Sembrava essere una normale partita di calcetto, quella del 24 febbraio 2010 al Polisportivo. E invece per Andrea Arsaci si è trasformata nel match della vita. All'inizio del secondo tempo si accascia a terra, privo di sensi. Viene subito soccorso dai compagni di squadra, agenti della polizia municipale e dei vigili del fuoco. Luigi Gazzola inizia il massaggio cardiaco, mentre Matteo Rampoldi si attiva per far arrivare i soccorsi. Sul posto arriva una pattuglia di vigili con il defirillatore, che viene applicato su di lui dal commissario Giuseppe Addabbo. I segnali vitali tornano, ma per Andrea è solo l'inizio di un lungo processo di recupero che lo porterà a subire più di un'operazione.
"Sono i miei angeli salvatori: ci conoscevamo già, ma dopo la mia malattia siamo diventati veramente amici. Non avevo mai avuto problemi di salute in precedenza, credevo di stare bene - spiega Andrea, che ha consegnato un encomio al commissario Addabbo - e invece ho avuto un infarto. Mi è stato poi spiegato che spesso chi pratica attività fisica può contare su un equilibrio nella circolazione sanguigna che tiene, fino a quando non cede, come è accaduto a me".
Ed è per questo, sottolinea il commissario Addabbo, che "è fondamentale poter avere a disposizione in ogni impianto sportivo un defibrillatore. E' la battaglia che sta portando avanti Progetto Vita".
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