"Caro segretario - scrivono Balduzzi, Berra, Dragoni, Paraboschi eRamponi - nella conferenza stampa del 14 cm. parte delle Tue argomentazioni hanno riguardato le scelte e gli atteggiamenti assunti dalla ‘’lista alternativa’’. Come noto, questa lista pur avendo concorso nel pieno rispetto delle norme statutarie vigenti( questo è ovviamente il nostro giudizio) al recente congresso della camera del lavoro, si è vista esclusa da ogni rappresentanza. Inoltre, dal mese di Agosto sulla base di disposizioni che portano la Tua firma ci viene impedito di riunirci nella sede del sindacato e di utilizzare la rete informatica della C.G.I.L. . E’ per questa ragione che siamo costretti a ricorrere alla stampa per esternare opinioni e valutazioni, che altrimenti sarebbero svolte nel C.direttivo della C.D.L.T. e nel c.d. prov/le S.P.I. Fatta questa doverosa premessa, nel merito dei temi affrontati osserviamo quanto segue.
Nel darti atto, che dopo la conclusione del congresso, per la prima volta il segr. della Camera del lavoro esponendo cifre e dati relativi allo scandalo delle false deleghe allo S.P.I.,smonta alla radice tutte le teorie improntate sulla tesi di un ‘’complotto’’ ordito per destituire l’ex gruppo dirigente S.P.I., riconoscendo la fondatezza e la portata dello scandalo in atto, al tempo stesso rileviamo che i termini utilizzati per definire tale scandalo, ci appaiono riduttivi e fuorvianti rispetto alla realtà dei fatti accaduti. Innanzitutto ‘’le vittime’’ sono: i pensionati truffati iscritti a loro insaputa; ‘’i promossi’’, l’ex segretario Gianni Copelli a Bologna; Lino Lovotti a Fiorenzuola; Michele De Rose sospinto verso Roma; il danno di immagine subito dalla confederazione. Definire quanto accaduto frutto di ‘’IDIOZIA COLLETTIVA’’,suona stonato verso una serie di soggetti che politicamente riteniamo non rientrano in tale categoria".
"Ci riferiamo - continuano - al ruolo svolto dalle strutture regionali e nazionali dello S.P.I. e della C.G.I.L., ruolo lo ricordiamo che ha portato in modo anomalo alla Tua ‘’nomina’’, scenario replicato allo S.P.I.. Un'altra domanda incombe:’’trattandosi di ‘’IDIOZIA’’,la serietà e corposità delle indagini in corso da parte della magistratura come debbono interpretarsi’’? Continuando, a noi pare inoltre che ridurre ad un problema marginale la presenza degli indagati nelle sedi e uffici della camera del lavoro appaia come l’ennesimo tentativo di sfuggire ad un ‘’NODO’’ attraverso il quale passa una parte rilevante del futuro della camera lavoro".
"Dovrebbe esserti noto che gli incarichi retribuiti tuttora ricoperti dagli indagati sono stati decisi dallo S.P.I. e solo atti politici precisi di quella struttura possono interromperli. Quindi non hanno collegamento con le tradizionali forme previste per i contratti di collaborazione ecc. Senza affrontare alla radice le condizioni sullo stato del sindacato pensionati a Piacenza, parlare di rinnovamento equivale ad una parola monca. Infatti, ci domandiamo come sia possibile uscire da questa situazione senza che lo S.P.I. imbocchi la via di una spietata autocritica al proprio interno e conseguentemente procedere a radicali mutamenti nella propria struttura. In quanto al rinnovamento generalizzato dei quadri , parola spesso assai abusata non saremo certo noi ( vecchietti ) ad impedire che gli organismi futuri siano riempiti da schiere di giovani per metà donne e metà uomini".
"Con grande amarezza, stiamo constatando quanto difficile e arduo sia oggi nella C.G.I.L. condurre iniziative per affermare principi di correttezza e moralità in passato sempre rivendicati".
"Infine, caro Ghezzi, rispondendo ad alcune Tue dichiarazioni - concludono rivolgendosi a Carlo Ghezzi della fondazione Di Vittorio - osserviamo che di ‘’inaudito’’ nelle vicende in corso che ci hanno spinto a ricorrere alla magistratura per ottenere il riconoscimento di un diritto che riteniamo violato, c’e l’utilizzo di mezzi corposi tutti protesi ad annullare la presenza di una piccola voce critica rappresentata nel caso dalla ‘’lista alternativa’’. Risiede in questa constatazione l’abnormità se cosi può definirsi, su quanto accade a Piacenza".