belle di questa nottata. La certezza di assistere ad un momento storico e la forte sensazione di aver voltato pagina. Di avere davvero aperto un’epoca, forse un secolo o addirittura un millennio. Vedere Jesse Jackson piangere all’annuncio della California fa davvero riflettere su quanto sia importante questo momento. Qui al college sono iniziati i festeggiamenti, di tutti i tipi. Gente che urla per strada, petardi, feste. L’America oggi è davvero un paese diverso, e la frase più bella me l’ha detta un ragazzo americano: “anche voi dovete essere felici; non abbiamo vinto noi, abbiamo vinto tutti, ha vinto il mondo”.
AGGIORNAMENTO ORE 22,30 - Il New Hampshire sarà probabilmente il primo swing state a dare i risultati.
Il dato è atteso per le 20.30 ora locale (2.30 ora italiana). Sarà il primo degli stati considerati fondamentali a dare il risultato. Dopo la chiusura delle urne alle ore 19, si procederà ad un rapido scrutinio (lo stato ha solo 1 milione e 300 mila abitanti).
Nonostante sia di dimensioni ridotte (ha solo 4 electoral votes) è considerato importante per il risultato finale. Si trova nel New England, roccaforte democratica, ma è a tendenza repubblicana (il senatore è repubblicano). I sondaggi lo assegnano ad Obama e comunque McCain potrebbe vincere anche senza questo stato.
Sarà più lungo lo scrutinio degli stati chiave quali Florida, Virginia, Ohio e Pennsylvania perché hanno molti più abitanti del New Hampshire.
Sono attesi anche i risultati per il governatore. Il New Hampshire ha un governatore democratico ma con tendenze molto conservatrici, è la terza volta che corre per la carica.
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Alle aperture delle urne tutti i sondaggi dicono Obama. Quelli di ieri dicono che addirittura l’Arizona, la Georgia, il Montana, il Missouri e il North Dakota sono soltanto “barely ” (il che significa che il Grand Old Party ha meno di 5 punti di vantaggio).
Questo è probabilmente il risultato della strategia elettorale che negli ultimi giorni ha allargato la campagna elettorale in quasi tutti gli stati. Infatti, grazie all’abbondanza di fondi raccolti ha incominciato ha spendere in pubblicità in tanti stati storicamente repubblicani. Difficilmente l’Arizona, patria di McCain, voterà Obama, ciò nonostante questa mossa costringe McCain a spendere parte dei suoi fondi (più scarsi rispetto a quelli di Obama) in questi stati.
La mobilitazione al campus è ormai al massimo livello, sono presenti ovunque cartelli che invitano a votare, adesivi, banchetti. I risultati sono attesi per domani verso le 6 o 7 del mattino in Italia.
Perché votero Obama.
Intervista con Giulia Siccardo, 18 anni, studentessa al primo anno a Dartmouth, college del New Hampshire (New England). I suoi genitori sono entrambi italiani ma lei è nata e cresciuta in California, viene da San José. Ha la doppia cittadinanza e voterà Barack Obama oggi.
Hai mai votato prima di oggi?
No, prima del 2008 non avevo l’età per votare.
La tua famiglia è tradizionalmente legata a qualche partito politico?
No, la mia famiglia ha un orientamento politico indipendente, cioè non sono iscritti né al partito democratico né a quello repubblicano.
Hai votato per le primarie?
Anche se non faccio parte del partito democratico, ho votato nelle elezioni primarie democratiche di questa primavera in California, e ho votato per Obama.
Hai potuto votare anche se non eri iscritta? Perché hai deciso di farlo?
In California, un elettore non registrato a nessun partito può votare nelle elezioni primarie democratiche, ma non in quelle repubblicane. Questo sistema esiste in molti stati per proteggere i candidati del partito di minoranza. La California è uno stato di forte maggioranza democratica, per cui molti elettori democratici potrebbero scegliere di votare nelle primarie repubblicane e, così facendo, potrebbero scegliere il candidato più debole nella speranza di sabotare la “nomination” avversaria e le successive elezioni. Se il candidato più debole vincesse nelle primarie di un grande stato come la California, I risultati nazionali delle primarie sarebbero molto distorti. Per evitare questi problemi le primarie repubblicane in California sono “chiuse” mentre quelle democratiche sono “semi-aperte” (solo per i Democratici e gli indipendenti). In ogni modo io volevo sostenere le idee di Obama, che a mio giudizio era il candidato meglio preparato e più promettente. In uno stato dove Hillary Clinton aveva il sostegno di una stragrande maggioranza volevo assicurarmi che Obama ricevesse la mia preferenza. Ho compiuto diciotto anni due giorni prima delle primarie, ma ho contattato l’ufficio elettorale in tempo per assicurarmi di poter votare nelle primarie il giorno del “Super Tuesday”.
Cosa pensi della Guerra in Iraq?
Personalmente sono contro le guerre per questioni di principio ma ora che siamo coinvolti in Iraq dovremo procedere a un ritiro graduale delle truppe.
Cosa pensi della crisi finanziaria?
Anche gli esperti sono d’accordo sul fatto che ci vorrà del tempo per capire realmente le cause.
