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Ultimo aggiornamento:   12/10/2015  l  15.31  
                               
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In viaggio con Erodoto, il diario dei giovani piacentini dal Kosovo e dall'Abania
  

Ecco le immagini e il "diario di bordo" dell'esperienza che i giovani partecipanti al progetto formativo "In viaggio con Erodoto" hanno vissuto, accompagnati da Maurizio Bronzini della Caritas diocesana, presso il campo animativo di Klina-Pec in Kosovo (dal 25 al 31 luglio), spostandosi nella settimana successiva (dal 1° al 7 agosto) al campo animativo di Barbullush-Scutari, in Albania.
Le voci dei ragazzi raccontano, in un flash dal giorno dell'arrivo all'incontro conclusivo, cosa porteranno a casa da questa esperienza. I loro nomi: Albano Brusha, Arsida Cerpja, Federica Gandolfini, Francesca Dadomo, Chiara Fiermonte, Luke Mario Hess, Matilda Koruti.

Diario di bordo

È il 26 luglio. Siamo a Klina, in Kosovo. Oggi abbiamo passato una giornata con gli animatori della parrocchia di Klina. Anche loro sono molto giovani e pieni di entusiasmo. Domani inizieremo il centro estivo con i bambini kosovari. Ciascuno di noi porta con sé le proprie aspettative, i propri dubbi, le incertezze, le convinzioni. La riscoperta del bambino che c’è in noi; l’incontro, il confronto e la conoscenza con persone diverse da noi. Ci aspettiamo novità infinite, nuove amicizie e di aprirci a una nuova cultura.
Tra noi ci sono anche tre persone albanesi che sono partite per ritrovare la propria cultura nel proprio Paese. Ma la parola che unisce tutti è senz’altro “relazione”. La voglia di mettersi in gioco e di trovare la ricchezza dell’altro…

È l’8 agosto, ciascuno di noi fa un bilancio dell’esperienza. Ecco le nostre voci che raccontano le cose preziose che metteremo nella valigia…

Chiara: ho maturato una maggiore consapevolezza di me, soprattutto dei miei difetti. Ho tanta voglia di ricominciare le mie cose, più voglia del solito.

Francesca: sicuramente un’opinione nuova dell’Albania e della popolazione albanese. Mi ha sorpreso e scosso, anche se ho visto poco. Dell’esperienza con i bambini mi porto a casa i loro abbracci, i loro sguardi, la loro semplicità. Mi porto a casa anche una maggiore capacità di adattamento anche per il fatto di aver convissuto a stretto contatto con altre persone. Ho scoperto in me una capacità di mettermi in gioco, grazie anche agli stimoli ricevuti di continuo, da tutti i posti e tutte le storie che ho potuto conoscere.

Luke: ha influito il fatto di aver vissuto questa esperienza in un contesto diverso da quelli già da me conosciuti. Con culture e tradizioni diverse. Vedrò gli albanesi in Italia in modo diverso, avrò più punti da condividere. Riparto con diverse idee, sia per il mio lavoro con i bambini durante l’anno, sia per esperienze che farò per il futuro. È costruttivo anche il vissuto con il gruppo; se non avessimo vissuto questa esperienza forse non avremmo avuto niente da dirci, sicuramente è stato bello. Mi porto a casa anche i momenti di divertimento e scenari di posti molto belli. Per ultima cosa, questa esperienza mi ha confermato una mia “vocazione” rispetto a questo lavoro; mi è servito anche vedere come si gestiscono qui alcune dinamiche, è stato formativo.

Albano: è stato molto bello perchè ho conosciuto un’Albania nuova, una nuova mentalità. Qualcosa sta cambiando. Mi ha aperto anche la mente; non aspetterò che mi venga offerta una possibilità, ma mi muoverò in prima persona, perché conosco persone qui e spero di coinvolgere anche altri in Italia, magari anche questo gruppo.
Sia in Kosovo che in Albania ho conosciuto persone che, anche se sono stanche, hanno sempre qualcosa da dare. Vorrei riuscire di nuovo a dare agli altri. Sono cresciuto con questa mentalità, cioè non soffrire con gli altri: dare una mano sì, ma poi tutto finisce.
Adesso invece mi rendo conto che sto imparando a lasciarmi più andare.

