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"Cristalli di fantasmi", il video di Karini sabato da Biffi Arte
 
Sabato 6 novembre alle ore 17.30 la galleria Biffi Arte presenta il video di Maria Assunta Karini “Cristalli di fantasmi – Crystals of ghosts”. Il video, della durata di 9 minuti, è stato realizzato nel 2008 a Piacenza ed è stato presentato al BAC Museo di Arte Contemporanea di Barcellona (Spagna).
Watch live streaming video from cpilive at livestream.com
 
CRISTALLI DI FANTASMI
Sono immagini fumose come i pirogrammi di Nino Migliori quelle di "Cristalli di Fantasmi". Parliamo di un video che si presenta, oggi, in uno stadio embrionale, ma che è un work in progress che già ben ci svela le caratteristiche salienti che lo contraddistinguono. La video/artista Maria Assunta Karini, infatti, utilizza proprio quell’atmosfera nebbiosa, ossidata e corrotta per far apparire, materializzare davanti ai nostri occhi una serie di personaggi strappati ad un microcosmo italiano, quello piacentino. Le immagini della pellicola sono (come già nel suo Abraham’s Greenhouse sul quale i riflettori sono stati puntati in occasione della recente partecipazione al Festival del Cinema di Cannes) composte di foto ad altissima definizione; trattasi di sequenze fotografiche, che vengono messe in movimento dal loro succedersi rapido, estremamente serrato. Immagini, scatti a modelli in posa o, molto più spesso, furtivi ad ignari passanti, che riflettono sulla tematica del dazibao. E se Nie Yuanzi lo usò per criticare il presidente della stessa università nella quale insegnava, che non aveva preso una corretta posizione politica nei confronti dell'opera teatrale "La destituzione di Hai Rui" o lo stesso Mao scrisse "Bombardate il quartier generale" per istigare le Guardie Rosse ad attaccare i vertici delle istituzioni; la Karini ripropone in chiave moderna il concetto stesso di dazibao, critico non tanto della gerarchia politica italiana quanto di un uomo contemporaneo ripiegato su se stesso, chiuso ma sempre alla ricerca di qualcosa anche se spesso incapace di esplicitare le sue richieste all’esterno interagendo con la comunità. Nel video, vediamo uomini dai volti rielaborati al computer (manipolati, sporcati per togliere nitidezza ai dettagli), con i tratti sfatti come in quadro di James Ensor; ed è un’operazione che simbolicamente vuole mettere a nudo una vera natura, scandagliando l’inconscio e trovando, a volte, anche aspetti animaleschi. Allora ecco dazibao dal sapore surreale, carichi della forte ironia che caratterizza l’artista, che esplicitano desideri, pulsioni ed idee che guizzano nella mente, anche solo fulmineamente e che, in un giorno e da una persona qualunque, nella nebbiosa Piacenza, verrebbero probabilmente repressi. Il video è, come già sottolineato al principio, solamente una bozza; una partenza che verrà ampliata nel numero di personaggi e arricchita.
 
In particolar modo un peso rilevante avrà l’aggiunta di musiche che (come già evidente nell’episodio del musicista alla ricerca "di un matto per distruggere la propria tecnica") non copriranno i rumori attualmente presenti nel sottofondo, ma si accosteranno ad essi, arricchendo indubbiamente di ritmo le scene. L’artista ha ideato un progetto più amplio, proprio tenendo ben chiara l’idea fondante del video (il bisogno, la voglia, il desiderio, spesso represso, di comunicazione). Allora ci saranno pannelli interattivi che, potranno essere pigiati, collegando scene, messaggi, numeri; così sarà proprio l’opera di video arte ad interagire e ad entrare in comunicazione diretta con lo spettatore.
 



 

 
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