Comunicato stampa di Rifondazione Comunista Piacenza
L'accordo siglato tra Marchionne e i sindacati suoi subalterni: CISL, UIL, UGL, relativo alla permanenza di FIAT nello stabilimento di Mirafiori a Torino rappresenta un vero e proprio golpe contro le condizioni materiali di lavoro ed i diritti e la democrazia sindacale.
Con un colpo di mano Marchionne, aiutato dal tradimento delle solite sigle sindacali, importa in Italia un modello di relazioni industriali di tipo americano dove il peso e le ragioni dei lavoratori sono nulle e lo sfruttamento è massimo.
L'accordo FIAT sancisce la fine del contratto nazionale e la sua sostituzione con contrattazioni aziendali che di fatto rompono l'unità del movimento dei lavoratori, lo spezzettano in tanti segmenti indebolendo la sua forza contrattuale.
La competitività nel mercato dell'auto viene perseguita non mediante l'offerta di un prodotto qualitativamente migliore e meno costoso, ma unicamente spremendo le persone.
L'utilizzo degli impianti è previsto su 6 giorni lavorativi, la pausa mensa è garantita solo fino al 2012, si riducono le pause per chi opera alla catena di montaggio, si introducono 120 ore annue di straordinario obbligatorio, si punta a far lavorare anche quando si è ammalati dietro il ricatto di non pagare i primi giorni di malattia.
Tutto questo avviene in Italia, il paese detentore del record europeo di morti e incidenti sul lavoro.
Per far passare questo mostruoso ritorno al passato Marchionne e alleati calpestano pure i più elementari fondamenti della democrazia repubblicana e tagliano fuori da ogni diritto di rappresentanza gli unici sindacati che dissentono cioè la FIOM/CGIL e il sindacalismo di base escludendo agibilità democratica a chi si rifiuta di firmare questo accordo capestro.
In tutto ciò si evidenzia la collateralità del PD alle politiche FIAT, i numerosi consensi che suoi prestigiosi esponenti esprimono a favore di Marchionne.
La Federazione della Sinistra piacentina è con la FIOM senza se e senza ma, sarà al fianco dei metalmeccanici nello sciopero del 28 gennaio che sosterrà anche con l'ausilio della propria cassa di resistenza operaia e lancia un appello a tutta la società affinché si giunga presto allo sciopero generale in difesa del lavoro e della democrazia.
Mai come in questo momento si è resa necessaria la più stretta unità tra i lavoratori ed il movimento degli studenti per battere l'arroganza dei padroni e delle destre perchè se ci tolgono dignità e futuro noi dobbiamo invadere le città.
P. la FdS
Anna Adorno
Sergio Tiboni
Roberto Montanari
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