«Sono sempre stato di sinistra, come penso la maggior parte degli operai, ma adesso non esiste più, per questo mi sono avvicinato alla Lega. Che in fondo cosa chiede: rispetto delle regole e legalità». Poche parole che testimoniano i motivi dell'avanzata della Lega Nord in Emilia Romagna, regione rossa per antonomasia, in una delle tante interviste del film inchiesta «Occupiamo l'Emilia», realizzato tra maggio e giugno da tre giornalisti modenesi, Stefano Aurighi, Davide Lombardi e Paolo Tomassone. Il titolo del film (a cui è dedicato il blog «occupiamolemilia.blogspot.com» che contiene anche il trailer) è ricavato dall'invito che Giulio Tremonti - con Umberto Bossi alla Festa della Zucca di Pecorara (Piacenza) il 31 ottobre scorso - ha fatto ai militanti che invocavano la secessione dall'Emilia a favore della regione lombarda. «Ho sentito "passiamo in Lombardia": no, occupiamo l'Emilia», ha suggerito tra gli applausi.
Tutti lontani politicamente dalla Lega ma curiosi di capirne di più, gli autori hanno girato il film a loro spese (1.500 euro con l' aiuto dello studio Slow Motion e del centro della sinistra cattolica F.L. Ferrari di Modena) con un viaggio da Piacenza a Rimini e anche una puntata a Pontida, il 20 giugno.
Il documentario - di 80 minuti - è stato presentato in anteprima a Modena e gli autori sono in contatto con alcuni editori per distribuirlo in dvd. La tesi implicita dell'inchiesta è che in Emilia-Romagna la Lega ormai è sul territorio e c'è una sorta di continuità tra vecchio Pci e Carroccio. «A Reggio Emilia tutti abbiamo parenti di sinistra e veniamo da un mondo di sinistra. La Lega, infatti, non è di destra», spiega uno degli intervistati. «Una volta il Pci prendeva i voti al nord mentre al sud vinceva sempre la Dc - dice una militante - Anche allora dicevamo: bisognerebbe costruire un muro da Firenze in giù». E un sindacalista sottolinea: «In fabbrica si rivolgono alla Fiom, ma fuori votano Lega». (fonte Ansa)
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