La campagna del pomodoro è al culmine, ma la cifra caratterizzante del 2010 è l’incertezza. Le bizze del tempo, che in primavera hanno influito sulle semine costringendo a concentrare i trapianti, ora danneggiano i raccolti esasperando il carattere di discontinuità delle consegne e determinando una riduzione delle rese che andrà dal 15 al 20%, sempre che le condizioni si stabilizzino. “Una campagna difficile sin dall’avvio – commenta Michele Lodigiani Presidente di Confagricoltura Piacenza – e il problema di fondo resta il prezzo: già quello di contratto, 70 euro/ton, non è certo un gran che; ora però le industrie conserviere lo stanno decurtando ulteriormente (in media del 10%) imputando forti scarti qualitativi al prodotto. Se la qualità non corrisponde perfettamente al capitolato contrattuale (per altro rigidissimo) non è certo per dolo o trascuratezza del produttore, ma causa dell’andamento climatico stagionale: è un rischio che dovrebbe ricadere equamente su tutta la filiera e non solo sull’azienda agricola. Gli agricoltori la loro parte la stanno facendo: si sono fatti carico delle difficoltà del mercato al momento della contrattazione; si sono attenuti ai vincoli di una programmazione che non ha permesso di recuperare economie di scala; scontano una concorrenza internazionale fortissima, non sempre corretta e a volte anche illegale. Chiediamo - conclude Lodigiani - più responsabilità a tutti gli attori della filiera: dall’anno prossimo scatterà il disaccoppiamento dei contributi europei; se certi problemi rimarranno irrisolti sarà davvero dura per le nostre industrie trovare imprenditori disposti a produrre per loro!
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