Il futuro dell’immigrazione - Il dibattito ai Teatini - Il pezzo è scritto da Diletta Milana, studentessa della quarta D del liceo scientifico "Respighi"
“Gli stranieri immigrati in Italia accettano la naturalizzazione soltanto se accanto alla cittadinanza italiana, possono mantenere anche quella natale. La richiesta della cittadinanza rappresenta piuttosto l'intenzione di facilitare movimenti di vario tipo, tra cui geografico e burocratico.” Questa una delle interessanti osservazioni emerse nel dibattito riguardante l'immigrazione, tenutosi oggi alla sala dei Teatini. “Molto spesso all'immigrazione si attribuiscono soluzioni ai problemi nazionali.” E' stata una delle altre affermazioni, sottintendendo il fatto che presto gli immigrati cesseranno di frenare l'invecchiamento della popolazione italiana invecchiando essi stessi, mentre già da ora molti di loro cominciano ad assomigliare sempre più agli “italiani da generazioni” nella scelta di non fare figli a causa delle evidenti difficoltà economiche e organizzative, e di non accettare più i “lavori da immigrati”. Altrettanto evidente è stata l'impronta prettamente giuridica, grazie alla quale è stato notato come dal 1° gennaio 2009, non esista più una comunità europea ma una unione europea, che rafforza la “fratellanza” tra tutti i cittadini che ne fanno parte e che consente loro il diritto di circolazione e soggiorno in un altro paese a patto che questi non gravino sull'assistenza sociale dello stato ospite.
Tra critiche, constatazioni e previsioni (anche statistiche) si districano anche proposte di soluzioni, tra le quali la denisenship e la membership transazionale, e riferimenti a questioni dell'ordine del giorno, tra le quali una lunga parentesi sulla situazione degli immigrati in Francia.
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