Questioni di Diritto?
Un saluto ed un augurio ai partecipanti al Festival del Diritto
Come piacentini non possiamo che essere onorati che la nostra città ospiti un evento di portata nazionale e vogliamo sperare che l’obiettivo annunciato dal Sindaco, quello di rappresentare un’occasione di crescita per la comunità locale, sia raggiunto.
Non possiamo però nascondere qualche elemento di preoccupazione, che in una riflessione che si vuole condivisa non può essere taciuta. Il primo elemento è che il diritto, come disciplina scientifica e come settore di impegno professionale, non è certo estraneo ai piacentini, almeno a quelle centinaia di operatori del diritto (magistrati, avvocati, docenti universitari) che in questa città vivono ed operano. Ma queste persone se parteciperanno all’evento che si apre oggi lo faranno come spettatori: il che non depone certo a favore del confronto e del rapporto costruttivo con la città.
È forte quindi il rischio che il rapporto tra il luogo ed il festival si esaurisca in una operazione di marketing territoriale e che tutto si risolva in qualche giorno di ottimi incassi per alberghi e ristoranti: ottima cosa, ma null’altro di ciò che avviene a Sanremo nei giorni del festival della canzone italiana e a Salsomaggiore in quelli dedicati al concorso di Miss Italia.
Come evitare questo? Secondo noi occorre che la riflessione coinvolga le “questioni di vita” come si presentano qui a Piacenza, oggi.
Come si fa infatti a dibattere astrattamente di diritti, senza chiedersi se questi stessi diritti sono rispettati e tutelati fuori dalle porte dei bei saloni che ospiteranno i festivalieri? E allora se ci mettiamo su questa via, le domande che dovrebbero trovare se non risposte, almeno qualche attenzione, sono molte.
1) Come mai la qualità dell'aria che i piacentini respirano per la maggior parte dell'anno e da molti, troppi anni, è di qualità pessima (limiti europei sempre superati) senza che venga presa alcuna misura d'emergenza a tutela della salute?
2) Come mai è stata consentita la sostituzione della vecchia centrale elettrica con una nuova a gas, a due passi dal centro cittadino, senza la valutazione d'impatto ambientale prevista dalle norme europee? E come mai questa procedura non è stata rispettata neppure in occasione della costruzione di importanti opere pubbliche come la tangenziale sud e l’inceneritore?
3) Come mai non è stata mai data attuazione a Piacenza alla Legge quadro a tutela dal rumore, che risale al 1995?
4) Come mai né la Regione né nessuna altra autorità ha risposto alla petizione che settemila piacentini hanno sottoscritto per la tutela del Bosco di Momeliano?
5) Come mai anche se è prescritto un deflusso minimo vitale per i fiumi, i fiumi e torrenti piacentini da un certo punto in poi sono totalmente asciutti per molti mesi all’anno?
6) Come mai Piacenza non è ancora dotata di un piano urbanistico con i contenuti di tutela previsti dalla legge urbanistica regionale del 2000?
7) Come mai un piano regolatore può recepire un centinaio di varianti peggiorative senza essere ripubblicato e quindi senza garantire trasparenza e partecipazione?
8) Come mai anche se il Ministero per i Beni Culturali ha indicato sei prescrizioni riguardo a un nuovo edificio costruito sulle mura cinquecentesche di Piacenza, le tre amministrazioni comunali che si sono succedute non ne hanno fatto rispettare nemmeno una?
Potremmo continuare, ma questo elenco di esempi è già sufficiente a far capire ai nostri illustri ospiti che parlare di diritto in una città “non a norma” in molti, importanti settori, potrebbe suonare per molti nient’altro che una “festivalata”.
Non angustiatevi, non è certo colpa vostra. Auguri di buon lavoro.
Piacenza, 25 settembre 2008
Lorenzo Boscarelli
Giuseppe Castelnuovo
Pietro Chiappelloni
Umberto Fantigrossi
Domenico Ferrari
Lorenzo Morelli
Maurizio Sesenna
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