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Ultimo aggiornamento:   12/10/2015  l  15.31  
                               
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Il primo giorno di scuola, protesta davanti a Vittorino e Dante
   

AGGIORNAMENTO - L'assessore comunale al Futuro Giovanni Castagnetti si è recato a inaugurare l'anno scolastico in due istituti del quartiere 4, Caduti sul Lavoro e Anna Frank. Proprio oggi è stato infatti tagliato il nastro della pista ciclabile lungo diverse strade del quartiere, che consentirà di collegare in maniera sicura le scuole alle abitazioni.

Scoccata l'ora della prima campanella per i circa 33mila studenti piacentini. Un primo giorno di scuola che forse mai come quest'anno si accompagna a polemiche e discussioni sul futuro dell'istituzione educativa. C'è chi difende l'operato del Ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini e chi lo contesta duramente. Anche il nostro sondaggio assegna pochi voti intermedi al ministro: o un eloquente 4 (in testa nettamente nei suffragi dei lettori), oppure un bel 10 che promuove i propositi di riforma profonda del mondo della scuola.

Chi non approva la nuova scuola berlusconiana sono i sindacati dei docenti, Flc Cgil e Cisl scuola, che domattina saranno davanti a due istituti piacentini (alle 8 alla "Vittorino da Feltre" e alla scuola materna Dante) per distribuire una lettera ai genitori: ecco il testo integrale.

IMPEGNIAMOCI ORA PER NON RINUNCIARE AL FUTURO DEI NOSTRI BAMBINI

Lettera aperta a genitori e cittadini

L’anno scolastico si apre con pesanti preoccupazioni per i primi atti con cui il Governo ha deciso, a partire dal prossimo anno scolastico,  di intervenire sulla scuola italiana con l’intento – si afferma – di migliorarne il funzionamento attraverso classi sovraffollate, il ripristino dei voti, il 5 in condotta, il ritorno al maestro unico alle elementari, la cancellazione del tempo pieno e del modulo e la riduzione dell’orario delle lezioni.
Non siamo pregiudizialmente ostili ad alcuni interventi che facciano evolvere in positivo la nostra scuola (la valorizzazione del patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia, l’importanza di mantenere comportamenti consoni con il luogo deputato all’educazione, la quinquennalità nella scelta dei libri di testo che porterà risparmi per le famiglie) ma non è certo imponendo per decreto al Paese un modello impoverito e datato anni cinquanta che si affrontano le complesse sfide del futuro!
Come è noto da oltre vent’anni la nostra scuola elementare, che secondo gli indicatori internazionali è riconosciuta fra le più qualificate per la qualità degli apprendimenti, vede la presenza in ogni classe di un team di docenti (in genere composto da tre insegnanti: per l’area linguistica, quella matematico – scientifica e quella storico sociale) che operano su due classi aggregate in un modulo. Accanto a questo modello funziona anche la scuola a tempo pieno, con un team di due docenti che intervengono su un’unica classe per 40 ore settimanali.
Oggi alle elementari non si insegna soltanto italiano, storia, geografia e matematica: si insegna, e si deve insegnare, anche inglese, musica, tecnologia, arte e immagine, scienze, educazione fisica; si realizzano laboratori di teatro, di cinema, di capacità di uso dei materiali.
Tutto questo  è necessario per i bambini di oggi: e come si può pensare che venga affrontato da un solo insegnante, se non con superficiale approssimazione?
Non si dica, per coprire questa brutale operazione contabile del Ministro Gelmini, che il bambino è più rassicurato se a scuola incontra una sola figura. I bambini sono già abituati, sia in famiglia che all’asilo nido e alla scuola dell’infanzia, ad un’ intensa vita di relazioni e a confrontarsi con una pluralità di figure e di insegnanti.
 Il fatto che vi siano più persone, cioè un gruppo di docenti che osservano il bambino, che riflettono e si pongono domande sul significato dei suoi comportamenti, sulla natura dei problemi che incontra, che collaborano nella ricerca di soluzioni e strategie didattiche migliori, è chiaramente un vantaggio.
Il ritorno all’insegnante unico avrebbe conseguenze decisamente negative anche sulla qualità dell’offerta formativa. Avremmo infatti la scomparsa di quei progetti e di quelle attività che oggi gli insegnanti riescono a realizzare proprio grazie alla gestione comune della classe, a partire dalle uscite sul territorio sino agli interventi individualizzati.
Considerato poi che il decreto Legge 112/08 prevede altresì la “revisione dei criteri per la formazione delle classi” con un aumento del numero di alunni, come potrà la scuola del maestro unico seguire contemporaneamente  l’alunno in difficoltà e far esprimere al meglio “le eccellenze” in una classe di 30 bambini?
Il colpo di mano messo in atto dal Ministro dell’Istruzione non risponde a nessuna esigenza pedagogica, ma è la conseguenza dei diktat imposti in sede di politica economica del Governo per far cassa sulla pelle dei bambini.
FLC CGIL e CISL SCUOLA di Piacenza invitano i genitori e i cittadini a costruire, insieme a noi e al personale della scuola, una grande mobilitazione contro le politiche scolastiche del Governo.
Fin dal primo giorno di scuola, impegniamoci per non rinunciare al futuro dei nostri bambini!

 
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