Il soffocante Patto di stabilità, la riduzione e il ritardo dei trasferimenti dai livelli di governo superiore, ma anche l’annullamento dell’autonomia fiscale dei Comuni. Sono queste le cause che il sindaco di Piacenza e vicepresidente Anci Roberto Reggi ha indicato come principali nei ritardi dei pagamenti alle imprese da parte dei Comuni. Il primo cittadino è intervenuto stamani a Roma presso la sede del Cnel, al convegno "Qualità degli appalti e ritardi di pagamento", promosso dal Tavolo interassociativo Imprese dei servizi .
“Le soluzioni adottate dal Governo – ha detto il sindaco Reggi nel corso del suo intervento – sono inefficaci, ruotano attorno al problema senza trovare una soluzione concreta: la ricezione della direttiva europea sui tempi dei pagamenti non risolve l’indisponibilità di cassa dei Comuni; prevedo che l’unico effetto che avrà sarà quello di aumentare i contenziosi tra imprese ed enti locali impoverendo ulteriormente i Comuni che usciranno sicuramente sconfitti da queste vertenze. Anche il fondo di 60 milioni per la velocizzazione dei pagamenti istituito dalla Legge di stabilità del 2011 – ha proseguito il primo cittadino – cui potranno accedere solo i Comuni virtuosi che negli ultimi tre anni hanno rispettato il Patto e che hanno un rapporto spese del personale su entrate correnti inferiore alla media nazionale, mitiga il problema senza risolverlo”.
Reggi ha quindi prospettato le proposte dell’Associazione dei Comuni italiani “E’ necessario favorire da un lato gli accordi tra il Governo, le parti sociali, l’Anci e l’Associazione Bancaria Italiana per rendere accessibile il credito in presenza di contratti con la pubblica amministrazione, dall’altro è opportuno determinare le condizioni di maggior favore per facilitare l'avvio e la garanzia di pagamenti. E’ essenziale – ha proseguito – la possibilità per le imprese di compensare i crediti vantati con i debiti nei confronti della pubblica amministrazione”. E ha sottolineato: “Ci stiamo battendo da tempo per la revisione del Patto di stabilità, la restituzione di una reale autonoma fiscale ai Comuni e lo sblocco dell’uso dei residui”.
“La riduzione drastica delle risorse disponibili – ha concluso Reggi – ci costringerà a ricorrere, negli appalti, sempre meno all'offerta economicamente più vantaggiosa ed utilizzare sempre di più il massimo ribasso. Il timore di ripercussioni sulla qualità dei servizi è forte per questo sarà necessario preparare i bandi con la definizione molto accurata del fabbisogno e vincolare alle regole i subappaltatori così come imposte agli appaltatori”.
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