23 settembre - La Sogin, la società controllata dal Tesoro per la gestione degli impianti nucleari, ha individuato 52 aree con le caratteristiche giuste per ospitare il sito per le scorie radioattive. Ogni area, che ha le dimensioni di circa 300 ettari, deve essere in grado di accogliere, oltre ai depositi per le scorie di varia gradazione, anche il parco tecnologico che a regime avrà oltre mille ricercatori. Le zone adatte sono sparse su tutto il territorio italiano con particolare riferimento al Viterbese, alla Maremma, all'area di confine tra la Puglia e la Basilicata, le colline emiliane, alcune zone della provincia di Piacenza e del Monferrato. Su "IlSole24Ore" di oggi viene pubblicata una mappa (vedi foto) con le zone evidenziate in rosso scuro che hanno i requisiti teorici per ospitare il deposito atomico: i criteri adottati da Sogin ripercorrono gli studi degli anni passati. I documenti finali (che non sono ancora stati resi pubblici) riducono l'elenco a 52 località.
Ma la scelta del deposito nazionale per le scorie non sarà imposta, e avverrà d'accordo con le Regioni, con una sorta di asta: la comunità che accetterà i depositi radioattivi sarà infatti compensata con forti incentivi economici. Il lavoro svolto dalla Sogin e terminato ieri, al quale i ricercatori hanno lavorato un anno, è tuttavia finito in cassaforte in attesa della creazione dell'Agenzia per la sicurezza del nucleare che doveva già essere pronta prima dell'estate.
Intanto domani, venerdì 24 settembre il sottosegretario all'energia Stefano Saglia sarà ospite di un convegno sul nucleare a Confindustria Piacenza.
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