L’ITALIA HA UN POTENZIALE ENORME - Occorre un progetto per il Paese
Clima di sfiducia. Vuoto multiforme che ci circonda. Mancanza di rispetto per le istituzioni. La fuga dalla responsabilità della classe dirigente. Questi sono i concetti con cui esordisce Corrado Passera, AD di Intesa San Paolo, uno dei maggiori gruppi bancari d’Europa, in una intervista di Aldo Cazzullo, giornalista del Corriere della Sera.
La politica non elabora un progetto condiviso per il futuro del nostro paese, per rafforzare la nostra economia e la nostra democrazia. Da qui il vacillare della nostra identità.
L’intervista prosegue con risposte decise, da manager esperto abituato ad avere a che fare con problemi di ogni genere e tipo. Ho provato a sintetizzare il “Passera pensiero”, sul futuro del nostro Paese.
Le risorse ci sono
Siamo la terza economia europea e la sesta mondiale. Abbiamo retto meglio di tanti altri Paesi la crisi finanziaria. Siamo riusciti a tenere sotto controllo i conti pubblici. Abbiamo le risorse per vincere la partita della globalizzazione.
Le risorse ci sono, vanno messe in campo e valorizzate. Negli anni sono state fatte tante importanti operazioni che hanno dato lustro al Paese: nella finanza, il Gruppo San Paolo è una della maggiori banche europee. Con Poste Italiane è stato compiuto quasi un “miracolo”; si è dimostrato che era possibile stringere accordi con i sindacati, estirpare le connivenze locali con la cattiva politica e la malavita, ridare dignità a 200.000 lavoratori, e riuscire ad arrivare a fare concorrenza al sistema bancario.
L’economia mondiale è in forte ripresa, anche se concentrata sui Paese emergenti, che per noi rappresentano una grande opportunità. L’Italia imprenditoriale non è ferma, è fermo il sistema Paese. Sappiamo cosa c’è da fare, ma continuiamo a non farlo: infrastrutture, formazione, meccanismi decisionali, giustizia.
Occorre velocizzare la burocrazia
Innanzitutto occorre una riforma dei meccanismi di funzionamento degli organi dello Stato. Non si può crescere con una Giustizia lenta e spesso incapace di garantire i diritti tutelati.
Inoltre, per fare approvare una Legge occorrono tempi troppo lunghi. Senza considerare alla lentezza della macchina amministrativa. Tra Bruxelles ed i singoli Comuni, ci sono cinque livelli istituzionali; ad ogni livello ci sono almeno una decina di entità che “devono” partecipare al “concerto decisionale”. Purtroppo in questo meccanismo farraginoso e inconcludente, non si capisce mai chi si prende le responsabilità delle scelte. Scelte che spesso coincidono con il “non fare”. E il non fare costa molto.
I soldi ci sono
Non bisogna nemmeno credere a chi dice che non ci sono soldi. Non è vero: le riforme e gli interventi infrastrutturali sono necessari al futuro del Paese. I soldi ci sono eccome. Molti progetti si possono autofinanziare e possono mobilitare fondi privati. Come fa un Paese che tollera centinaia di miliardi di euro di evasione fiscale e sprechi di ogni genere (e ben conosciuti) negli 800 miliardi di spesa pubblica annuale, a dire che non ci sono soldi ?
L’inadeguatezza della classe dirigente
La questione delle responsabilità, è strettamente legata a quella delle competenze. In molti settori la carriera, o l’aumento di retribuzione, è legata all’anzianità. Un professore universitario meritevole, che lavora, si impegna, si aggiorna, e che quindi rappresenta una vera e propria risorsa per gli studenti, ha il medesimo percorso di carriera di un collega che si comporta esattamente in modo contrario. Ci sono professori universitari che non sono mai presenti alle lezioni; troppo impegnati a fare altro, però lo stipendio e la carriera sono assicurate.
Il sistema bancario
Occorre distinguere tra le banche che sostengono l’economia e quelle che fanno solo speculazione finanziaria. Le banche devono avere sempre più un ruolo determinante, a fianco delle imprese e delle istituzioni, per lo sviluppo del Paese. Ma senza riforme “strutturali”, è difficile fare previsioni. Occorre sapere quali sono le regole da rispettare, e soprattutto che ci sia la certezza che tali regole vengano fatte rispettare.
Ora dobbiamo rilanciare tutti insieme la crescita del Paese e garantire l’occupazione. Purtroppo, in Italia, da ormai troppo tempo si parla d’altro.