Giovanni Allevi si dimostra, con questa autobiografia “selettiva”, un artista a tutto tondo, capace di passare dalla musica alla scrittura, mantenendo intatte la vivacità e la delicatezza che contraddistinguono le sue opere musicali.
Non importa quindi che l’ordine narrativo non segua perfettamente il succedersi temporale degli eventi, perché l’insieme dei singoli ricordi narrati da Allevi risulta comunque armonioso, quasi come se la “strega capricciosa” che lo guida a comporre musica si fosse manifestata anche nella sua penna.
I lettori resteranno meravigliati dallo stupore quasi infantile mostrato per i piccoli avvenimenti quotidiani, come l’immancabile fetta di torta al cioccolato che lo coccola prima di ogni concerto, e per la profonda fiducia che Allevi ripone nelle giovani generazioni, tanto vituperate dai media ma da lui considerate come la speranza di un nuovo Rinascimento in questa epoca che definisce l’Età dell’Emozione, in cui un artista come lui può finalmente non aver paura di rompere le regole del sistema, se è il suo cuore a domandarglielo.
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