Una pesante tegola si abbatte sulla Lpr Brakes ed in particolare sul suo capitano Danilo Di Luca. Proprio questo pomeriggio, la procura antidoping del Coni ha emesso un comunicato durissimo nei confronti del corridore abruzzese. "L'Ufficio di Procura Antidoping del CONI ha disposto - si legge nella nota inviata a mezzo stampa - il deferimento del ciclista Danilo Di Luca (Società LPR) al Giudice di Ultima Istanza in materia di doping del CONI, con riferimento all'esito analitico atipico riscontrato da parte del Laboratorio Antidoping accreditato WADA di Roma, a seguito del controllo antidoping senza preavviso effettuato dopo lo svolgimento della 17^ tappa del Giro d’Italia “Lienz (Austria)–Monte Zoncolan”, per il riconoscimento della responsabilità in ordine alla violazione contestata (art. 2.2 del Codice WADA) con richiesta di squalifica di due anni due, ai sensi dell’art. 10.2 del vigente Codice recepito nelle Norme Sportive Antidoping". Per la cronaca, i fatti in questione si riferiscono al Giro d'Italia del 2007, quando Di Luca vestiva la maglia della Liquigas. "Un deferimento concettualmente sbagliato: in casi del genere si arriva ad una archiviazione", è il primo sconcertato commento dell'avvocato difensore di
Danilo Di Luca, Federico Cecconi. "E invece si rischia di arrivare a dichiarare la totale innocenza di Di Luca solo al termine di un procedimento comunque
lungo - insiste Cecconi - e che segna in modo grave la vita professionale di un atleta della sua caratura". Per il difensore della maglia rosa 2007 l'errore del procuratore Torri è che "si tratta di un caso non chiaro, con perizie contrarie che si controbilanciano, con dati scientifici non omogenei: insomma, al di là della totale innocenza di Danilo, senza far polemiche, come si fa a chiedere un deferimento in un caso del genere?".
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