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Aggregazione Enìa, la Cgil a Reggi: "Il controllo resti pubblico"

La CGIL di Piacenza considera in modo negativo la presa di posizione assunta congiuntamente dai sindaci di Torino e Genova tendente a richiedere, nell’ambito della definizione del progetto di aggregazione tra Iride, Enia e Hera, la drastica riduzione della funzione di controllo degli Enti Locali - attualmente posseggono oltre il 56% dei tre pacchetti azionari quotati in Borsa.

Nel condividere invece le dichiarazioni dei sindaci di Bologna e Reggio Emilia, responsabili del patto sindacale dei due gruppi, sul mantenimento del controllo a maggioranza pubblica degli enti locali sulle società oggetto di una possibile aggregazione, la Camera del Lavoro di Piacenza è fortemente interessata a conoscere l’opinione, a tale riguardo, del Sindaco Roberto Reggi.

Per il Sindacato, il processo di aggregazione, per essere condivisibile, deve innanzitutto conseguire il rafforzamento delle funzioni di governo pubblico e di controllo strategico da parte degli enti locali che rappresentano i cittadini dei territori in cui agiscono le aziende pubbliche. L’esperienza in atto in Emilia Romagna dopo 5 anni di funzionamento del gruppo Hera e 3 anni del gruppo Enia, ha confermato peraltro il ruolo indispensabile degli enti locali nell’indicare gli obiettivi programmatici che debbono caratterizzare i piani industriali con l’obiettivo di qualificare i servizi a rete, sempre più determinanti per lo sviluppo economico e sociale del territorio.

In riferimento alle priorità alla base di eventuale aggregazione tra queste tre aziende, si ritiene che devono innanzitutto essere conseguiti i seguenti obiettivi:

Assunzione di un sistema tariffario trasparente, e che non penalizzi le fasce più deboli della società, anche attraverso l’introduzione della “Tariffa Sociale”.
Conferma della funzione di multi-utility sui diversi servizi, per favorire prioritariamente l’efficienza organizzativa su acqua, rifiuti, energia, ambiente.
Assunzione del modello organizzativo che consente il presidio territoriale, mediante la diffusione e radicamento nel territorio delle S.O.T. (Società Operative Territoriali), nonché attraverso la costituzione delle divisioni, con funzione di assistenza e coordinamento delle funzioni specialistiche.
Caratterizzazione del piano industriale integrato con priorità per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili.
Valorizzazione e tutela del lavoro, quale componente indispensabile, per conseguire sicurezza e qualità nei servizi erogati e nella gestione dei cicli integrati, anche attraverso il mantenimento della maggioranza del controllo pubblico anche nelle società partecipate (esempio per Piacenza “Bonifica Autocisterne” che rappresenta un presidio importante dal punto di vista ambientale che va salvaguardato).

Questo contesto va sicuramente intrecciato con le novità che potrà determinare il nuovo Decreto Legge che il Governo sta predisponendo sui servizi pubblici locali, che non contiene al momento elementi certi sulla regolazione nazionale finalizzata alla creazione di aziende pubbliche con dimensioni di scala adeguate e operanti nell’ambito dei cicli integrati. Infatti il Governo lascia completamente alle Regioni e agli Enti Locali la responsabilità di regolamentare questi settori. Per questo si ripropone come ineludibile il ruolo e il confronto preventivo con gli Enti proprietari e la Regione al fine di sostenere una evoluzione aziendale che rafforzi il binomio energetico-ambientale all’interno di un “Piano Industriale” condiviso per evitare operazioni di mera ingegneria finanziaria.

In ogni caso come si può ben vedere c’è la possibilità di ruolo per tutti i soggetti coinvolti in questo processo, a partire dai sindaci azionisti. Per il Sindacato è importante che ognuno faccia la propria parte, a partire dal Sindaco Reggi che potrà, se lo riterrà opportuno, utilizzare anche le proposte espresse in questi giorni dalle OO.SS. Territoriali singolarmente in alcuni punti abbastanza collimanti, per svolgere un ruolo attivo in questa vicenda.
La CGIL aveva già espresso la sua propensione per una azienda regionale che avrebbe garantito un controllo dei cicli integrati, un collegamento vero con gli ambiti territoriali abbinato a un uso attento delle risorse naturali e a una gestione equilibrata del sistema tariffario riguardante i beni comuni.

Tali condizioni restano essenziali per considerare, il processo in atto, quale sviluppo armonico delle esperienze delle due aziende emiliano romagnole e rappresentano i criteri in base ai quali la CGIL cercherà di costruire una valutazione di merito da portare al confronto con le altre OO.SS. e con le lavoratrici e i lavoratori coinvolti in questo processo di aggregazione delle tre Aziende.

 
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