Mirano e le sue frazioni riscoprono il vecchio gioco dell'oca sfidandosi attorno all'ovale della piazza in un'atmosfera da Ottocento. Le squadre di Vetrego, Zianigo, Ballò, Mirano, Scaltenigo, Campocroce si ritroveranno in piazza e affidandosi alla sorte dei dadi, cercheranno di superare le prove imposte dalle caselle per raggiungere la meta finale: il numero 63, accompagnati dai lazzi, dai giochi e dalle mimiche degli attori di strada. Per tutto il fine settimana il cuore di Mirano torna indietro di cent’anni: le vie attorno a Piazza Martiri vengono invasi dalla Fiera dell’Oca, piccolo mondo dalle mille attrazioni, che permette al visitatore di immergersi nella festa prima dell’inizio del Zogo e di prolungarne la magia dopo la sua conclusione.
Oltrepassare il portale di via XX Settembre è come prendere la macchina del tempo: si entra infatti in un allegro paesotto dei primi del ‘900 immerso nella sua fiera, ricostruito alla perfezione nei minimi particolari, dai banchi di legno con i grandi teli bianchi alle insegne pubblicitarie, dalle luminarie alla giostra dei cavalli. Giorni di festa in cui cadeva la regola non scritta“contadini so’ dai ponti” (contadini giù dai ponti). Per tutto il resto dell’anno, infatti, c’era un confine tacito e invalicabile tra la piazza dei signori, a cui si poteva accedere solo attraversando dei ponti, e la campagna, “regno” dei contadini. Ma nei giorni di festa il confine cadeva e anche i più poveri, con l’abito buono recuperato in qualche modo, potevano girare liberamente.
Per le strade passeggiano decine di attori e comparse: strilloni con l’ultima edizione del Gazzettino, carabinieri in gran divisa, servette, signorotti con nobildonna al braccio, venditori ambulanti, musici e giocolieri. Tutti rigorosamente in abito d’epoca, perfettamente calati nella parte, incuranti della curiosità che destano ad ogni passo tra visitatori nostrani e foresti. Perdere la testa alla Fiera dell’Oca è un “rischio” molto concreto: impossibile non farsi travolgere dal tourbillon di colori, profumi, suoni, tra le ciacole (chiacchere) degli amici che si ritrovano e il suono allegro della banda o di qualche saltimbanco. All’Ocaria, il mercato vero e proprio, si trova davvero di tutto e di più, dagli oggetti utili per la vita domestica di tutti i giorni alle merci più strane e curiose. Tutto, ovviamente, nel segno dell’oca.
(fonte: www.folclore.eu)
info: www.prolocomirano.it