Caso Asia Bibi, l'onorevole della Lega Nord Massimo Polledri scrive ai sindaci di Piacenza
Roma, 25 novembre 2010
Carissimo,
In questi giorni la comunità internazionale segue con grande preoccupazione la difficile situazione dei cristiani in Pakistan.
La vicenda di Asia Bibi, una donna cristiana di 45 anni, madre di cinque figli, condannata a morte per blasfemia il 7 novembre scorso ha, ancora una volta, rivelato al mondo occidentale a quali ingiustizie siano costretti i cristiani che vivono in paesi di religione, in prevalenza, musulmana.
Un tribunale del Punjab ha sentenziato che la donna, una lavoratrice agricola, ha offeso il profeta Maometto. In realtà, Asia Bibi è stata dapprima offesa come “impura” (perché non islamica); poi ha difeso la sua fede cristiana di fronte alle pressioni delle altri lavoranti musulmane. Il marito di una di loro, l’imam locale, ha deciso di lanciare l’accusa e denunciare la donna, che è stata prima picchiata, poi imprigionata e infine, dopo un anno, condannata.
Da tempo, ormai i cristiani del Pakistan e di tutti i paesi di area musulmana, chiedono misure concrete per garantire il loro diritto alla libertà religiosa e la tutela dei diritti delle minoranze, indicando come assolutamente necessaria, in tal senso, l’abolizione della legge sulla blasfemia e di tutte le norme penali discriminatorie.
I cristiani, oggi, rappresentano soltanto il 2% della popolazione presente in Pakistan, ma il sacrificio e l’impegno costante e quotidiano, nonostante le molteplici limitazioni e difficoltà cui sono sottoposti, hanno portato la Chiesa ad operare in diversi settori: educazione e istruzione, aiuto ai poveri, assistenza sanitaria e intervento in casi di emergenza o catastrofi naturali. Tutto ciò, rappresenta, per ovvi motivi, una grande risorsa per l’intera società pakistana che dovrebbe essere protetta ed alimentata.
Per questo riteniamo sia fondamentale che alle minoranze religiose presenti in Pakistan, ma più genericamente a qualunque individuo che voglia professare liberamente il suo credo, sia data tale possibilità, senza per questo essere oggetto di ingiusti atti persecutori; ed in tal senso, assolutamente necessaria è l’abolizione di tutte quelle norme del codice penale pakistano che, di fatto, sono fonte di tortura, paura e insicurezza costante per le minoranze religiose.
Asia Bibi deve essere proclama innocente, perché non si può condannare una persona per aver espresso la sua appartenenza religiosa.
Le innumerevoli ingiustizie, mai denunciate, che ogni giorno le comunità cristiane vivono, non devono e non possono lasciare la nostra Comunità e i nostri Stati indifferenti; per questo abbiamo pensato ad una raccolta di firma da inviare al Presidente Pakistano, per il tramite del Ministro Frattini, per chiedere di cancellare la condanna di Asia Bibi, che attende l’impiccagione per blasfemia.
Ma chiediamo anche e soprattutto di cancellare o cambiare la legge sulla blasfemia, che sta distruggendo la convivenza e lo sviluppo del Pakistan.
On. Massimo Polledri