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Per il grana padano un aumento record delle esportazioni

Con l’aumento record delle esportazioni di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, che fa segnare una crescita del 49 per cento negli Stati Uniti, principale mercato di sbocco extracomunitario dei prestigiosi formaggi, si evidenzia una prosecuzione del trend positivo per questi prodotti.

“I dati registrati nei primi cinque mesi del 2010, dichiara il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi, evidenziano un segnale di ripresa importante che riguarda l’intero sistema caseario nazionale, con un aumento generale nelle esportazioni del 12 per cento”. L’andamento positivo dei due formaggi  più rappresentativi del Made in Italy è rilevata anche sul mercato interno, dove la spesa per gli acquisti familiari è aumentata rispettivamente del 6,2 per cento per il Grana Padano e del 2,7 per cento per il Parmigiano Reggiano.

 “Una situazione, continua Bisi, che evidenzia altresì come il consumatore italiano cerchi la sicurezza alimentare dei prodotti italiani garantita da rigidi disciplinari di produzione e da continui controlli. E di questo auspichiamo se ne renda conto non solo l’industria, ma anche la grande distribuzione evitando di immettere in commercio falsi made in Italy, provenienti da chissà quale parte del mondo, che poi provocano gravi danni non solo all’immagine dei nostri prodotti, ma soprattutto alla salute dei cittadini.  Riteniamo che quando si pone un prodotto sugli scaffali, occorre considerare anche l’implicazione etica e non pensare solo all’aspetto speculativo. Gli alimenti provenienti dall’estero, oltre ad avere incerti controlli sanitari, vengono prodotti impiegando, magari, manodopera minorile e, in certi paesi, si utilizzano ancora insetticidi banditi in Italia, da diverso tempo, con gravi conseguenze per l’ambiente. E’ per questo che sempre di più auspichiamo un’etichettatura obbligatoria dell’origine e una valorizzazione dei veri prodotti italiani simbolo del Bel Paese. Certo è che se, come nel caso del latte, manca il giusto riconoscimento del prezzo alla stalla, le aziende saranno costrette a chiudere e le importazioni continueranno ad aumentare”.
 
“E a questo proposito, interviene il presidente dell’Associazione Piacentina Latte Fabio Minardi, siamo soddisfatti che alcuni industriali piacentini abbiano riconosciuto agli agricoltori un prezzo, in acconto, di 38 centesimi al litro del latte alla stalla; proprio come da nostra indicazione inviata a tutti gli associati. Riteniamo che per mantenere in piedi un comparto indispensabile per la nostra provincia, ogni attore della filiera debba fare la propria parte”.
 
“Mi piace ricordare, continua Bisi, un aspetto principale, ma che spesso durante le contrattazioni si tende, forse, a dimenticare; immaginando che è sufficiente aprire un rubinetto per far scendere il latte. Il prestigio dei nostri formaggi è merito soprattutto della qualità del latte e quindi della professionalità dei nostri allevatori, degli ammodernamenti nelle stalle, del benessere e dell’alimentazione degli animali”.
 
“Auspichiamo quindi, concludono Bisi e Minardi che tutti gli industriali riconoscano il giusto valore del latte alla stalla, mantenendo i primati di un settore fondamentale per il nostro territorio e per il made in Italy"
 
 
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