La “lista alternativa” Spi chiede alla camera del lavoro di “superare il divieto di riunirsi presso la sede di via XXIV maggio” e invia una lettera ai segretari di importanti categorie della Cgil.
La stessa lista alternativa annuncia inoltre un incontro con gli avvocati Sandro Miglioli e Salvatore Dattilo previsto per il 29 settembre per valutare l’eventuale richiesta alla commissione statutaria nazionale della Cgil per la violazione di alcuni articoli a tutela dei diritti degli iscritti.
Questo il testo della lettera:
Cari segretari,
Il coordinamento della’’ lista alternativa’’ sottolinea nuovamente alla vostra attenzione, la situazione in essere alla camera del lavoro, dove, con una semplice circolare a firma del segr. Paolo Lanna (circolare mai pervenuta agli interessati) è scattato dai primi di agosto il divieto di riunirsi e utilizzare la rete informatica della C.G.I.L. per i compiti strettamente connessi all’attività intrapresa per vederci riconosciuto un diritto ( i 161 voti scippati), che riteniamo violato.
Ci riferiamo alle categorie in indirizzo, poichè, comune è stato il percorso congressuale, che ci ha portato a ‘’presidiare’’ un area in difesa dei principi basilari della vita della C.G.I.L. :’’ad essa si aderisce liberamente e volontariamente’’. Insieme, abbiamo contrastato la pretesa dei dirigenti regionali dello S.P.I. e strumentalmente condivisa a livello locale dalla ex sinistra sindacale, che da un lato tendeva a negare il grave scandalo delle false deleghe S.P.I., dall’altro di ergersi addirittura come bandiera di rinnovamento della camera del lavoro di Piacenza. In questo impegno lo sforzo della ‘’lista alternativa’’, contrariamente a quanto scritto dal’incauto segr. Prov/le di Rif. Comunista, ha potuto avere successo grazie al consenso delle diverse centinaia di pensionati che ci hanno sorretto e per la collaborazione ricevuta dalle categorie dei lavoratori attivi.
Nelle nostre aspettative era riposta la speranza che nel direttivo della camera del lavoro del 20/9 scorso, questo organismo con uno scatto di realismo ponesse fine ai ‘’divieti’’ ( addirittura di riunione), che oltre a porsi in palese contrasto con gli art. 4, 5, e 6 dello statuto, introducono una novità politica dai caratteri censori, tesa a comprimere i diritti delle minoranze che si formano di volta in volta.
Cari segr.,
nei fatti cos’altro rappresenta la ‘’lista alternativa’’ se non una minoranza validata dal voto ottenuto nei congressi? Rivolgersi alla magistratura per vederci riconosciuto un diritto fondamentale legato alla rappresentanza negli organismi in proporzione ai voti ricevuti, significa porsi contro la C.G.I.L. ? Perché? Abbiamo forse posto in discussione il patrimonio dell’organizzazione? Negli organismi attuali vi sono rappresentati componenti eletti con i nostri voti, ed è questo un altro scandalo in atto. Tardive sono altresì le dichiarazioni rilasciate a distanza di mesi dalla conclusione del congresso per offrire motivazioni ad atti, che si commentano da soli per la loro illogicità. E’ sulla base delle argomentazioni sopra richiamate, che indipendentemente dai giudizi sulla opportunità o meno di utilizzare uno strumento inusuale nella C.G.I.L. in materia elettorale, che il coordinamento della’’lista alternativa’’ richiede alle categorie in indirizzo, di porci a disposizione gli spazi e gli strumenti necessari affinchè le nostre iniziative tornino a svolgersi nella sede naturale di via xxiv maggio.
Cordialmente
Per il coordinamento ‘’lista alternativa
R. Balduzzi
C. Berra
G.F Dragoni
L. Paraboschi
A. Ramponi