Della partita con l'Atalanta rimane la seconda vittoria consecutiva, la prima a sei mesi di distanza da quel Piacenza-Crotone risolto da Sivakov nell'era Ficcadenti. Rimane un terzultimo posto a quota 10, dopo 11 giornate di campionato, certo non esaltante ma nemmeno desolante come appariva la classifica del Piace fino a due settimane orsono. Ora la zona playout è agganciata, probabilmente superata se all'Ascoli dovessero essere inflitti i tre punti di penalizzazione per il mancato rispetto dei tempi di pagamento, mentre la salvezza è a soli due punti: il distacco dal gruppone Triestina, Modena, Albinoleffe e Grosseto. E sabato a Portogruaro, quintultimo, c'è l'occasione del sorpasso.
Rimane una rimonta sottolineata con enfasi da tutti come incredibile, clamorosa, quando non epica o leggendaria. E in effetti sotto di due reti contro l'Atalanta, squadra costruita per ammazzare il campionato e tornare immediatamente in quella massima serie da dove è retrocessa forse immeritatamente, era quasi impensabile che i biancorossi potessero ribaltare il risultato. Soprattutto dopo un primo tempo in cui il Piace, pur giocando non male sembrava impotente nei confronti di un avversario quasi perfetto. Invece è bastata la rete in apertura di ripresa di Marchi per riaprire i giochi e dare fiducia ad una squadra che ha avuto il pregio di crederci fino alla fine. Vero è che le tre reti biancorossi sono arrivate sugli sviluppi di calci piazzati, ma non per questo può essere considerata casuale la rimonta. Il Piace nella ripresa ha giocato alla grande e ha strameritato la vittoria.
Rimane la sensazione che non sia stato prematuro parlare di svolta dopo il trittico di partite precedenti e la vittoria di Crotone. Ovvia la cautela di Madonna e dei giocatori, impegnati a ripetere che non è cambiato poi così tanto, e che, come dicono gli anziani da queste parti, c'è ancora tutto da fare. Ma non si può negare l'abisso che separa il Piace timoroso e a tratti inguardabile delle prime partite da quello coraggioso e a tratti spavaldo delle ultime uscite. Abbiamo preso in prestito il titolo di un celebre fil dei Monty Python per sottolineare lo stacco netto con il passato. Il cambio di modulo, l'arrivo di alcuni giocatori importanti, il ritorno di altri allo stesso modo fondamentali, la crescita della condizione atletica e la fiducia sempre crescente che arriva dai risultati: tutti fattori determinanti, che Madonna è stato bravo a far quadrare in un progetto che ora convince tutti.
Rimane qualche errore difensivo di troppo, a volere essere pignoli. Chiaro che il modulo e l'atteggiamento spregiudicati espongano la squadra a rischi notevoli, ma occorre sottolineare che anche sabato è arrivato qualche errore individuale, anche se non si sono visti gli svarioni clamorosi del passato.
Rimane la giornata di gloria del sinistro vellutato di Guzman, che ha regalato ad Anaclerio la palla del pareggio e poi buttato in rete il pallone del vantaggio. La barriera atalantina si sarà anche aperta, ma rimane un'esecuzione di rara bellezza. L'autunno caldo del piedino di Tomas è un fenomeno che si ripete, considerato che le sue punizioni avevano tenuto a galla il Piace di Pioli durante lo stentato girone di andata di due anni fa.
Rimane la partitona di Alessandro Marchi, centrocampista di enorme quantità e sorpresa di questa prima parte di stagione. Partito in sordina, penalizzato da doti tecniche non eccelse, il giovane marchigiano si è imposto gradualmente ed è diventato uno degli idoli del - sempre scarso - pubblico del Garilli. Grande corsa e dinamismo, "passione pazzesca" - come l'ha definita il mister - e un' innata capacità di inserimento ne hanno fatto un punto fermo della squadra. Il gol è il premio meritato per la generosità e l'assoluta dedizione sempre messe al servizio della squadra.
Rimane il riscatto di Sergio Volpi, messo sul banco degli imputati durante la crisi iniziale del Piace e sacrificato in nome di una maggiore dinamicità e di un maggiore ritmo in mezzo al campo. Vedendo la squadra in difficoltà a fare gioco con i tre corridori in mezzo (da questo punto di vista è stata pesante l'assenza di Bianchi, il più geometrico dei fondisti biancorossi), Madonna l'ha rilanciato ad inizio ripresa, nello scetticismo generale. Invece l'ex atalantino è stato dapprima determinante con la punizione che ha originato la prima rete, poi utile nella gestione della palla contro un avversario progressivamente meno sicuro.
Rimane il ritorno dell'entusiasmo sugli spalti del Garilli, esploso al fischio finale della sfida di sabato. Certo le imprese del passato contro Brescia, Foggia e Milan erano state salutate da un pubblico che non ha paragoni, ma in quest'epoca di assoluto distacco nei confronti della squadra sarà bene accontentarsi dei primi timidi segnali di risveglio.
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