Della partita con il Modena rimane la quinta sconfitta interna stagionale, e la terza nelle ultime cinque uscite al Garilli. Inaspettata, in quanto giunta dopo la convincente prestazione contro il Varese. Pesante, in quanto ottenuta in un momento delicato in uno scontro diretto, oltre che derby seppure mai particolarmente sentito dalla tifoseria. Meritata, per quanto si è visto in campo. Rimane un quartultimo posto in coabitazione con la Triestina, a tre punti dalla salvezza, rappresentata oggi dal terzetto Sassuolo, Cittadella e Albinoleffe a quota 24. Paiono proprio le ultime due le squadre su sui fare la corsa.
Rimane una partita assolutamente negativa, con poco da salvare. Lungo, sfilacciato e disorientato, il Piace è stato a lungo in balia di un avversario non fenomenale ma apparso squadra vera, compatta e registrata. Il centrocampo ha girato a vuoto, mentre l'attacco ha creato pochi grattacapi per la difesa gialloblù. Due conclusioni iniziali di Graffiedi, il più convincente, due conclusioni inoffensive di Bianchi e la grande occasione di Zenoni (un esordio a luci ed ombre il suo): davvero troppo poco.
Rimane l'alibi dell'influenza. Una sorta di epidemia ha colpito la rosa biancorossa in settimana, fiaccandola nel fisico e compromettendone la tenuta atletica. Bomber Cacia, l'uomo della provvidenza, aveva 38 di febbre la sera prima della partita, mentre in settimana erano rimaste vittime Guzman e Graffiedi. Tutto l'attacco, in pratica, non ha potuto presentarsi al meglio all'appuntamento. Se a qeusto si aggiungono le assenze di Catinali, Anaclerio e Piccolo, giustamente individuati tra gli uomini determinanti per la svolta di novembre, si capiscono le difficoltà incontrate in campo. Si poteva e doveva fare di più comunque.
Rimane la conferma che il Piace dovrà soffrire fino alla fine per portare a casa l'agognata salvezza. Squadra capace di grandi impennate e rovinose cadute, quella di Madonna, che non è ancora riuscito a garantire quella continuità che è dote preziosa nel campionato cadetto. Ogni volta che sembrano fugati tutti i dubbi sulle potenzialità e l'effettivo valore qualità della squadra, riemergono i vecchi problemi e con essi i dubbi sul futuro. Ogni volta che il malato sembra definitivamente guarito, ecco la ricaduta.
Rimane un calendario che offre la possibilità immediata di tornare a pensare positivo. Gli scontri diretti di Frosinone e Ascoli alternati dalle visite al Garilli di Reggina e Grosseto - tutte squadre in momenti non eccezionali - rappresentano un filotto importante per migliorare la classifica biancorossa. Mindo ha chiesto di voltare subito pagina, al Matusa di Frosinone la prima verifica.