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Fotovoltaico, la Provincia alla Regione: "Scarso coinvolgimento"
Comunicato stampa della Provincia di Piacenza che esprime la posizione dell'ente di via Garibaldi a seguito della delibera regionale che contiene i criteri per una prima individuazione delle aree non idonee agli impianti
 
“Il 15 novembre la Giunta Regionale ha assunto una delibera con la quale fissa i criteri per l’individuazione delle aree non idonee all’installazione di impianti fotovoltaici introducendo nuove limitazioni rispetto alle regole attuali. Un atto che per avere efficacia e integrare (sostituire) le linee guida ministeriali dovrà essere approvato dall’assemblea legislativa improrogabilmente entro l’anno. La necessità di procedere in tempi ristrettissimi e lo scarsissimo coinvolgimento degli enti locali e delle associazioni interessate nella fase di stesura di questa delibera portano con sé tutti i limiti ed i problemi di una decisione che meritava una discussione ben più ampia nell’ambito di un confronto con tutti i soggetti interessati.
 
Certamente in questo atto si sente la mancanza, a monte, della fissazione di obiettivi strategici (in termini energetici e territoriali) che guidino e diano significato alla definizione dei nuovi criteri e delle nuove limitazioni all’insediamento degli impianti.
Nell’attuale formulazione questo provvedimento, seppur auspicato e necessario, tradisce l’assenza di un percorso di condivisione e partecipazione ed ha quindi provocato reazioni critiche da più parti. I Comuni rivendicano una maggiore incisività nella gestione del loro territorio e chiedono criteri diversi per la regolamentazione della materia, più connessi alle caratteristiche di ciascun ambito comunale ed alle loro politiche di sviluppo.
 
Gli imprenditori (agricoli e non) criticano fortemente il principio di retroattività contenuto nella norma. Le istanze già presentate in coerenza con le disposizioni allora vigenti corrono infatti ora il rischio di non essere più rispondenti ai nuovi criteri sebbene per queste siano spesso già stati sostenuti costi e assunti impegni nei casi in cui sia già stato sviluppato un progetto e si siano sottoscritti gli accordi ai fini della connessione alla rete e della disponibiità delle aree.
 
 
 
Anche le Province lamentano uno scarso coinvolgimento rispetto alle proprie competenze in materia di pianificazione del territorio, costrette invece a valutare decine di istanze in pochi giorni sulla base di un provvedimento che potrebbe rivelare alcune debolezze sotto il profilo della legittimità (individuazione non solo delle aree non idonee ma anche di quelle idonee in contrasto con le disposizioni statali) con un reale rischio di contenziosi. Pertanto, perseguendo il principio precauzionale della salvaguardia territoriale, si ritiene necessario che le Linee Guida vengano integrate con questo principio generale: “Al fine di prevenire ogni pregiudizio territoriale determinato dall’effetto cumulativo conseguente alla realizzazione di più progetti di impianti fotovoltaici tra loro vicini, anche se singolarmente al di sotto dei limiti soglia previsti in materia di VIA, i progetti di nuovi impianti fotovoltaici contigui (definendo in questo caso una distanza minima tra il progetto esaminato e quello esistente o progettato) ad impianti esistenti o in progetto, ai fini dell’individuazione delle soglie di potenza di cui alle normative in materia di impatto ambientale, devono considerare anche la potenza sviluppata da questi ultimi”.
 
 
Abbiamo sempre chiesto di definire regole, ma sensate e condivise, per questo auspichiamo che possa iniziare un percorso di confronto fra la Regione e tutti gli Enti e le categorie interessate, al fine di portare al territorio soluzioni e non danni.
Sembra comunque irrinunciabile la previsione di una fase transitoria che regoli il passaggio verso l’applicazione delle nuove disposizioni e la contestuale precisazione di alcuni criteri che al momento paiono talvolta poco motivati o di difficile applicazione. Fa molto discutere ad esempio il limite di potenza (200 Kw) posta agli impianti da installare in alcuni ambiti agricoli indipendentemente dalle caratteristiche, dimensioni e dai consumi dell’azienda agricola o ancora l’obbligo di non occupare con l’impianto non più del 10% della superficie utile agricola disponibile dell’azienda escludendo in tal modo le iniziative del mondo imprenditoriale non agricolo.
 
 
Quel che è certo è che risulta necessario ed urgente recuperare una fase di interlocuzione con la Regione per addivenire a regole condivise e chiare per chi avanza le istanze e per le autorità competenti che devono procedere alle loro valutazioni: questo è quanto la Provincia intende chiedere”.
 
 
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