MISTERIOSE PRESENZE - PERSONALE DI GILLO DORFLES
TITOLO: MISTERIOSE PRESENZE
CURATORE: LUIGI SANSONE
CATALOGO: IN GALLERIA
LUOGO: BIFFI ARTE VIA CHIAPPONI 39 - PIACENZA
INAUGURAZIONE: SABATO 22 GENNAIO 2011 ORE 18.00
DATA: DAL 22 GENNAIO AL 26 FEBBRAIO 2011
Sabato 22 gennaio 2011, alle ore 18, inaugura presso la Galleria Biffi Arte di Piacenza la personale di Gillo Dorfles “Misteriose Presenze”.
La mostra documenta, con circa 80 opere tra pitture, disegni, sculture e grafiche l'attività pittorica di Gillo Dorfles, dagli esordi metafisici-surreali alla sua adesione al Movimento Arte Concreta nel decennio 1948-1958, fino alle sue recenti originalissime composizioni pervase da una sottile ironia come in Il giocoliere, 2006, Il fustigatore, 2007, Personaggio invaso dai triangoli, 2008, Metamorfosi, 2009, per arrivare alle ultime composizioni inedite datate 2010.
L'opera pittorica e grafica di Dorfles è tutta pervasa da una rara capacità di coinvolgere lo spettatore nel piacere di cercare e ritrovare in essa quel misterioso mondo interiore che è in ciascuno di noi.
Nota biografica
Gillo Dorfles (Trieste 1910) critico d'arte, estetologo, artista. Si è laureato a Roma in medicina e specializzato a Pavia in psichiatria.
Gli esordi in pittura di Gillo Dorfles risalgono intorno al 1935 quando realizza una serie di dipinti eseguiti con la tecnica della tempera grassa all'uovo in cui è fortemente presente una spiritualità diffusa che anima paesaggi misteriosi, con vitali indefinibili presenze che aleggiano in composizioni simboliche e surreali come in Paesaggio con volto umano, 1934, 2 forme glaciali, 1935, Paesaggio iperboreo, 1935, Larve azzurre, 1937, dove forze, tensioni, entità vengono rivelate dalla sua sensibilità come elementi fondamentali di un mondo sottostante alla realtà tangibile. Elementi questi che sono un preludio dello sviluppo delle varie forme espressive poi sviluppate da Dorfles nei decenni successivi.
Nel 1948 con Munari, Soldati, e Monnet è tra i fondatori del Movimento Arte Concreta, un movimento d'avanguardia che reagisce polemicamente tanto ai dogmi della figurazione tanto a quelli dell'astrazione postcubista.
Dorfles nell'ambito del movimento oltre che come artista esercita il ruolo di critico e teorico.
I“concretisti italiani” si battevano per l'assoluta libertà e indipendenza dell'arte da qualunque ideologia e quindi si misero in polemica contro ogni condizionamento esteriore all'arte soprattutto con la pittura neorealista e la corrente Novecento, vittima delle strumentalizzazioni politiche.
La trasposizione interiore di una realtà esterna percepita e vissuta con artistico interesse porta Dorfles alla creazione di varie composizioni negli anni Quaranta e Cinquanta, complesse nel segno e stimolanti nell'accostamento dei colori. Si vedano a questo proposito le opere Guanto e spirale, 1940, Composizione con creste e cerchi, 1949, Composizione VII, 1949.
Nel corso degli anni Cinquanta l'attività pittorica di Dorfles si fa sempre più libera e creativa, come egli stesso dichiara nel 1957, e “trae la sua ragion d'essere, come è ovvio, da un'intima necessità di manifestare, attraverso un mezzo espressivo...congeniale, le immagini che affiorano alla mente, in altre parole di visualizzare le più urgenti espressioni consce e inconsce che mi si affaccino. Per questa ragione la mia pittura è sempre stata orientata secondo un modulo grafico-plastico lontano da ogni razionalità e da ogni costruttivismo”.
Conclusa l'esperienza del MAC nel 1958, Dorfles dà avvio ad una brillante carriera accademica quale docente di Estetica all'Università Statale di Milano, Trieste e Cagliari.
Agli inizi degli anni '80 Dorfles riprende a disegnare e dipingere creando inediti personaggi, organismi anomali, indefinibili, nati da contaminazioni tra mondo umano, animale e vegetale, fluttuanti e dinamici in un perenne processo di evoluzione: una pittura libera, carica di immagini fantastiche, dove l'immagine torna nell'opera, non più dalla natura esteriore ma piuttosto da quella interiore dell'artista, assumendo gli infiniti aspetti e la poesia che le relazioni delle forme suggerite dalla fantasia possono determinare.