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Le foto di Gianni Croce in mostra da Biffi Arte FOTO
   
La galleria Biffi Arte, nata nel novembre 2009 per volontà dell’azienda Biffi, inaugura oggi sabato 11 dicembre alle ore 17.30 la mostra dedicata ai ritratti dello storico fotografo piacentino Gianni Croce.
 
Giovanni Croce nasce a Lodi il 14 aprile 1896. Intorno al 1909 viene assunto come aiutante nello Studio Fotografico di Giuseppe Marchi a Lodi. Nel novembre del 1915 è chiamato alle armi: il suo foglio matricolare indica “professione fotografo”. A Castelvecchio (vicino a Verona) gli viene affidata la direzione del laboratorio fotografico della Armata e l’organizzazione del servizio fotografico di documentazione degli impianti militari. Nel 1921 si trasferisce a Piacenza dove rileva uno studio fotografico in Corso Vittorio Emanuele. Croce si specializza nel ritratti femminili e in quelli di militari. Nel 1929 il fotografo si avvicina al movimento del secondo Futurismo tramite l’amico Oswaldo Bot, pittore e scultore legato a Martinetti, e un anno dopo inizia una serie di “composizioni” fotografiche liberamente ispiratesi al Futurismo. Negli stessi anni in cui porta avanti la sperimentazione nell’ambito della ”fotografia futurista”, Croce si afferma come ritrattista principe della “ buona società” e come fotoreporter ufficiale della città. Il suo Studio diviene ritrovo di artisti e letterati. Dalla metà degli anni Trenta il fotografo si allontana progressivamente dal movimento marinettiano. Durante la seconda guerra mondiale vive l’esperienza del carcere. Il giorno della liberazione di Piacenza, Croce fotografa le formazioni partigiane che sfilano per la vie della città. Nel dopoguerra Croce abbandona il ritratto per la “fototessera” e si dedica soprattutto alla foto di cronaca. Negli anni ’60 torna realizzare “composizioni” gratuite servendosi anche del fotomontaggio. Nel 1966 viene allestita a Piacenza una grande mostra dedicata a Croce fotografo. Croce lascia l’attività nel 1976 e muore nel maggio del 1981.
 
I RITRATTI - Tagli particolari, intense luci direzionali contrastate, ombre riportate, fondali “dinamici”, effetti stranianti caratterizzano molti ritratti femminili degli anni Venti: si tratta di scelte tecniche e formali dettate dal tema e dalla funzione “pubblicitaria“.
Queste immagini, “stilizzate” come quelle dei manifesti, esposte in vetrina servono a richiamare il pubblico femminile, sensibile alle nuove mode e ai nuovi indirizzi del costume impostisi dopo il conflitto bellico. Che si tratti di figure mascoline con capelli alla garçonne e lunghi cappotti o di vamp sofisticate, il denominatore comune è il modo più disinibito e libero di affrontare la vita. 
Agli antipodi si collocano i “ritratti d’arte”, raffinati ed estetizzanti, che procurano a Croce i primi riconoscimenti ufficiali nelle Esposizioni. L’uso di luci morbide che modellano il viso e il collo in torsione dei soggetti femminili e le atmosfere di sensualità sublimata risentono del retaggio simbolista e rimandano alle esperienze giovanili nell’atelier Marchi di Lodi. Alcuni ritratti dei primi anni ’30, grazie all’apparecchiatura scenografica e luminotecnica, sembrano attingere alla fonte del teatro sperimentale futurista di Prampolini e di Bragaglia: come nel teatro d’avanguardia la scena non fa da sfondo ma sembra voler esprimere in prima persona l’anima del soggetto.
 
Nel corso degli anni Trenta la ritrattistica femminile di Croce si differenzia sempre più da quella degli anni “ruggenti”: spariscono i fondali dipinti a favore di fondi scuri e si assiste ad un recupero della “femminilità”, dell’intimismo arrendevole; le immagini ci mostrano figure calme e languide.
 
Dopo il 1935, ecco la donna formosa, matronale, abbigliata con drappeggi classicistici e autarchici, inquadrata e illuminata in modo da esaltarne l’imponenza statuaria “novecentesca”, secondo la retorica ufficiale della “romanità” fascista. Un discorso a parte meritano alcuni ritratti di nobildonne, a cui Croce riserva un trattamento davvero particolare: l’accentuazione luminosa della fronte e delle mani stabilisce un parallelo fra questi elementi e i gioielli, grazie ad un uso delle luci estremamente raffinato e complesso.
 
Galleria Biffi Arte
via Chiapponi 39, Piacenza
 
Contatti:        Tel. 0523-1720408
                        galleria@biffiarte.it, fotografia.video@biffiarte.it, elisa.bozzi@biffiarte.it
                        www.biffiarte.it
Orari:             martedì, mercoledì e venerdì ore 16-19.30
                        Sabato ore 10.30-12.30 e 16.19.30
 
 
Voci correlate:
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