“Prendete le impronte anche a noi”. E’ il titolo del presidio di protesta, organizzato oggi, martedì 22 luglio in piazza Mercanti dalle 18 alle 20, da un cartello di associazioni (Cgil, Cisl, Uil, Arci, Emergency, Amnesty, Caritas, Mondo Aperto, Rete Lilliput, Pecora Nera, Legambiente) per protestare contro l’intenzione del governo di prelevare le impronte digitali ai bambini rom. In Camera del Lavoro si è tenuta sabato scorso una conferenza stampa dei promotori che hanno così spiegato il senso dell’iniziativa.
Gianni Copelli (segretario Cgil): “Il problema sicurezza è stato impostato in modo sbagliato sin dalla campagna elettorale; noi abbiamo un concetto diverso di sicurezza, senza incutere paura nei cittadini. Oggi gli i cittadini stranieri hanno una parte importante nella formazione del Pil del nostro paese, per questo troviamo totalmente sbagliato centrare in questo modo il problema: le vere priorità sono altre, come il potere d'acquisto delle pensioni sempre più eroso. Non dimentichiamo che su 20 milioni di lavoratori dipendenti, ben 14 vivono con retribuzioni di meno di 1300 euro al mese. Nel Dpef del governo non c'è un solo accenno alla diminuzione delle tasse, la vera questione prioritaria. Tornando al tema sicurezza, è un mistero come la si possa garantire quando si tagliano pesantemente i fondi per le forze dell'ordine. Servirebbe un maggiore equilibrio”.
Massimiliano Borotti (segretario Uil): “Questo governo sta facendo una politica di annunci e persegue di fatto la contrazione dei diritti democratici dei cittadini, con il rischio di un ritorno allo stato di polizia”.
Marina Molinari (segretaria Cisl scuola): “Riscontriamo un modo di governare che alimenta le tensioni, e non abbiamo davvero bisogno di nuove tensioni sociali”.
Raffaella Morsia (segretaria Flc-Cgil): “Questo atteggiamento discriminatorio nei confronti dei bambini è grave anche per le ripercussioni educative e sul mondo della scuola; favorire l'inclusione e l'integrazione la missione principale del nostro sistema scolastico”.
Marco Natali (Legambiente): “La schedatura dei bimbi rom è un provvedimento odioso e di matrice ideologica, per dimostrare platealmente e senza effetti pratici una volontà di ordine e sicurezza; mira solo alla repressione nei confronti dei più indifesi”.
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