Articolo di Diletta Milana, quarta D liceo scientifico Respighi
“I magistrati sono guardiani e difensori della democrazia, devono interloquire sulle leggi nuove o vecchie ed hanno il diritto ed il dovere di partecipare al dialogo pubblico”. Questo il contributo di Armando Spataro, magistrato e autore di “Ne valeva la pena. Storie di terrorismi e mafie, di segreti di stato e di giustizia offesa”, protagonista dell' incontro “Sicurezza e diritti”, tenutosi allo Spazio Costa venerdì pomeriggio alle ore 16. Il tema, come spiegato chiaramente dal titolo, era il rapporto tra il potere giudiziario e i suoi doveri nei confronti dei cittadini, in particolare per quanto concerne la sicurezza. Oltre ad intraprendere un percorso storico attraverso il quale Spataro, insieme a Giovanni Bianconi, giornalista del “Corriere della Sera” che ha introdotto e inframmezzato l'intervento del primo, ha spiegato come la magistratura ed il potere politico siano stati complementari sino alle inchieste “mani pulite” del '92, quando i rapporti tra le due autorità hanno cominciato a sgretolarsi, il magistrato ha toccato temi come il segreto di stato, il caso Abu Omar, il controllo parlamentare sui servizi di sicurezza (Copasir) e il dovere dello stato di occuparsi della sicurezza dei suoi cittadini. Infine, Spataro ha ribadito che “un magistrato è prima di tutto un cittadino ed un funzionario pubblico. Dunque, non solo deve essere disinteressato dalle logiche politiche, ma deve avere un'elevata conoscenza dei problemi giuridici che può aiutare il cittadino a capire i termini delle questioni”. Infine, esplicita è stata la critica alla scarsa informazione, alle volte anche deformata, a disponibilità dei cittadini.
Diletta Milana
Spazio Costa - INTERSEZIONI ARMANDO SPATARO
introduce GIOVANNI BIANCONI
La sicurezza è ormai una parola d’ordine in nome della quale si giustificano interventi legislativi che incidono profondamente nel sistema dei diritti delle persone e che possono finanche alterare il concetto stesso di diritto. La necessità di contrastare terrorismo internazionale e immigrazione irregolare ne costituiscono l’asserita principale ragione, anche se, nel primo caso, i rischi non sempre sono scientificamente accertati e, nel secondo, il principio di solidarietà viene travolto. Ma, proprio in nome di maggior sicurezza, i cittadini finiscono con l’accettare l’arretramento dei propri diritti e le lesioni inferte al principio di uguaglianza di tutti di fronte alla legge.