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La "Caritas in veritate" nella tavola rotonda di Coldiretti
  

“Coldiretti ispira la propria azione alla storia e ai principi della scuola cristiano-sociale, e abbiamo ritenuto importante dedicare un momento di approfondimento all’Enciclica di Papa Benedetto XVI”. Con queste parole il presidente provinciale Luigi Bisi ha delineato i motivi della  tavola rotonda tenutasi in mattinata nella Sala Bertonazzi del Palazzo dell’Agricoltura a Piacenza.

“La carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa. Ogni responsabilità e impegno delineati da tale dottrina sono attinenti alla carità che, secondo l’insegnamento di Gesù, è la sintesi di tutta la legge. L’enciclica Caritas in veritate, sottolinea Bisi, affronta, tra gli altri, il tema della crisi del sindacato di rappresentanza. In questo si deve riconoscere alla Coldiretti di aver saputo leggere la nuova situazione economico-sociale e di aver posto in essere una vera “rivoluzione” nel modo d’essere sindacato. Credo che il “Progetto per il Paese” di Coldiretti accolga tutte le sollecitazioni della Caritas in Veritate”.

Alla tavola rotonda moderata dal consigliere ecclesiastico nazionale di Coldiretti Padre Renato Gaglianone ha partecipato sua eccellenza il Vescovo di Piacenza Monsignor Gianni Ambrosio, oltre al presidente della Provincia Massimo Trespidi e al vice presidente nazionale di Coldiretti Mauro Tonello.

“Un’analisi dell’enciclica sotto l’aspetto religioso, economico e istituzionali, ma soprattutto, dichiara il direttore della stessa Organizzazione piacentina Massimo Albano, una contestualizzazione all’interno della nostra vita quotidiana. Le attuali dinamiche economiche internazionali, caratterizzate da gravi distorsioni e disfunzioni richiedono profondi cambiamenti anche nel modo di intendere l’impresa. Vecchie modalità della vita imprenditoriale vengono meno, ma altre promettenti si profilano all’orizzonte. Uno dei rischi maggiori è, senz’altro, che l’impresa risponda quasi esclusivamente a chi in essa investe e finisca, così, per ridurre la sua valenza sociale. Inoltre, la cosiddetta delocalizzazione dell’attività produttiva può attenuare nell’imprenditore il senso di responsabilità nei confronti di portatori di interessi, quali i lavoratori, i consumatori, l’ambiente naturale e la più ampia società.”

Coldiretti, conclude Bisi, è diventata negli anni una grande forza sociale e ha saputo interpretare  le sollecitazioni della Chiesa anche attraverso il suo Progetto per il Paese; un progetto non solo economico, ma anche e soprattutto sociale.

 
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