Tanti alle primarie, assai meno quelli iscritti al partito. I Democratici emiliano romagnoli sono così - a dar retta ai dati forniti dal loft romano del Pd che disegnano la fase costituente del partito - desiderosi di partecipare al voto delle primarie, assai meno di entrare da iscritti nel nuovo soggetto politico. In regione c'è infatti un rapporto di 1 a 4 tra iscritti al nuovo partito che hanno ritirato l'attestato con la qualifica di fondatori e coloro che si sono recati ai seggi il 14 ottobre scorso. E' il rapporto più basso dell'intera penisola.
Il totocandidature regionale
Sono otto i posti prenotati da Roma nella lista regionale di Camera e Senato del Partito Democratico, così si fa più difficile la lotta per ottenere un terzo candidato eleggibile per Piacenza (oltre ai "big" Bersani e Migliavacca). Gli otto "paracadutati" da Roma sono, oltre ai due piacentini illustri, Sergio Zavoli, Sandra Zampa (ufficio stampa di espressione prodiana), Giancarlo Sangalli (leader Cna), una donna radicale, un esponente Ecodem e due ancora da svelare (se la giocano Arturo Parisi, che potrebbe anche emigrare, l'ex sindaco di Reggio Emilia Antonella Spaggiari, e Salvatore Vassallo, il docente universitario della bozza di legge elettorale poi naufragata). Un quadro che sarà oggetto di ulteriori valutazioni nell'esecutivo regionale di stasera, preceduto dal faccia a faccia tra il segretario regionale Salvatore Caronna e quello piacentino Paolo Botti. Quest'ultimo ieri ha rilasciato dichiarazioni che non lasciavano presagire grandi possibilità per avere un terzo piacentino (più probabile piacentina) in quota eleggibile: "Dobbiamo mettere al bando ai campanilismi, per trovare candidati che sappiano fare presa sul territorio".
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