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Summer school "internazionale", premiati i progetti migliori FOTO
 

Celebrata ieri sera, presso il padiglione Arnaldo Nicelli dell’Urban Center, la chiusura del workshop estivo di architettura del Politecnico di Milano (sede di Piacenza), con la consegna degli attestati e l’assegnazione dei premi per i migliori progetti studenteschi.  Oltre 50 professori e 112 studenti provenienti da 18 paesi (dall’Albania alla Nigeria) hanno partecipato a questo primo ciclo didattico di tre settimane dell’ International Summer School-Open City gravitante intorno al tema “Between the river and the city” (fra il fiume e la città).  Obiettivo: lo sviluppo e la riqualificazione degli spazi pubblici compresi fra il Po e le aree urbane della città.  Progetti che verranno sottomessi all’attenzione degli amministratori comunali.
Presenti alla cerimonia il rettore del Politecnico di Milano Giovanni Azzone, il preside della Facoltà di Architettura Piercarlo Palermo, il presidente del Centro di Sviluppo del Polo di Piacenza del Politecnico di Milano Renzo Marchesi, il direttore del Dipartimento di Energetica del Politecnico di Milano Ennio Macchi, il direttore dell’Escuela Tecnica Superior de Arquitectura di Barcellona Ferran Sagarra Trias, l’economista Tito Boeri del comitato scientifico del corso, l’assessore comunale all’ambiente e alla riqualificazione urbana Pierangelo Carbone e naturalmente l’ideatrice dell’iniziativa didattica, Guya Bertelli direttore della Summer School.
Lo schema del workshop prevedeva la ripartizione degli studenti in nove gruppi, di una decina di persone cadauno, distribuiti a loro volta nelle tre aree di riqualificazione esaminate: la zona militare della caserma dei Pontieri Nicolai, con il progetto di collocare un museo; l’area del ponte sul fiume, in cui si propone di erigere un padiglione espositivo e una nuova biblioteca all’interno del Torrione Fodesta (ora adibito a sala di preghiera dei mussulmani di Piacenza); e la superficie dell’Edil Power in cui si suggerisce l’edificazione di una cittadella della gioventù.
A selezionare il podio dei migliori progetti, una giuria scientifica di professori italiani e stranieri.  A consegnare i premi, fra l’entusiasmo della traboccante platea, Pietro Zanlari della Fondazione degli Architetti di Parma e Piacenza che ha sede proprio all’Urban Center.  In palio, oltre alla gloria, 1000 euro (da dividere fra i dieci componenti del gruppo) per il primo classificato e 500 euro al secondo e al terzo gruppo di studio.  Gran vincitore, il gruppo “3B”, composto da studenti italiani, spagnoli e iraniani e coordinato dal tutor Juan Carlos Dall’Asta del Politecnico di Milano.
“Una proposta didattica di alto profilo e di carattere internazionale-dice Guya Bertelli- che vorremmo ripetere l’anno venturo, visto la qualità dei progetti e la grande adesione che andava oltre il dominio dell’università: in queste tre settimane si sono create sinergie importanti fra istituzioni, enti locali e cittadinanza, molto presente agli incontri e alle conferenze serali”.  Una prima edizione che ha visto infatti la partecipazione di personalità importanti o di grande richiamo: da Aldo Grasso a Giovanni Poretti (del trio Aldo, Giovanni e Giacomo) oltre alle innumerevoli presenze meno note ma ipercompetenti che andavano a completare un’iniziativa di studio innovativa e ambiziosa in cui sono state avanzate alcune risposte concrete di riqualificazione urbana.  “Un corso con un approccio realmente multidisciplinare” dice Tito Boeri. “Un esperimento originale di investigazione urbana per sviluppare il futuro della città”, rincara il preside della Facoltà di Architettura Giancarlo Palermo, che si chiede però divertito “Sono curioso di vedere come l’amministrazione della città reinterpreterà i nostri progetti”.   

 

 
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