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Ultimo aggiornamento:   12/10/2015  l  15.31  
                               
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Riforma Gelmini, la Regione pronta al ricorso INTERVISTA A ERRANI
  

AGGIORNAMENTO - Si è tenuto in Camera del Lavoro l'incontro tra i sindacati della scuola e le forze politiche piacentine. Lo schieramento di centrodestra ha disertato l'appuntamento, mentre sono intervenuti i rappresentanti di varie forze politiche di centrosinistra. I sindacati hanno ricordato l'appuntamento con lo sciopero generale del settore per il 30 ottobre. Dopodomani, venerdì 17, è prevista una fiaccolata in città.

Scuola, l’Emilia-Romagna si prepara al ricorso contro il Governo. “Il conflitto è nei fatti” dice il presidente dell’Emilia-Romagna Vasco Errani. E, commentando il provvedimento del ministro Gelmini che minaccia la chiusura dei plessi scolastici con meno di 50 alunni, aggiunge: “Non è una riforma. E’ un atto grave da parte del Governo che interviene direttamente sulle competenze delle Regioni e degli Enti locali, e a cui le Regioni risponderanno con determinazione”.

Sotto accusa sono l’articolo 64 della legge 133 (approvata in agosto) e l’articolo 3 del decreto legge 154 (di ottobre): il primo detta i criteri di dimensionamento degli istituti scolastici mentre il secondo prevede il commissariamento delle Regioni inadempienti.  

“Il conflitto è nei fatti e il responsabile unico ed esclusivo è il Governo – continua il presidente Errani – Sono anni che lavoriamo per superare una fase di conflitti istituzionali, che non giovano certo all’Italia. Mi auguro che il Governo ne prenda atto e decida di sedersi a un tavolo istituzionale”.

“Non si può intervenire in queste questioni con superficialità e arroganza, stiamo parlando della formazione dei ragazzi e delle ragazze di questo Paese – spiega Errani - Il ministro ha scelto questa strada senza coinvolgerci e, proprio mentre si parla di federalismo, il Governo va nella direzione opposta e utilizza un atto d’imperio che autorizza il commissariamento delle Regioni che non ottemperano al decreto”.

“In Emilia-Romagna sono 92 i plessi della scuola primaria, 39 quelli di scuola secondaria di primo grado e 6 i plessi di scuola superiore con meno di 50 studenti che rischiano la chiusura – interviene l’assessore regionale alla Scuola Paola Manzini – La Regione Emilia-Romagna da tempo esercita le proprie funzioni di indirizzo al territorio per l’organizzazione della rete scolastica, in accordo con le Province e i Comuni. Dobbiamo preoccuparci della qualità del servizio scolastico, oggi assicurata in tutto il territorio regionale, e invece il decreto 154 stabilisce una scadenza a brevissimo termine, che impone alle regioni e agli enti locali una riorganizzazione in tempi improbabili, con la minaccia di un commissariamento per le regioni che non riusciranno a completare la revisione entro il 15 dicembre. Non è accettabile”.

 

Pubblichiamo un'intervista audio del presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani sulla riforma della scuola. "Si apre oggettivamente - ha detto - e non per responsabilità delle Regioni, un conflitto di carattere istituzionale, una scelta unilaterale fatta da questo Governo. Noi dovremmo verificare anche se, come credo certamente, vi sia un profilo di incostituzionalità ed agire in tutte le forme".  ASCOLTA L'INTERVISTA A FONDO PAGINA

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Oggi all'incontro sulla scuola convocato dai sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e dal comitato dei Genitori-Lavoratori della scuola, dedicato allo spinoso tema della riforma Gelmini, non parteciperà nessun esponente del centrodestra. All'appuntamento (ore 17 in Camera del Lavoro) erano stati invitati tutti i rappresentanti delle forze politiche piacentine. Ecco il testo del comunicato con il quale Massimo Trespidi, Sergio Bursi (Pdl) e Maurizio Parma (Laga Nord) spiegano le ragioni del diniego.

“Il clima di pesante strumentalizzazione politica che offusca la possibilità di un sereno e pacato confronto sulle iniziative promosse dal Governo sulla scuola - clima confermato anche dal recente incontro tenutosi con la nostra rappresentanza parlamentare presso la Scuola Calvino (cui, tra l’altro, non è seguito quell’incontro pubblicamente richiesto, ma mai convocato, dalle organizzazioni sindacali per un approfondimento della materia) - ci induce a declinare l’invito di una nostra partecipazione alla Vostra iniziativa del prossimo 14 Ottobre.
 Riteniamo, inoltre, che l’avvenuta proclamazione dello sciopero generale nel comparto della scuola per il prossimo 30 Ottobre, unitamente alla campagna propagandistica di cui sono testimonianza gli striscioni affissi all’esterno delle scuole, già di per sé attestino in quale clima il convocato incontro finirebbe per svolgersi.
 Fermo restando che ognuno assume le posizioni che più ritiene utili e giovevoli alla propria causa, anche noi abbiamo deciso di non partecipare al convocato incontro, le cui finalità strumentali ci appaiono oltremodo chiare.
Rimane, invece, piena e completa la disponibilità nostra - e di chi rappresenta le nostre forze politiche ai vari livelli istituzionali - a un incontro con le Organizzazioni Sindacali da Voi rappresentate, successivamente al predetto sciopero generale, sempre che alla base dello stesso vi sia l’esame degli atti assunti dal Governo e non di bozze di piano spacciate per provvedimenti già emanati, utili alla strumentalizzazione di parte, ma che nulla hanno a che spartire con la verità dei fatti.
Ci è gradita l’occasione per porgere i migliori saluti”.


       

 
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