Il circolo di Piacenza di Legambiente ha depositato in Provincia una diffida formale all’ente, nella persona del Presidente Trespidi e della Dirigente del servizio energia, sul tema degli impianti fotovoltaici a terra contigui. (Comunicato Stampa di Legambiente)
Come è noto la provincia di Piacenza e stata interessata da moltissime procedure di autorizzazione per la costruzione di impianti fotovoltaici a terra, quasi tutti su terreni agricoli, la maggior parte dei quali è stata richiesta da imprenditori che fanno business nel settore delle energie rinnovabili e che nulla hanno a che vedere con l’agricoltura e quindi con la possibilità che questi impianti fungano da integrazione parziale e funzionale al reddito agricolo.
Si tratta in sostanza, per le informazioni in nostro possesso, acquisite attraverso normale procedura di accesso agli uffici dell’Amministrazione Provinciale, di circa 82 impianti di cui oltre una 40ina ad oggi approvati mentre i restanti sono ancora in conferenza dei servizi, per approfondimenti o necessità di integrazioni documentali. Di tutti i progetti inoltrati, solo 5 sono stati sottoposti alla VIA, valutazione di impatto ambientale, come richiede la legge per gli impianti di dimensioni superiori ad un megawatt , mentre tutti gli altri, essendo stati presentati con progetti di potenza inferiore, sono stati approvati ai sensi della legge 387, senza VIA o procedura di screening.
Si tratta per la maggior parte di impianti di 998\999 KW , giusto appena sotto il limite per evitare di dover essere sottopoti ad una valutazione ambientale e a più accurati maggiori controlli. Fin qui tutto regolare. Se non che, facendo un esame attento degli impianti e della loro collocazione geografica, è facile accorgersi che molti di questi progetti sono stati presentati nelle stesse località, su porzioni di territorio contigue, per cui a Caorso ad esempio su 14 impianti presentati 12 sono contigui a gruppi (5 a Fossadello, 5 a Muradolo e due in altra area) lo stesso vale per Borgonovo dove ad esempio su 13\14 impianti presentati gli impianti contigui sono 5, 4 e 2 e così in altri Comuni.
In più incontri e telefonate con l’Amministrazione Provinciale abbiamo espresso tutta la nostra perplessità e forte preoccupazione in generale per l’utilizzo scorretto e paradossalmente non “sostenibile” dell’energie da fonti rinnovabili e degli impianti relativi sul territorio, evidenziando in particolar modo alcuni impianti contigui, talvolta collegati anche a livello societario attraverso stessi amministratori o soci comuni.
La scorsa settimana abbiamo trasmesso alla Provincia una lettera in cui abbiamo chiesto di sospendere le approvazioni di impianti contigui che potessero in questo modo evadere l’obbligo della VIA e di approfondire gli aspetti dei collegamenti societari di chi ha proposto i progetti di impianti e venerdì abbiamo avuto un incontro specifico su questo tema con il presidente Trespidi e la dirigente Dott. ssa Torselli. Abbiamo espresso al Presidente tutti i nostri dubbi e le nostre perplessità soprattutto in ordine al gran numero di progetti di fotovoltaico a terra, all’enorme consumo di suolo agricolo, alla sostanziale elusione della normativa sulla VIA.
Gli abbiamo anche espresso la nostra intenzione di avanzare cautelativamente una diffida per sollecitare una maggiore attenzione su aspetti formalmente rischiano di essere trascurati ma che possono arrecare gravi danni all’ambiente, al territorio e in qualche caso alla salute degli abitanti vicini agli impianti.
Siamo stati costretti allo strumento della diffida, di cui conosciamo la gravità, dal momento che non possiamo accettare che anche la produzione di energia da fonti rinnovabili, scelta di per sè assolutamente corretta ed in linea con la necessità di ridurre la nostra dipendenza dalle fonti fossili e combattere la scelta nucleare, diventi invece, in salsa italiana, un ennesima possibilità di business incontrollato per chi cerca facili occasioni di guadagno, trovando magari nelle larghe maglie della legge crepe al limite della legalità.
Nella diffida abbiamo chiesto di bloccare tutti i progetti in istruttoria che presentino elementi di connessione oggettiva o soggettiva e quindi frazionati al solo scopo di evitare la procedura di VIA; nel contempo di revocare d’ufficio tutte le autorizzazioni già rilasciate che risultino illegittime.
Il Presidente Trespidi ci ha rassicurato durante l’incontro avuto dicendo di avere già sospeso temporaneamente tutte le conferenze dei servizi relative ad impianti contigui, nell’attesa di un doveroso approfondimento.
Noi abbiamo inviato la diffida per rafforzare le nostre preoccupazioni, sperando in una corretta e sollecita presa di posizione della Provincia.
Restiamo in attesa fiduciosi.