Della partita di Modena rimane la prima sconfitta ufficiale della stagione, dopo l’esordio positivo in Coppa Italia contro il Virtus Lanciano. Una sconfitta non del tutto meritata, per quello che si era visto in campo, e giunta a causa di un episodio, per lo per lo più a tempo ampiamente scaduto. Una punizione da oltre 25 metri dello specialista Pasquato, fischiata per un fallo di Calderoni a dir poco dubbio, e su cui Cassano ha sbagliato piazzamento. Punizione esagerata per un Piace che aveva avuto in precedenza, con Graffiedi e soprattutto Cacia, le migliori occasioni per andare in rete.
Rimane la consapevolezza di aver lasciato sul campo dei punti se non ancora pesanti, considerato che siamo ancora ad inizio stagione, certamente non impossibili. Il Modena è apparso francamente poca cosa, incapace di creare una sola vera occasione da rete in 94 minuti di un derby davvero poco spettacolare e povero di contenuti tecnici. Squadra che non a caso quest’estate è stata indicata in modo unanime tra quelle che dovranno giocarsi fino all’ultimo la conferma in serie B. Privata del trio Troiano-Bruno-Catellani, emigrati presso i cugini del Sassuolo desiderosi di sottolineare il proprio primato a livello provinciale, alle prese con una crisi societaria preoccupante, i gialloblù hanno confermato i propri limiti e rilanciato, nonostante la vittoria, la propria candidatura per la zona calda della classifica.
Rimane l’amarezza per non aver saputo chiudere una partita ampiamente alla portata dei biancorossi, in un primo tempo dove la squadra di Madonna ha dato la sensazione di avere più qualità e di poter passare da un momento all’altro. Invece la mancanza di cattiveria sotto porta, di quella fame e determinazione sempre necessari in un campionato livellato, hanno permesso al Modena di prendere gradualmente campo e di provare a centrare una vittoria quasi insperata. La mancanza di cambi all’altezza, dovuta all’indisponibilità di Guerra e Piccolo, non ha permesso a Madonna di proseguire sul modulo iniziale, quel 4-2-3-1 che ha tenuto la squadra alta e ha permesso un discreto possesso palla (50% nel primo tempo) e efficaci ripartenze. Nel secondo tempo, complici anche i cambi che hanno portato la squadra a chiudere la partita con quattro mediani di ruolo alle spalle della coppia d’attacco Cacia-Guzman, il Piace è indietreggiato e ha lasciato campo e palla (66%) agli avversari, che pur poco incisivi davanti hanno avuto la possibilità almeno di provarci. E si sa che a provarci a volte le cose riescono.
Rimane una prestazione a luci ed ombre della squadra biancorossa, calata di tono ed intensità nella ripresa. Squadra che deve scrollarsi dalla pelle la ruggine dovuta alla prolungata inattività e la conseguente scarsa confidenza con il campo della maggior parte degli attori in campo, degli undici schierati inizialmente dal Mindo, solo Avogadri e Rickler hanno giocato con continuità la scorsa stagione. Cacia è sceso in campo 27 volte, spesso per pochi minuti, mentre tutti gli altri hanno disputato meno di venti partite in stagione. La media delle presenze dell’anno passato è pari a 17, poco più del 40% dei un campionato di serie B. la media scende a 16,5 se si contano anche i giocatori subentrati a partita in corso. Oltretutto la maggior parte delle presenze risale al girone di andata (basti pensare a Bianchi e Calderoni, pur positivi domenica sera), per cui il dato da gennaio è ancora più allarmante. Logica la scarsa tenuta, soprattutto dal punto di vista mentale. Ne consegue che occorre dare tempo alla squadra prima di esprimere giudizi.
Rimane la prestazione autoritaria della difesa, trasformata grazie all’arrivo di Rickler. Puntuale negli anticipi, insuperabile sulle palle alte, il ragazzo di Viareggio nonostante l’ancor giovane età ha saputo prendere in mano il reparto e renderlo solido ed efficace. Certo, il Modena non è un test probante, ma stiamo parlando di una squadra, il Piace, che solo sette giorni fa aveva preso tre reti dalla Virtus Lanciano e in precedenza un paio anche dalla Pro Belvedere Vercelli.
Rimane una settimana di mercato per completare una rosa che pur numericamente consistente appare incompleta. Serve un difensore d’esperienza, l’abbiamo scritto mille volte. E se partisse Tulli (nello scambio ipotizzato con il Torino, che porterebbe Rivalta in biancorosso) occorrerebbe individuare la riserva di Cacia, in grado di rappresentare un’alternativa interessante anche dal punto di vista tattico. E forse servirebbe un esterno in più, a centrocampo, in modo da tutelarci nei confronti dei continui infortuni a cui sono stati soggetti gli interpreti del ruolo nel passato anche recente.
Rimane la necessità di un riscatto immediato, sabato al Garilli contro un Frosinone battuto a sorpresa al Matusa dal giovanissimo Empoli di Aglietti. Squadra ampiamente rinnovata e dalle ambizioni ridimensionate, quella ciociara, ma domenica sera, semmai ce ne fosse stato bisogno, si è avuta l’ennesima dimostrazione di quanto già sapevamo: questo Piace è squadra che può battere chiunque e al tempo stesso perdere da chiunque.