E sulla pena di morte?
Sono assolutamente contraria alla pena capitale.
Lo è anche Obama? Ci sono altri candidati che lo sono?
Entrambi i candidati sono favorevoli alla pena di morte, anche se Obama ha espresso dubbi sulla sua utilità. D'altra parte è quasi impossibile trovare un candidato con cui potersi identificare completamente su tutti gli argomenti.
E invece per quanto riguarda l’aborto?
Questa è una questione non solo pertinente alla politica ma anche all’etica. Obama crede al diritto alla scelta e all’importanza di salvaguardare la salute della donna, ma ha affermato che si impegnerà a limitare l’aborto in certe circostanze, a trovare le risorse per aiutare le donne che scelgono di portare a termine la gravidanza, e a ridurre il ricorso all’aborto per quanto possibile.
Sei religiosa? Questo fatto influenza il tuo voto?
Si, sono credente ma questo non è un fattore che influenza direttamente il mio voto in queste elezioni. Naturalmente i miei principi fondamentali devono rispecchiarsi il più possibile in quelli del candidato per cui io vado a votare.
Hai lavorato per la campagna di Obama?
Non in maniera ufficiale. Ho fatto del volontariato all’interno dell’Universita` per incoraggiare gli elettori indecisi a partecipare al voto.
Perché qualcuno dovrebbe votare per Obama?
Perchè ha una grande preparazione ma nello stesso tempo è rispettoso di tutti, ha idee nuove, certamente non è un repubblicano ma neppure un democratico conformista. Obama sarà in grado di lavorare con i democratici e anche con i repubblicani, con il ceto medio e anche con le imprese, tenendo conto delle esigenze dello stato e delle famiglie. A livello internazionale Obama è aperto al dialogo ma è anche molto determinato nelle sue posizioni. Per esempio si è dichiarato favorevole a un ritiro graduale dall’Iraq ma non ad abbandonare indiscriminatamente il popolo iracheno al proprio destino. E` anche deciso ad aumentare lo sforzo militare in Afganistan e in Pakistan per contrastare in maniera efficace il terrorismo. Credo che questo cambiamento di strategia sia necessario per superare una crisi globale che richiede soluzioni nuove.
Pensi che ci siano aspetti negativi nel programma di Obama o nella persona di Obama come candidate?
Obama è relativamente giovane, ma come per ogni candidato le sue capacità saranno verificate “sul posto”.
Pensi invece che ci sia qualcosa di positivo nel programma di McCain?
McCain è rispettato per il servizio prestato sotto le armi ed è sempre stato un anticonformista, in questo senso anche McCain potrebbe rappresentare un cambiamento, anche se non in maniera sufficiente.
Pensi che sia importante il risultato di queste elezioni?
Sì, credo che il risultato di queste elezioni sia molto importante per gli Stati Uniti e anche per il resto del mondo.
Come immagini l’America dopo 4 anni di presidenza di Obama?
Credo che ci vorranno più di quattro anni per risanare il bilancio, rilanciare l’economia e ristabilire la credibilità della politica internazionale degli Stati Uniti, ma qualche cambiamento potrà essere visibile già durante il primo mandato di Obama.
E dopo 4 anni di presidenza McCain?
Un’amministrazione aggressiva come quella prospettata da McCain e soprattutto da Sarah Palin potrebbe portate a tensioni, a nuove guerre e a invasioni azzardate in Medio Oriente. Inoltre una politica fiscale sbagliata può causare un ulteriore declino dell’economia.
Obama è il primo candidate di colore della storia degli Stati Uniti. Credi che questo giocherà un ruolo importante nella scelta degli elettori?
Sì, è un fattore importante. Da una parte è triste che la questione della razza sia un elemento determinante in queste elezioni, e che alcuni elettori non votino per Obama solo perchè è un nero. D’altra parte avere un presidente di colore costituirà una svolta significativa e positiva per la questione razziale negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Anche se credo che quello che distingue Obama sono le sue idee e non la sua razza, ho l’impressione che la sua presidenza aiuterà comunque a sfidare quello che è rimasto di razzismo in America e contribuirà a sradicarlo definitivamente.
Perché voterò McCain
Something about you.
Intervista ad un ragazzo che oggi voterà per il candidate Repubblicano. Ha 20 anni e viene dal Massachussets ma desidera rimanere anonimo.
Hai mai votato prima del 2008?
No.
La tua famiglia appartiene tradizionalmente a qualche partito?
Sì, è repubblicana.
Hai votato per le primarie?
No
Perchè?
Sono stato egoista. Volevo entrare assolutamente in un college dell’Ivy League e ho anteposto qualsiasi cosa a questo obiettivo. Ero troppo vicino a raggiungerlo per preoccuparmi di quale candidato democratico o repubblicano ricevesse la nomination. Forse la prossima volta sarò più interessato sui problemi dell’America e del mondo piuttosto che sui miei
Sei favorevole o contrario alla Guerra in Iraq?
Contrario, tuttavia sento che dato che siamo andati là e abbiamo sconvolto la loro vita, dobbiamo restare ed assicurarci che quando ce ne andremo, l’Iraq sia un paese dove i cittadini possono vivere in salute ed in sicurezza.