Federica: non è la prima esperienza di questo tipo, solo che è in un contesto diverso e con persone nuove; ha rappresentato per me una sfida diversa. Prima sapevo già come sarebbe stata, adesso invece è stato tutto nuovo. Rispetto alle aspettative iniziali, le cose sono andate ben oltre, sia a livello di gruppo, sia di quello che ho visto. Ho visto delle belle persone, sia noi come gruppo, sia quelle che ho conosciuto in Kosovo e in Albania. Sono nate nuove amicizie e ho riscoperto le amicizie che avevo già. Riscoperta anche di un Paese sul quale avevo forti pregiudizi, luoghi comuni. Invece ho trovato ospitalità, cultura. Sia nello stare insieme, sia al centro estivo, ho ritrovato una sfida a me stessa, nel mettermi in gioco con chi è diverso da me. Ho ritrovato il gusto di conoscere, di capire le persone e i luoghi, facendo domande e confrontandomi. Tutto questo è stato estremamente arricchente. Non mi aspettavo una cosa così.

Arsida: da questa esperienza mi porterò dietro diverse cose. Per prima conoscere meglio l’Albania, ma soprattutto la voglia di raccontare il mio Paese agli altri albanesi. Mi porto a casa la voglia di solidarietà tra le persone, indipendentemente dall’origine (serbi o albanesi).
Ho scoperto persone che non pensavo fossero così…

Matilda: innanzitutto mi porterò dietro una maggiore consapevolezza di me e una riscoperta del mio Paese. Ho fatto un piccolo passo anche per il mio futuro lavorativo. Mi sono ancora sentita a casa, come non mi ero ancora sentita da quando ero partita per l’Italia. Ho conosciuto delle belle persone, sono riuscita ad aprirmi con alcune in modo particolare. Una cosa importante per me è che ho una maggiore voglia di andare avanti nella ricerca della fede. Avrei voluto rimanere ancora di più. Mi piacerebbe, tramite il gruppo Rinia, presentare  il mio paese agli italiani che desiderano conoscere il mio popolo.
Spero di poter rifare questa esperienza, anche in un altro Paese. Per quanto riguarda il campo estivo, i bambini mi hanno dato moltissimo. In alcuni di loro ho visto me, soprattutto in questo Paese.  Mi ha messo molto in discussione sulla mentalità albanese, non mi ricordavo più bene come era,  non la vivo più come una cosa appartenente a me oggi. Ha smosso un po’ tutto dentro di me, è stata una bellissima esperienza. Per la vita di comunità con il gruppo, non faccio fatica ad adattarmi. Ho trovato degli amici, quindi spero di poter portare avanti il rapporto con le persone con cui ho legato.

Maurizio: mi porto a casa la “fatica della mia età”, non ho più l’energia e l’entusiasmo di una volta, non tanto per quanto riguarda i bambini, con cui comunque lavoro con facilità vista la pluriennale esperienza, bensì per quanto riguarda il viaggio, il gruppo, la responsabilità formale. Questa è una cosa che tra l’altro avviene anche nella realtà di tutti i giorni a casa, visto che sono tanti anni ormai che devo essere responsabile di qualcuno. Nei momenti di svago, di uscita, di socializzazione è stato tutta un’altra cosa: un vero piacere. I bambini ci mettono molto poco a tirarti fuori le energie.
 

 
Voci correlate:
  • Albania
  • Kosovo
  • Commenti:


    http://vacanzeinalbania.blogspot.com/
    Ho letto con attenzione i commenti dei ragazzi e sono contento delle loro opinioni positive.
    vacanze in albania
    13/08/2010  18.18


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