Un sit in promosso ieri sera dai Verdi e il vessillo con il volto della donna steso sul balcone di Palazzo Mercanti. Anche Piacenza si stringe intorno a Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione nel suo paese, la cui pena è stata sospesa, secondo quanto comunicato dalle autorità.
I Verdi di Piacenza hanno aderito all'appello per impedire la lapidazione Sakineh Mohammadi Ashtiani, e hanno organizzato ieri sera un sit-in in piazzetta S. Francesco. Ecco il loro appello.
Bisogna impedire che questa barbarie si compia: chiediamo a istituzioni, partiti, associazioni, movimenti e cittadini di partecipare al presidio 'senza bandiere di partito'. Non si tratta di una battaglia di parte ma di una mobilitazione per mettere finalmente fine ad atrocità, come la lapidazione, che non hanno ragione di esistere.
Se Sakineh dovesse essere lapidata saremmo di fronte ad una gravissima violazione dei diritti umani. La vita di Sakineh deve essere salvata! Per questo chiediamo sia all'Onu che all'Unione europea di intervenire immediatamente e senza indugi contro la violazione sistematica dei diritti umani che avviene in Iran, di cui questa barbara condanna è un esempio lampante.
Al sit-in sarà possibile firmare l'appello di Amnesty International in favore di Sakineh, ma anche quelli relativi agli altri detenuti iraniani in attesa di lapidazione.
Ai partecipanti saranno distribute candele per fare simbolicamente luce su questi casi di violazione dei diritti umani troppo spesso dimenticati.
Sakineh, simbolo dei diritti negati delle donne - Il comunicato del Comune di Piacenza:
E’ esposta dalla giornata di ieri, dalla facciata del Municipio di Piacenza in piazza Mercanti, la gigantografia di Sakineh Mohammadi Ashtiani. “Anche se, fortunatamente, la sentenza di lapidazione è stata sospesa – spiega l’assessore alle Pari Opportunità Katia Tarasconi – abbiamo scelto di mostrare simbolicamente il suo volto, che lasceremo alla vista della città per l’intera durata dell’edizione 2010 di Pulcheria, a monito dei soprusi e della negazione dei diritti di cui milioni di donne sono vittime nel mondo. Riflettere sulla condizione femminile significa innanzitutto dare voce a chi, purtroppo, non può far sentire la propria. Ed è con questa consapevolezza che l’Amministrazione comunale ha accolto e condiviso la proposta delle Commissione delle Elette di esporre l’immagine di Sakineh”.
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