Cosa pensi della crisi finanziaria?
È terribile, in particolar modo per chi ha il sogno, come me, di andare a lavorare in una banca d’investimento.
Cosa ne pensi della pena di morte?
Credo vada mantenuta se il tuo stato non la ha abolita.
E sull’aborto?
Non lo so, è una questione molto complicate. Sicuramente è un omicidio, ma come si può chiaramente capire da quello che ho appena detto prima non sono contrario agli omicidi. Il problema è, possono essere uccisi degli zigoti e degli embrioni innocenti perché il padre e la madre non sono preparati a riceverli? Se il bambino fosse nato con una deformità, dovremmo ucciderlo? Così a pelle, la mia risposta è no. Tuttavia, è facile parlare quando non ci si è mai trovati in questa situazione. Non posso esprimere la mia opinione a proposito fino a che non ho avuto un esperienza simile nella mia vita.
Sei religioso? Questo influenza la tua scelta di voto?
Non sono molto religioso, e questo non influenzerà il mio voto. I miei nonni sono molto religiosi, e non voteranno mai Democrat perché dicono ci sono troppe divergenze tra la loro fede e le idee del partito.
Hai lavorato per la campagna di McCain?
No.
Perché qualcuno dovrebbe votare per McCain?
Perché fornirà incentivi (abbassando le tasse) per coloro che, individualmente, lavorano duro, facendo sì che sia ancora possibile raggiungere l’American dream. E poi lui non vuole “diffondere il benessere attorno” (trd. Spread the wealth around, si intende aumentare la spesa pubblica a pioggia indistintamente)
Qual è un aspetto negativo del programma di McCain o di McCain come candidato?
McCain è molto anziano, e se morisse Sarah Palin diventerebbe president. Sicuramente ci sono anche altri aspetti negativi ma, come ho già detto, non ho avuto tempo di informarmi a sufficienza.
E pensi ci sia qualche aspetto positivo in Obama o nel suo programma?
Sì, gli obiettivi sociali che si propone. Ad esempio i matrimoni gay. La visione di Obama dimostra di capire maggiormente questo paese e di essere più in linea con il futuro di cui questo paese ha bisogno.
Pensi che sia importante il risultato di questa elezione?
Sicuramente. La mia vita, ed in particolar modo quella della mia famiglia (attualmente dodici membri della mia famiglia lavorano per l’azienda di famiglia che produce parti di metallo lavorate con macchine di precisione per prodotti ad alta tecnologia. Se Obama fosse eletto, la nostra azienda pagherebbe tasse più alte. Inoltre posti di lavoro in aziende simili a quelle della mia famiglia si trasferirebbero all’estero. La nostra azienda non sta andando molto bene in questo periodo ed un incremento delle tasse non ci aiuterebbe. Il mio nonno, mio papà e i suoi sei fratelli hanno lavorato duro per far crescere questa azienda iniziata 50 anni fa in una cantina con una macchina per costruire trapani e che ora ha 40 dipendenti. I lavoratori e gli imprenditori americani, come i membri della mia famiglia, dovrebbero essere ricompensati dal governo perché forniscono posti di lavoro e industria alla nazione, non puniti con tasse più alte.
Come pensi sarà l’America dopo 4 anni di presidenza McCain?
L’azienda della mia famiglia, e altre aziende simili, andranno meglio.
E dopo 4 anni di Obama?
I business come quello della mia famiglia saranno a pezzi.
Obama è di colore. Pensi che questo influirà nella scelta degli elettori?
Il fatto che Obama sia di colore è molto rilevante. Se non fosse stato nero, non avrebbe vinto la nomination, sarebbe stato solo un politico bianco come un altro, niente di speciali. Esattamente come la Palin, se non fosse una donna, non sarebbe stata la candidata vice-presidente.
Pensi che Obama abbia abbastanza esperienza per fare il presidente?
È duro dire quale sia l’esperienza necessaria per essere il leader più potente del mondo. Sinceramente, non credo che qualcuno abbia l’esperienza necessaria per affrontare tutti i problemi che dovrà affrontare durante il suo mandato. Però, se devo fare un paragone sull’esperienza, McCain è sicuramente più preparato. Tuttavia se devo fare un confronto tra i due ticket, sicuramente la coppia Obama – Biden ha complessivamente più esperienza del ticket repubblicano. Ma comunque il presidente ed il vice presidente hanno ruoli differenti, quindi non conta “l’esperienza media” della coppia ma quella del candidato presidente.
Cosa pensi di Sarah Palin? Sarebbe un buon presidente?
Al di là della visione politica, per certi aspetti assomiglia ad Obama: non ha molta esperienza, è in corsa solo perché è una donna (Obama lo è solo perché è nero), ha dietro di sé una grande carriera politica partendo dal nulla, con ciò dimostrando che qualunque cosa è possibilie in America. Chiunque tu sia e da dovunque tu venga puoi farcela.
Come non credo che Obama sarebbe un buon presidente, analogamente non lo credo per la Palin. Per fortuna sta correndo solo per essere vice presidente.